Sit tibi terra levis: differenze tra le versioni

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Questa iscrizione era molto frequente sulle tombe in epoca [[paganesimo|pagana]]. L'origine della locuzione è da ricercare nell'immagine del peso della terra sul corpo del defunto, che dà a chi ne piange la perdita un senso di angoscia, di oppressione, da cui l'auspicio.
 
Vi si può leggere un'analogia con il saluto cristiano ''[[requiescat in pace]]'', che tuttavia richiama indirettamente alla credenza in una [[vita dopo la morte]]. Proprio per questo motivo la locuzione in oggetto è oggi spesso utilizzata da coloro che per varie e legittime motivazioni desiderano porgere al defunto (o più che altro i suoi congiunti) un ultimo omaggio "[[laico]]", o quantomeno spogliato da ogni connotazione religiosa.
 
La locuzione ricorre anche nella poesia ''Che la terra ti sia finalmente lieve'' di [[Alda Merini]].