Italia (nave ospedale): differenze tra le versioni

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|Bandiera=Flag of Italy (1861-1946) crowned.svg
|Bandiera2=
|Tipo=[[piroscafo]] passeggeri (1905-1915 e 1919-1940)<br />[[nave ospedale]] (1915-1919)<br />trasporto truppe (1940-1943)
|Classe=
|Costruttori=[[Cantieri navali Odero|Odero]]
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|Completata=
|Entrata_in_servizio=1905 (come nave mercantile)
|Proprietario=La Veloce Navigazione Italiana a Vapore (1905-1912)<br />[[Navigazione Generale Italiana]] (1912-1923, in gestione alla Italia Società di Navigazione a Vapore nel 1913-1917 ed alla Transoceanica Società Italiana di Navigazione nel 1917-1923)<br />requisita dalla {{Insegna navale|ITA (1861-1946)|icona}} nel 1915-1919<br />Società Italiana di Servizi Marittimi (1923-1932)<br />[[Lloyd Triestino]] (1932-1944)<br />requisita dalla {{Insegna navale|ITA (1861-1946)|icona}} nel 1940-1941 e dal [[Ministero delle Comunicazioni]] nel 1941-1943
|Radiata=
|Destino_finale=tornata al servizio civile nel 1919, catturata da forze tedesche il 10 settembre 1943, affondata da attacco aereo il 6 luglio 1944, forse demolita nel 1950
|Dislocamento=
|Stazza_lorda=5338 o 5018 [[tonnellate di stazza lorda|tsl]]<br />poi 5203
|Lunghezza=tra le perpendicolari 119,57 [[Metro|m]]<br />fuori tutto 124,7-128
|Larghezza=14,5-14,6
|Altezza=
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|Profondità_operativa=
|Ponte_di_volo=
|Propulsione=macchina a vapore<br />[[potenza (fisica)|potenza]] 5800 HP
|Velocità=13-13,5
|Autonomia=
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Nel 1912 il piroscafo fu trasferito alla [[Navigazione Generale Italiana]] (NGI, avente sede a Genova), la principale compagnia di navigazione italiana dell’epoca, che controllava da diversi anni La Veloce<ref name="theshipslist"/><ref name="agenziabozzo"/>.
 
Nel corso dello stesso 1912 la NGI, insieme ad altre tre importanti compagnie di navigazione italiane (La Veloce, [[Lloyd Italiano]] ed Italia Società di Navigazione a Vapore), stipulò un accordo con il [[governo]] del [[Brasile]] e con quello dello statoStato brasiliano di [[San Paolo (stato)|San Paolo]] per formare una [[linea]] diretta ([[Genova]]-[[Santos]]) che unisse l’[[Italia]] al Brasile trasportando [[emigrazione italiana|emigranti]]: le compagnie di navigazione avrebbero ricevuto più di 100.000 [[lira italiana|lire]] per ogni [[viaggio]]<ref name="piccione">Paolo Piccione, ''Genova, città dei transatlantici. Un secolo di navi passeggeri'', pp. 56-57</ref>. L<nowiki>'</nowiki>''Italia'' fu uno dei piroscafi messi a disposizione per tale linea<ref name="piccione"/>. La [[legge]] italiana, tuttavia, vietata di accordarsi con governi esteri per favorire l’[[emigrazione]] dall’Italia (gli emigranti italiani nello statoStato di San Paolo erano impiegati nelle [[fazenda]]s in condizioni di miseria e sfruttamento), pertanto il Commissariato per l’Emigrazione intervenne, denunciò il patto con le [[autorità]] brasiliane, [[multa|multò]] le quattro compagnie di [[navigazione]] (che furono escluse dal servizio sulla linea diretta per il Brasile) e diede vita ad uno [[scandalo]] nazionale<ref name="piccione"/>.[[File:Pfo Italia3.jpg|thumb|left|upright=1.4|Il piroscafo prima dei lavori di trasformazione in nave ospedale.]]
 
Nel 1913 l<nowiki>'</nowiki>''Italia'' fu trasferito alla Italia Società di Navigazione a Vapore, un’altraun'altra società controllata dalla NGI<ref name="theshipslist"/><ref name="agenziabozzo"/>.
 
Nel 1915, qualche tempo dopo l’ingresso dell’Italia nella [[prima guerra mondiale]], l<nowiki>'</nowiki>''Italia'' fu [[requisizione|requisito]] dalla [[Regia Marina]] e trasformato in [[nave ospedale]], con una capienza di 620 posti [[letto]]<ref name="naviospedale"/><ref name="naviearmatori"/>. Le navi ospedale italiane erano impiegate principalmente nel trasporto di [[Wounded in action|feriti]] e [[malato|malati]] tra le truppe italiane dal [[Fronte italiano (prima guerra mondiale)|Norditalia]] (provenienti dal [[fronte dell'Isonzo]] e delle [[Alpi]]) negli [[ospedale|ospedali]] d’appoggio situati in [[Sicilia]] e [[Sardegna]], nel supporto sanitario ai contingenti del [[Regio Esercito]] dislocati in [[Libia]] ed in [[Albania]] e nel trasporto di feriti e malati [[British Army|britannici]] dai [[Dardanelli]] (ed in seguito da [[Salonicco]]) a [[Malta]] ed in [[Inghilterra]], solitamente a [[Southampton]] (nel corso di tali missioni le navi ospedale imbarcavano anche personale sanitario, sia maschile che femminile – queste ultime erano chiamate «''sisters''» –)<ref name="naviospedale"/>. Proprio per le aumentate necessità delle truppe britanniche la Regia Marina aveva deciso di incrementare il proprio iniziale nucleo di tre navi ospedale (l<nowiki>'</nowiki>''[[Albaro (nave ospedale)|Albaro]]'', in servizio dalla [[guerra italo-turca]], e le gemelle [[Re d'Italia (nave ospedale)|''Re d’Italia'']] e [[Regina d'Italia (nave ospedale)|''Regina d’Italia'']], requisite subito dopo l’entrata in guerra) con la requisizione, più avanti nel corso dello stesso 1915, dell<nowiki>'</nowiki>''Italia'' e del similare ''Brasile'', anch'esso appartenente alla NGI<ref name="naviospedale"/>.
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Nel corso del suo servizio come nave passeggeri il piroscafo svolse anche numerosi viaggi in [[Mar Rosso]], trasportando [[Hajj|pellegrini musulmani]] diretti a [[La Mecca]]<ref name="deffenu">[http://www.naviearmatori.net/ita/foto-6621-4.html Naviearmatori]</ref>.
 
Nel 1936 l<nowiki>'</nowiki>''Italia'' venne utilizzato come trasporto truppe, compiendo vari viaggi in [[Africa Orientale]] durante la [[guerra d'Etiopia]]<ref name="cn"/>.[[File:Pfo Italia2.jpg|thumb|upright=1.4|Un’altraUn'altra immagine della nave nei primi anni di servizio, con la livrea di La Veloce.]]
 
Il 18 agosto 1940, poco più di due mesi dopo l’ingresso dell’Italia nella [[seconda guerra mondiale]], il piroscafo fu requisito a Trieste dalla Regia Marina, che lo derequisì l’8 ottobre 1940 per poi requisirlo nuovamente, sempre a Trieste, dal 15 ottobre 1940 al 10 novembre 1941, dopo di che la nave fu requisita dal [[Ministero delle Comunicazioni]]<ref name="nmp"/>. L<nowiki>'</nowiki>''Italia'' fu utilizzato come trasporto truppe, sia, in prevalenza, sulle rotte per l’Albania<ref name="nmp"/> che su quelle della Libia, effettuando numerosi viaggi senza subire alcun danno<ref name="cn"/>.
 
Il 29 dicembre 1940 l<nowiki>'</nowiki>''Italia'' lasciò [[Valona]] alla volta di [[Brindisi]], in [[convoglio navale|convoglio]] con i grossi trasporti truppe ''Piemonte'' e ''Sardegna'' e con la scorta della [[torpediniera]] ''[[Antares (torpediniera 1936)|Antares]]''<ref name="nh1">[http://www.naval-history.net/xDKWW2-4012-25DEC02.htm Naval History – December 1940]</ref>. Alle 10.55<ref>[http://www.historisches-marinearchiv.de/projekte/asa/ausgabe.php?where_value=1761 Historisches Marinearchiv - ASA<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref> del mattino del giorno stesso il convoglio venne attaccato 11 miglia a levante di [[Saseno]] dal [[sommergibile]] greco ''Proteus'', che silurò il ''Sardegna'': mentre il [[piroscafo]] colpito si appruava e si piegava sul fianco sinistro, per poi inabissarsi in [[posizione]] 40°31' N e 19°02' E<ref>Rolando Notarangelo, Gian Paolo Pagano, ''Navi mercantili perdute'', p. 465</ref>, l<nowiki>’</nowiki>''Antares'' passò immediatamente al [[contrattacco]]: dapprima gettando undici [[bomba di profondità|bombe di profondità]] e costringendo il sommergibile ad emergere, poi, mentre il ''Proteus'' affiorava, speronandolo ed affondandolo con l'intero [[equipaggio]]<ref>[http://worldwar2daybyday.blogspot.com/2010/12/day-486-december-29-1940.html World War II Day-By-Day: Day 486 December 29, 1940<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>, una quarantina di miglia ad est di Brindisi<ref name="nh1"/><ref>[http://greek-war-equipment.blogspot.com/2010/04/1927-1940-submarine-y-3-proteus.html A history of military equipment of Modern Greece (1821 - today): (1927-1940) Submarine Y-3 "Proteus"<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref><ref>[http://www.trentoincina.it/mostrapost.php?id=323 I Sommergibili britannici<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref><ref>[http://www.uboat.net/allies/warships/ship/9904.html RHS Proteus (Y 3) of the Royal Hellenic Navy - Submarine of the Proteus class - Allied Warships of WWII - uboat.net<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>. Dopo aver tratto in salvo i superstiti del ''Sardegna'', il convoglio proseguì per Brindisi<ref name="nh1"/>.
 
Il 30 luglio 1941 il piroscafo, insieme ad un altro trasporto truppe, l<nowiki>'</nowiki>''Aventino'', compì un viaggio trasportando truppe da Brindisi a [[Patrasso]] con la scorta della vecchia torpediniera ''[[Giacomo Medici (cacciatorpediniere)|Giacomo Medici]]'' e dell’[[incrociatore ausiliario]] ''[[Attilio Deffenu (incrociatore ausiliario)|Attilio Deffenu]]''<ref name="deffenu2">[http://www.marcosieni.it/file/DEFENNU.pdf Da piroscafo passeggeri ad incrociatore ausiliario.]</ref>.
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Il 10 settembre 1943, due giorni dopo la [[proclamazione]] dell'[[armistizio di Cassibile|armistizio]], l<nowiki>'</nowiki>''Italia'' fu catturato dalle truppe tedesche a Durazzo, in seguito all'occupazione della [[città]] albanese<ref name="theshipslist"/><ref name="agenziabozzo"/><ref name="nmp"/>.
 
Alcune [[settimana|settimane]] dopo i comandi tedeschi decisero di utilizzare l<nowiki>'</nowiki>''Italia'' e le altre navi italiane catturate a Durazzo per trasportare a [[Trieste]] i reparti della [[Divisione (unità militare)|Divisione]] «Brennero», i cui comandanti si erano accordati con i comandi tedeschi per il disarmo e trasferimento della Divisione in Italia<ref name="biblink">[http://www.biblink.it/download%20PDF/Annali__2_06.pdf Annali del Dipartimento di Storia – La Resistenza dei militari]</ref><ref name="secondorisorgimento">[http://secondorisorgimento.blogspot.com/2010/01/una-ricerca-in-corso-il-caso-della.html Secondo Risorgimento<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>. Le operazioni d'imbarco si svolsero a Durazzo il 25 settembre<ref name="biblink"/>. Tali operazioni terminarono su tutte le navi (nel trasferimento vennero coinvolte le vecchie [[torpediniera|torpediniere]] ''[[Rosolino Pilo (cacciatorpediniere)|Pilo]]'' e ''[[Giuseppe Missori (cacciatorpediniere)|Missori]]'' e cinque mercantili, tra cui, oltre all<nowiki>'</nowiki>''Italia'', l'incrociatore ausiliario ''[[Arborea (incrociatore ausiliario)|Arborea]]'', il trasporto truppe ''Argentina'' e probabilmente anche i piroscafi ''Marco'' e ''Brumer''<ref name="secondorisorgimento"/>) alle sei di [[sera]] del giorno stesso (l'ultimo reparto ad essere imbarcato fu il 558º [[Gruppo (unità militare)|Gruppo]] Semovente, i cui 400-500 uomini, che inizialmente si pensava di lasciare a terra per mancanza di posto, vennero infine distribuiti a bordo delle navi in procinto di partire), ed un'ora dopo le sette navi lasciarono il porto [[Albania|albanese]] alla volta di Trieste<ref name="biblink"/>. Tutte le navi &nbsp;– l<nowiki>'</nowiki>''Arborea'', carico di truppe della «Brennero» ma con funzione anche di nave scorta, procedeva in testa, mentre le torpediniere erano ai lati del convoglio, la ''Pilo'' verso il [[mare]] e la ''Missori'' verso [[terra]]<ref name="secondorisorgimento"/> – erano condotte dai loro [[equipaggio|equipaggi]] italiani, disarmati e sorvegliati da picchetti della [[Wehrmacht]] o da reparti della [[Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale]] unitisi alle truppe tedesche<ref name="biblink"/>. Alle 23.45 dello stesso 25 settembre, durante la navigazione, l'equipaggio e gli uomini della «Brennero» imbarcati sulla ''Pilo'' assalirono il picchetto tedesco e, dopo averlo sopraffatto (il [[sottufficiale]] comandante venne ucciso, tre uomini furono gettati in mare e quattro catturati<ref name="secondorisorgimento"/>), riassunsero il controllo della nave, conducendola a [[Brindisi]] il 27 settembre<ref name="biblink"/>. Non vi furono altri tentativi in tale senso, così che il convoglio, dopo aver sostato brevemente a Trieste, proseguì alla volta di [[Venezia]], dove arrivò il 29 settembre, sbarcando gli uomini della «Brennero» allo [[scalo ferroviario]] della [[città]]<ref name="biblink"/>.
 
L<nowiki>'</nowiki>''Italia'' rimase poi sotto il controllo delle [[Wehrmacht|forze tedesche]]. Il 6 luglio 1944 il piroscafo, attaccato da aerei, fu colpito da alcune [[bomba (ordigno)|bombe]], inabissandosi nel [[golfo]] di [[Arsia]], in [[Istria]]<ref name="cn"/><ref name="nmp"/>. Secondo altre fonti, il 6 luglio 1944 l<nowiki>'</nowiki>''Italia'' fu affondato da aerei alleati, ma a [[Trieste]], dove nel 1950 venne recuperato e [[demolizione|demolito]]<ref name="theshipslist"/><ref name="agenziabozzo"/>.