Josef Moroder-Lusenberg: differenze tra le versioni
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|Attività2 = scultore
|Nazionalità = austriaco
|PostNazionalità = -[[Tirolo|tirolese]]. Chiamato ''Lusenberger'', fu il capostipite
|Immagine = Lusenberg Annamaria.jpg
|Didascalia = Josef Moroder con la moglie Annamaria Sanoner in viaggio di nozze nel 1869 a [[Monaco di Baviera]]
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== Vita ==
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Era nato nel [[maso]] Scurcià, il quarto di otto figli di Vincenzo Moroder e Anna Maria Schmalzl. Suo padre morì quando aveva 8 anni. Presto dovette occuparsi dal maso Jumbierch che ereditò dallo zio, ricco commerciante di [[Ancona]].
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Allievi della sua bottega furono i suoi figli, di cui è noto soprattutto [[Johann Baptist Moroder]], e lo scultore [[Ludwig Moroder]], che sposò la sua nipote Adele.
Insegnò per alcuni anni, alla fine dell'
Nel romanzo biografico del 1930 di [[Maria Veronika Rubatscher]], una scrittrice nazional-popolare tirolese, è raccontata dettagliatamente la vita dell'artista ed è descritto accuratamente l'ambiente di vita della Val Gardena di allora. Tale romanzo fu tradotto anche in lingua ladina.
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'''[[Giovanni Testori]]''', nel [[Corriere della Sera]] in una serie sul “Genio degli ignoti”, dedica un “ritratto” a Josef Moroder-Lusenberg, in occasione della mostra dei suoi acquarelli Bolzano nel 1985. Testori descrive in un lungo articolo il Lusenberg come ”''personalità tanto più commovente e grande, quanto più in vita era stata pudica, riservata, tetragona ... totalmente indifferente a ogni gesto che spostasse la mira della sua arte: che fu nulla più, ma neanche nulla meno, dell'amatissima e strettissima realtà della valle, del paese suo Ortisei''”.
Testori nell'esame dell'opera di Josef Moroder si rende conto che, avendo egli frequentato l'Accademia, invece di “''un sorprendente naif, come tanti altri, per vero ancora da scoprire, erano e sarebbero usciti lungo il crinale dell'Alpi. Ne venne ...fuori una sorta d'Holbein, inperterritamente
Nel ritratto ad acquerello di Moroder del ”Pitti da Merc”, allegato all'articolo, il Testori vede: ”''Sulla linea delle più famose, dolenti effigi anarchiche, del secolo scorso, quella linea che trova uno dei pilastri nel Jean Journet di Coubert e, tuttavia, dieci anni, dicesi dieci, prima di quelle, che Van Gogh avrebbe eseguito a Etten (effigi di fronte alle quali questa di Moroder mostra di non cedere d'un solo millimetro), il Pitti da Merc, nelle sue esigue misure di foglio
Il Testori conclude:”''Insomma questo stralunato”apotre” gardenese... ci avvisa che, quando tutto sembra già chiarito e rivelato, tutto, nell'arte, va coraggiosamente riaperto. E di ciò sia lodato, con Dio, anche il nostro dimenticatissimo (ma d'ora in avanti osiamo credere, non più) Josef Moroder Lusenberg; e la serie che, prima o poi, anche le grandi Capitali dovranno decidersi a mettere in mostra, dei suoi inarrivabili acquarelli''”.”<ref name="Giovanni">Giovanni Testori. Dipinti di Josef Moroder Lusenberg (1846-1949) in una Galleria di Bolzano
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'''Sybille-Karin Moser''', analizzando il quadretto “L'ultimo bacio ad Annamaria 29. Juni 1874„, commenta così:
“''Non si percepisce nulla di quella che potrebbe essere stata la influenza di Defregger, la composizione ricorda il primo Manet ... o anche il primo Munch... ma è certo che con questo
== Note ==
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