ARP String Ensemble: differenze tra le versioni
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Il successo straordinario di questo strumento pare sia da ricercare nel modo in cui il suono ''statico'', prodotto dai generatori analoghi a quelli di un normale [[organo elettronico]], veniva modulato per renderlo il più possibile simile a quello percepito da un'orchestra composta da più strumenti simili. All'epoca si utilizzavano effetti basati su [[Bucket Brigade Device|linee di ritardo analogiche]], dalle caratteristiche piuttosto limitate, per simulare un raddoppio del suono originale, ma con strumenti di questo tipo il suono risultava eccessivamente artefatto e dotato di alternanze cicliche e periodiche, per nulla idonee a creare atmosfere spaziose e morbide come la tendenza musicale dell'epoca esigeva.
L'idea alla base dell'effetto che tanto successo riscosse, parte da concetti di [[psicoacustica]] piuttosto semplici: un'orchestra d'archi che esegue una singola nota all'unisono, combina nel medesimo istante la stessa nota emessa da più strumenti uguali fra loro, ma che si presentano con valori di [[Fase (segnali)|fase]], [[Altezza (acustica)|altezza]] e [[Intensità acustica|intensità]] differenti nel tempo e soprattutto con nessuna relazione evidente tra loro; il cervello umano è molto abile a rilevare fenomeni periodici (si pensi ad esempio all'effetto ''[[Effetto moiré|moiré]]'' nella stampa) e per simulare un'orchestra in modo efficace, tali possibili fenomeni vanno in ogni modo evitati. La scelta pertanto si orientò su grandezze non soggette a [[periodicità]], come i [[Numeri primi tra loro|numeri primi]]. L'effetto dello ''String Ensemble'' impiegava tre linee di ritardo '''in''' '''parallelo''' e ognuna di esse era gestita in modo da avere un tempo di propagazione ''primo'' rispetto alle altre due (tempi di ''clock'' rispettivamente di
== Caratteristiche ==
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