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L'importanza della filosofia umanista a [[Venezia]] venne recepita già a partire dagli [[Anni 1360|anni '60]] del [[XIV secolo|'300]], quando Petrarca, supportato dal Cancelliere e ammiratore [[Benintendi Ravegnani|Benintendi Ravagnani]], aveva stabilito dei contatti con la Repubblica, nel tentativo di donarle, al momento della morte, la sua [[Biblioteca di Petrarca|biblioteca privata]]<ref>{{Cita|Wilkins|p. 220}}</ref>. Benché non avesse risieduto che pochissimo tempo a Venezia, Petrarca gettò il seme della sua rivoluzione culturale tramite i contatti epistolari con l'''élite'' intellettuale veneziana. Il primo importante umanista in area veneta fu [[Pier Paolo Vergerio il vecchio]] (1370-1444). Vergerio, pedagogo e autore di un celebre epistolario, si era formato a Padova e, dopo la sua conversione all'umanesimo, pubblicandovi un edizione critica dell'<nowiki/>''[[Africa (Petrarca)|Affrica]]''<ref name=":4">{{Cita|Gambaro}}</ref>. Entrato in contatto, durante il soggiorno fiorentino, con Coluccio Salutati ed Emanuele Crisolora, Vergerio raffinò ulteriormente la padronanza di ambo le lingue classiche, favorendone la diffusione poi a Venezia<ref name=":4" />. Vergerio, inoltre, cercò anche di rendere il nascente umanesimo uno strumento del potere in mano alla Repubblica, spingendo la classe dirigente repubblicana a fondare scuole ove si potessero formare studiosi ed intellettuali finalizzati a questo scopo<ref>In {{Cita|Cappelli|p. 145}}, si ricorda la fondazione, nel 1446, della scuola privata di San Marco, prototipo del modello scolastico delineato dai dirigenti della Repubblica. A differenza però di Firenze, Venezia era una repubblica rigidamente oligarchica, in cui poche famiglie patrizie detenevano gelosamente le redini del potere spartendosi il controllo delle cariche statali.</ref>. Il Vergerio stesso contribuì a fornire alla cultura veneta un "modello" di trattato filo-governativo, cioè il trattato intitolato ''De republica veneta'', in cui viene esaltata la [[costituzione mista]] di Venezia, prendendo spunto dal modello [[Aristotele|aristotelico]] e [[Polibio|polibiano]]<ref>{{Cita|Cappelli|pp. 148-149}}</ref>.
==== Leonardo
Il Vergerio trovò un grande aiuto, per il suo progetto
==== Pedagoghi veneti ====
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Francesco Barbaro è considerato l'umanista più importante che Venezia abbia mai avuto, il «campione dell'interesse della classe dirigente della Serenissima per la nuova cultura»<ref>{{Cita|Canfora|p. 34}}</ref>. Allievo di Guarino, Barzizza e Conversini, Barbaro diede impulso allo studio della letteratura greca da un lato traducendo [[Plutarco]], dall'altro difendendone, nel trattato ''Apologia de rerum graecarum'', la sua dignità culturale da chi invece la vedeva come superflua per la preparazione dell'umanista<ref name=":5" />. Dopo un soggiorno a Firenze (1415) ove conobbe Leonardo Bruni, Niccolò Niccoli e [[Giovanni di Bicci de' Medici|Giovanni de' Medici]], Barbaro diventò [[Senatore|senatore della Serenissima]] nel 1419<ref name=":5">{{Cita|Cappelli|p. 159}}</ref>. In questa veste, dal 1419 fino al 1454, Francesco Barbaro, coadiuvato dal già citato Leonardo Giustinian, si dedicò anima e corpo alla progettazione concreta dell'umanesimo politico veneziano tramite l'attività politica ([[Procuratori di San Marco|procuratore di San Marco]] nel 1452) e quella letteraria<ref name=":5" />. Tra i lavori principali di questo periodo ricordiamo il ''De re uxoria'', trattatello famigliare in cui Barbaro sottolinea l'importanza della madre nell'educazione del bambino secondo i costumi patrii<ref>{{Cita|Tateo, cultura umanistica|p. 95}}</ref>.
=== Lorenzo Giustiniani ===
Già nella prima metà del Quattrocento a Venezia cominciarono a farsi notare, anche, i primi esponenti di quell'[[umanesimo cristiano]] che caratterizzano l'umanesimo veneto. Tra i primi esponenti spicca la figura di [[Lorenzo Giustiniani]] (1381-1456), fratello di Leonardo. Energico promotore della riforma della Chiesa, Lorenzo entrò poco più che ventenne nell'[[Ordine di San Benedetto|ordine benedettino]], dimorando nel monastero posto sull'isola di [[San Giorgio in Alga]] fino al 1433, quando fu prima nominato [[Diocesi di Castello|vescovo di Castello]] dall'ex confratello [[Papa Eugenio IV|Eugenio IV]] e poi, da [[Papa Niccolò V|Niccolò V]], primo [[Patriarcato di Venezia|patriarca di Venezia]] dal 1451<ref>Si veda la voce biografica curata da {{Cita|Del Torre}}.</ref>. Benché la sua produzione fosse legata soprattutto alla trattatistica moralistica e teologica di sapore medioevale, Lorenzo Giustiniani viene inquadrato nell'alveo dell'umanesimo non soltanto per il legame che egli ebbe con [[Guarino Veronese]] e con il camaldolese [[Ambrogio Traversari]], ma anche perché il processo di riforma della Chiesa da lui attuato in comunione con un altro vescovo ed erudito veneto, [[Ludovico Barbo]] sarà raccolto nei decenni successivi dai monaci della sua congregazione e dall'umanista olandese [[Erasmo da Rotterdam]]<ref>{{Cita|Caracciolo}}:
{{Citazione|L’umanesimo veneziano è religioso, ed annovera i nomi di grandi personaggi, da Lodovico Barbo, che avviò la riforma dei Benedettini e venne proclamato santo, a Lorenzo Giustiniani, primo patriarca di Venezia, anch’egli elevato all’ onore degli altari, ai grandi spiriti riformatori del cenobio di S. Giorgio in Alga da cui uscì il ''Libellus ad Leonem X'' in cui si colgono chiari i prodromi della contestazione di Lutero contro l’eccessiva mondanizzazione della Chiesa di Roma.}}
</ref>.
== Il secondo Quattrocento ==
{{Citazione|È allora che l'umanesimo patrizio veneziano giunge al culmine della sua parabola: quando membri stessi del senato e procuratori di San Marco e oratori della Repubblica e futuri dogi si fanno maestri a Padova e a Venezia, esercitano strenuamente la filologia e la filosofia. E divengono collaboratori, anzi stimolatori, della straordinaria politica di promozione delle quasi duecento tipografie che rendono Venezia il ''carrefour'' della cultura umanistica europea e le fanno aprire la prodigiosa "via del libro", quasi a sostituire - almeno in parte - la ormai disastrata "via delle spezie" (fra il 1469 e il 1501 vengono impressi circa due milioni di volumi, soprattutto riguardanti le umanità).|{{Cita|Branca}}}}
== Note ==
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* {{Cita libro|autore = Davide Canfora|titolo = Prima di Machiavelli. Politica e cultura in età umanistica|editore = Editori Laterza|città = Roma-Bari|anno = 2005|ISBN = 88-420-7786-0|cid = Canfora}}
* {{Cita libro|autore = Guido Capelli|titolo = L'Umanesimo italiano da Petrarca a Valla|editore = Carocci editore|città = Roma|anno = 2013|ISBN = 978-88-430-5405-3|cid = Capelli}}
* {{Cita libro|autore=Manlio Torquato Dazzi|titolo=GIUSTINIANI, Leonardo|url=http://www.treccani.it/enciclopedia/leonardo-giustiniani_%28Enciclopedia-Italiana%29/|accesso=2 maggio 2016|collana=Enciclopedia Italiana|anno=1933|editore=Istituto dell'Enciclopedia Italiana|città=Roma|cid=Dazzi|SBN=IT\ICCU\LO1\1038137}}
* {{Cita libro|autore=Giuseppe Del Torre|titolo=LORENZO Giustiniani, santo|url=http://www.treccani.it/enciclopedia/santo-lorenzo-giustinian_%28Dizionario_Biografico%29/|accesso=2 maggio 2016|collana=Dizionario Biografico degli Italiani|anno=2006|editore=Istituto dell'Enciclopedia Italiana|città=Roma|volume=66|cid=Del Torre|SBN=IT\ICCU\IEI\0248759}}
* {{Cita pubblicazione|autore = Claudio Finzi|titolo = La polemica sulla nobiltà nell’Italia del Quattrocento|rivista = Cuadernos de Filología Clásica. Estudios Latinos|volume = 30|numero = 2|url = http://revistas.ucm.es/index.php/CFCL/article/download/CFCL1010220341A/15039|accesso = 30 aprile 2016|pp = 341-380|ISSN = 1131-9062|editore = Universidad Complutense de Madrid|città = Madrid|cid=Finzi}}
* {{Cita libro|autore = Angiolo Gambaro|titolo = VERGERIO, Pietro Paolo, il Vecchio|anno = 1937|editore = Istituto dell'Enciclopedia Italiana|città = Roma|url = http://www.treccani.it/enciclopedia/vergerio-pietro-paolo-il-vecchio_%28Enciclopedia-Italiana%29/|accesso = 30 aprile 2016|cid = Gambaro|collana = Enciclopedia Italiana|OCLC = 311374384|volume = 35}}
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