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=== L'editoria e Aldo Manuzio ===
{{Vedi anche|Aldo Manuzio}}{{Citazione|È allora che l'umanesimo patrizio veneziano giunge al culmine della sua parabola: quando membri stessi del senato e procuratori di San Marco e oratori della Repubblica e futuri dogi si fanno maestri a Padova e a Venezia, esercitano strenuamente la filologia e la filosofia. E divengono collaboratori, anzi stimolatori, della straordinaria politica di promozione delle quasi duecento tipografie che rendono Venezia il ''carrefour'' della cultura umanistica europea e le fanno aprire la prodigiosa "via del libro", quasi a sostituire - almeno in parte - la ormai disastrata "via delle spezie" (fra il 1469 e il 1501 vengono impressi circa due milioni di volumi, soprattutto riguardanti le umanità).|{{Cita|Branca}}}}
A partire dagli anni '70, difatti, Venezia divenne la capitale del libro, grazie all'opera prima dei fratelli [[Giovanni e Vindelino da Spira|Johann e Wendelin von Speyer]], poi del francese [[Nicolas Jenson]] ed infine, a partire dal 1490, da [[Aldo Manuzio]]<ref>{{Cita|Steinberg|pp. 58-60}}</ref>, formatosi alla corte dei [[Pico (famiglia)|Pico]] e grande amico non soltanto del loro rampollo [[Giovanni Pico della Mirandola|Giovanni]], ma anche del [[Agnolo Poliziano|Poliziano]] e di [[Erasmo da Rotterdam]]. Quest'ultimo, destinato a diventare il «più grande stampatore veneziano del [[XVI secolo|Cinquecento]]»<ref>{{Cita|Steinberg|p. 60}}</ref>, si rese celebre per la produzione di edizioni tascabili dei grandi classici latini e greci (le cosiddette ''edizioni aldine''), le quali avevano inoltre il vantaggio di essere economiche, ben illustrate e corredate dai commenti dei più importanti studiosi dell'epoca<ref>{{Cita|Steinberg|p. 61}}</ref>.
=== L'orientamento filosofico-religioso e filologico ===
==== L'influenza di Bessarione e della sua biblioteca ====
{{Vedi anche|Bessarione (cardinale)}}Basilio Bessarione (1403-1472), greco oriundo di [[Trebisonda]] e forte sostenitore dell'unione tra la [[Chiesa ortodossa|Chiesa ortodosso-bizantina]] e quella [[Chiesa cattolica|romana]], dopo la fine del [[Concilio di Basilea, Ferrara e Firenze|Concilio ecumenico di Firenze]] (1439), fu nominato [[cardinale]] e passò al servizio del [[Papa|papato]], intervenendo presso la [[Curia romana|Curia]] per un'efficace politica volta a proteggere e sostenere [[Costantinopoli]], minacciata costantemente dagli [[Impero ottomano|Ottomani]]<ref>Si veda la voce biografica curata da {{Cita|Labowsky}}</ref>. Uomo straordinariamente colto, il Bessarione favorì la diffusione della cultura e della [[filosofia greca]] in Occidente in seguito alla caduta dell'[[Impero bizantino]] (1453), creando intorno a sè un circolo di eruditi (l'''Accademia'' romana) e raccogliendo, per quanto gli fu possibile, i [[Manoscritto|manoscritti]] contenenti il sapere ellenico<ref>Per il ruolo fondamentale svolto da Bessarione nel recupero e nella salvezza di antiche opere greche, si veda [[Umanesimo romano|Cappelli]], pp. 299-304.</ref>. Quando l'anziano cardinale morì a [[Ravenna]], in base a delle trattative già avviate in precedenza con la Repubblica di San Marco nel 1468, la sua enorme biblioteca (costituita da 482 manoscritti greci, 264 latini, per arrivare al numero di 1000 volumi al momento della sua morte<ref name=":0" />) passò in eredità dello Stato veneto (cosa che invece fallì miseramente con Petrarca un secolo prima), determinando in tal modo un incremento nello sviluppo della futura [[Biblioteca nazionale Marciana]]<ref>{{Cita|Biblioteca Nazionale Marciana}}</ref> e favorendo le tendenze greco-ellenizzanti dell'ultimo umanesimo veneto<ref>{{Cita|Branca}}:
{{Citazione|Anche se per vari anni la libreria non ebbe sistemazione appropriata e ne fu difficile la consultazione, essa esercitò un'influenza decisiva sull'ellenismo che caratterizza e rinvigorisce la cultura veneziana negli ultimi anni del Quattrocento.}}
</ref>. Fu infatti in questo ultimo trentennio del Quattrocento veneto che i maggiori protagonisti della vita culturale della Serenissima (Ermolao Barbaro e, in misura minore, Bernardo Bembo) si concentrarono sulla speculazione filosofica, sul tentativo di accordare Aristotele con Platone e sull'applicazione della filologia perfezionata da [[Lorenzo Valla]].
==== Ermolao Barbaro il Giovane ====
{{Vedi anche|Ermolao Barbaro il Giovane}}Considerato come il più grande umanista veneziano<ref>{{Cita|Branca}}: «...del più grande degli umanisti veneziani, Ermolao Barbaro».</ref>, Ermolao Barbaro (1454-1493), chiamato "il Giovane" per distinguerlo dall'[[Ermolao Barbaro il Vecchio|omonimo prozio vescovo di Verona]] e lui stesso umanista<ref>{{Cita|Vespasiano da Bisticci|p. 195}}</ref>, fu la sintesi delle tendenze dell'umanesimo veneto. [[Vittore Branca]] sintentizza efficacemente la figura del Barbaro con questa presentazione:
[[File:Hermolaus Barbarus.jpg|miniatura|[[Jean-Jacques Boissard]] e [[Theodor de Bry|Johann Theodor de Bry]], ''Ermolao Barbaro,'' incisione su rame, 1597.
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{{Citazione|Attraverso le traduzioni e le interpretazioni aristoteliche e l'uso dei commentatori greci dell'antichità, attraverso i trattati morali e civili, attraverso le orazioni e i carmi e le esemplari e impegnatissime epistole, attraverso soprattutto gli acutissimi studi filologici, Ermolao, nonostante la brevità della vita, si impose alla cultura europea. Ancora con Lefèvre d'Étaples e Erasmo e soprattutto col Budé si guardava a lui come al più grande dei maestri della generazione precedente. Era per loro l'erede esemplare dell'umanesimo sapiente e cristiano avviato dal Petrarca e continuato dal Vergerio e da Vittorino, e della tradizione filologica iniziata anch'essa dal genio del Petrarca e sistematicamente sviluppata da Lorenzo Valla.|{{Cita|Branca}}}}
Giovane prodigio, fu già in giovanissima età proclamato poeta laureato dall'imperatore Federico III a Verona (1468), per poi ricevere nel 1474 prima e nel 1477 i dottorati in artibus e quello ''[[in utroque iure]]'', durante gli anni '70 dimostrò un'ottima padronanza filologica traducendo dal greco [[Aristotele]], esponendo non soltanto una comunione culturale dei due filosofi, come fu testimoniato dal Bessarione; ma anche l'uguaglianza della filologia e della filosofia<ref>Si veda la voce biografica curata da {{Cita|Bigi}}</ref>, in quanto «la filosofia è intesa come ricerca del vero tra i tanti miti e superstizioni depositati nella tradizione, così come la filologia ricerca la verità nel testo»<ref name=":0" />, accogliendo con quest'ultima affermazione l'eredità del Valla. In stretto contatto sia con [[Agnolo Poliziano]] che con [[Giovanni Pico della Mirandola]], il suo programma culturale rimandava anche a quella religiosità espressa dal monastero benedettino di San Giorgio in Alga.
== Note ==
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== Bibliografia ==
* {{Cita libro|autore=Jacopo Bernardi|titolo=Biografie di Vittorino da Feltre e Panfilo Castaldi|url=https://books.google.it/books?id=kYhBAAAAYAAJ&printsec=frontcover&hl=it#v=onepage&q&f=false|accesso=1 maggio 2016|anno=1868|editore=Tipografia sociale Panfilo Castaldi|città=Feltre|cid=Bernardi|SBN=IT\ICCU\VIA\0086454}}
* {{Cita libro|autore=Emilio Bigi|titolo=BARBARO, Ermolao|url=http://www.treccani.it/enciclopedia/ermolao-barbaro_(Dizionario-Biografico)/|accesso=3 maggio 2016|collana=Dizionario Biografico degli Italiani|anno=1964|editore=Istituto della Enciclopedia Treccani|città=Roma|volume=6|cid=Bigi|SBN=IT\ICCU\RAV\0018864}}
* {{Cita libro|autore=[[Vespasiano da Bisticci]]|titolo=Vite di uomini illustri del secolo XV|url=https://archive.org/stream/bub_gb_bRx9coasrrsC#page/n3/mode/2up|accesso=3 maggio 2016|anno=1859|editore=Barbera, Bianchi e Comp.|città=Firenze|cid=Vespasiano da Bisticci|SBN=IT\ICCU\SBL\0416595}}
* {{Cita libro|autore=[[Vittore Branca]]|curatore=Alberto Tenenti e Ugo Tucci|titolo=Il Rinascimento. Politica e cultura - L'Umanesimo|url=http://www.treccani.it/enciclopedia/il-rinascimento-politica-e-cultura-la-cultura-l-umanesimo_(Storia_di_Venezia)/|collana=Storia di Venezia|anno=1996|editore=Istituto della Enciclopedia italiana|città=Roma|volume=4|cid=Branca|SBN=IT\ICCU\UM1\0025706}}
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== Collegamenti esterni ==
* {{Cita web|url=http://lettere2.unive.it/caracciolo/Cultura_Venezia.htm|titolo=Umanesimo veneziano|autore=Angela Caracciolo|editore=Università degli studi di Venezia|cid=Caracciolo|accesso=1 maggio 2016}}
* {{Cita web|url=http://marciana.venezia.sbn.it/|titolo=Biblioteca Nazionale Marciana|editore=Biblioteca Nazionale Marciana|cid=Biblioteca Nazionale Marciana|accesso=3 maggio 2016}}, sezione ''Storia e patrimonio'' e ''Bessarione''.
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