LABEN: differenze tra le versioni

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Riorganizzatasi l’Agenzia Spaziale Europea con differenti ambizioni (e anche con un nome diverso, passato da [[ESRO]] a [[ESA]]), l’industria italiana si concentrò sull’elettronica spaziale per i satelliti e le missioni europee di quegli anni. Cominciarono così i successi della LABEN, di volta in volta associata a consorzi internazionali che comprendevano importanti società inglesi, tedesche e francesi: gli apparati elettronici sviluppati a [[Milano]] riguardarono sia i sistemi telemetrici principali dei satelliti e delle sonde, sia i controlli automatici degli strumenti e degli esperimenti ivi installati. All’elettronica di bordo corrispondeva il duale sviluppo del sistema di controllo a terra, da usare sia durante lo sviluppo e test dell'apparato in fabbrica sia per il controllo e supporto da terra dopo il lancio. Praticamente tutte le missioni dell’[[ESRO]] e poi dell’[[ESA]] utilizzarono a bordo o a terra sistemi elettronici di controllo prodotti dalla LABEN, autonomamente o in collaborazione con gli altri membri del consorzio. 
 
Contemporaneamente le stesse competenze venivano usate per i satelliti realizzati dall’[[Agenzia Spaziale Italiana]] ([[ASI]]), a partire dal famoso satellite [[geostazionario]] sperimentale [[SIRIO (satellite)|SIRIO]] nel 1977, che ebbe una vita talmente più lunga di quella prevista da potere essere spostato alla fine ad orbitare sopra la [[Cina]] ed essere venduto a quel governo. Nel frattempo, e grazie allo sviluppo di un computer miniaturizzato per quei tempi modernissimo, la LABEN collaborava ad altri progetti non propriamente spaziali, come il collaudo dei motori dell’aereo da combattimento [[Panavia Tornado|Tornado]], costruito a [[Torino]]. Non mancarono forniture di stazioni di controllo terrestre alla base di lancio italiana di [[Malindi]] ([[Kenia]]), voluta dal prof. [[Luigi Broglio|Broglio]], e alla base europea di [[Kourou]] ([[Guyana Francese]]).
 
Era il “periodo d’oro” della LABEN, che si era ingrandita fino a quasi 400 dipendenti all'inizio degli anni '80<ref>http://www.computerhistory.it/index.php?option=com_content&view=article&id=317&Itemid=173</ref>, organizzati in numerose divisioni, fra le quali spiccava ancora quella originaria della strumentazione nucleare. Uno degli ultimi prodotti LABEN del comparto nucleare fu usato nel 2011 per mappare e misurare le [[radiazioni]] dell’area circostante alla centrale di [[Cernobyl]], quasi 30 anni dopo l’incidente del 1986.