Mugnano di Napoli: differenze tra le versioni

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|Aggiornamento abitanti=30-11-2015
|Divisioni confinanti= [[Napoli]] ([[circoscrizioni]] [[Piscinola]] e [[Chiaiano]]) [[Marano di Napoli]], [[Calvizzano]], [[Villaricca]], [[Giugliano in Campania]], [[Melito di Napoli]]
|Prefisso=[[081 (prefisso)|081]]
|Targa=NA
|Zona sismica=2
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|Didascalia mappa=Posizione del Comune di Mugnano di Napoli nella [[città metropolitana di Napoli]]
}}
'''Mugnano di Napoli''' (''Mugnano 'e Nàpule'' in [[lingua napoletana|napoletano]]), già Mugnano di [[Capodimonte (Napoli)|Capodimonte]]<ref> Cfr. ''Rinascenza Salentina'', A. IV, n. 4, n.s., 1938, XVI, [[Lecce]], 1938, pp. 295-296.</ref>, è un [[Comuni d'Italia|comune italiano]] di {{formatnum:34857}} abitanti<ref name="template divisione amministrativa-abitanti"/> appartenente alla [[città metropolitana di Napoli]] in [[Campania]] e annoverato tra gli antichi ''Casali'' demaniali<ref>''«Mugnano, Casale Regio di Napoli, da cui n'è distante [[miglia]] 4 incirca, situato in luogo piano, ove l'aria non è delle insalubri (...) In oggi è abitato da circa 4000 individui»''. Cfr. Giustiniani L., ''Dizionario Geografico Ragionato del Regno di Napoli: Mugnano'', VI, Napoli, 1797-1816, Arnaldo Foni Editore, ristampa anastatica, [[Bologna]], 1969-70. ''«Trentasei Casali circondavano il Distretto (di Napoli) in modo da servire negli antichi documenti a delimitarlo. Essi appartengono solo largamente alla circoscrizione civile di Napoli, in quanto che avevano gli stessi privilegi della città, dei diritti sull'[[annona (economia)|annona]] e sui [[dazi]]; ma si guidavano con Sindaci propri»''. Cfr. Capasso B., ''Monumenta ad Neapolitani Ducatus Pertinentia'', Tomo II, Napoli, 1881, pp. 38-41,91-103. Il termine deriverebbe da ''Casàti'', vale dire gli abitanti dediti alla coltivazione della terra. Cfr. De Seta C., ''I Casali di Napoli'', Editore Laterza, [[Bari]], 1984.</ref> del [[Regno di Napoli]].
 
== Geografia fisica ==
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=== Geologia ===
La successione geologica s'inquadra nello schema generale della cintura metropolitana con depositi vulcanici che hanno origine dai [[Campi Flegrei]] e, parzialmente, dal sistema [[Monte Somma]]-[[Vesuvio]].
 
L'esame stratigrafico evidenzia materiali [[piroclasti]] quali [[pozzolana]]<ref> La pozzolana è il [[litotipo]] più comune risalente al secondo e terzo Periodo Flegreo (da 35.000 a 500 anni fa).</ref> humificata, tufo generalmente compatto, brecce, elementi lavici, [[xenolite]] di tipo lavico e cinerite relativa alle eruzioni vesuviane e a quelle flegree degli [[Astroni]]<ref>Eruzioni denominate ''Astroni I-II'' del terzo Periodo Flegreo.</ref>. Concludono la sequenza, livelli di cenere, pomice granulare policroma, lapillo e sabbia.
 
La posizione orografica risulta favorevole in quanto svolge la funzione di [[spartiacque]] dell'assetto [[idrografico]] camaldolese. Quest'ultimo appare caratterizzato da ripidi torrenti i cui ammassi di fango o ''lave'' s'immettevano nel [[torrente]] di Camaldoli<ref>L'antico letto dell'alveo, conosciuto come il ''canalone'', seguiva la direttrice Cupa dei Cani, via Ritiro del Carmine, piazza [[Dante]] (localmente ''Miezo 'o Llario=in mezzo al Largo''), via Chiesa, via [[Armando Diaz]] (già ''via Majo''), Piazza Cioto e via San Giovanni (già ''via San Giovanni a Carpignano''). Da quest'ultima proseguiva per Giugliano in Campania attraverso via [[Cristoforo Colombo]], mentre per Melito di Napoli lungo via [[Giovanni Gentile]], via [[Giovanni Verga]], Cupa Cannito (scomparsa in seguito alla realizzazione della [[Strada Provinciale]] 1) e Cupa di Melito. Cfr. Comune di Mugnano di Napoli. Ufficio tecnico comunale, ''Planimetrie catastali cosiddette «borboniche»'', levate 1881,1882,1884 e aggiornamenti 1960, 1962.</ref> percorrendo a nord la pianura in direzione di Giugliano in Campania e Melito di Napoli sino alla confluenza nel fiume [[Clanio]]<ref>Analogamente all'alveo ''Spinelli-Torricelli'', l'antica ''Cupa del Pisciaturo'' citata in una [[novella]] di [[Giambattista Basile]], che delimita il confine con Piscinola e Melito di Napoli. Cfr. Comune di Mugnano di Napoli, Ufficio tecnico comunale, L.R. 07.01.83: ''Piano Regolatore Generale-Indagini geologico-geognostiche della piana campana e del territorio di Mugnano di Napoli'' a cura di E. Cocco e P. De Rosa-Università degli Studi ''«Federico II»'' di Napoli, 1983.</ref>.
 
La millenaria erosione delle acque nei banchi di [[tufo]] giallo flegreo ha generato solchi o ''cupe'', e ''cavoni'', profondi valloni tra pareti a picco<ref>Sia le cupe che i cavoni costituiscono una nota dominante dei Campi Flegrei e della Pianura Campana. Cfr. De Pasquale V., ''Misteri e simbologia delle tombe a camera del IV-III secolo a.C. esistenti a Napoli'', Irace Print s.r.l., Napoli, 1980, pag. 5.</ref>.
 
A causa delle continue inondazioni che apportavano ingenti danni a campagne e fattorie, con la [[dinastia]] reale dei [[Borbone]] venne realizzato nella prima metà del [[XIX secolo]] un grande alveo artificiale, il ''Lagno''<ref>''«Dietro le proteste e il danno continuo delle popolazioni proprio alle porte di Napoli (...) e dopo un primo tentativo compiuto nel 1817 per rettificarne il corso, regolare il bacino inferiore del [[Volturno]], utilizzare le torbide durante le piogge, colmare alcuni stagni e paludi fra Licola e il [[lago di Patria]] (...) il 5 ottobre 1857 fu presentato alla Discussione del Consiglio Ordinario dello Stato il progetto di regolamento pel buon regime delle terre in pendio nei raggi delle opere di bonificazione che piacque al Re e, per volere di Lui, doveva essere tenuto presente nella discussione sulla legge forestale»''. A Mugnano di Napoli, il torrente di Camaldoli straripava nel tratto di Cupa dei Cani alle spalle della Chiesa del Ritiro del Carmine. Cfr. Ciasca R., ''Storia delle bonifiche del Regno di Napoli'', Laterza, Bari, 1928, pp. 44, 108, 136, 167 e 226.</ref>, che attraversa Mugnano di Napoli ad ovest per una lunghezza di circa 1.5 &nbsp;km<ref>Tra via [[Giuseppe di Vittorio]] e Corso Italia rasentando via [[Orazio]]. Nonostante numerosi progetti di riqualificazione e recupero, questo tratto è stato parzialmente coperto con interventi della Regione Campania. Cfr. ''Il killer Camaldoli'' da: ''Il Mattino'' del 21 giugno 1988.</ref> sfociando in mare tra [[Licola]] e Varcaturo.
 
{{Nota
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|titolo = Le origini del nome
|contenuto = Secondo l'ipotesi più attendibile, il [[toponimo]] Mugnano deriverebbe dal verbo latino ''munìre=fortificare''<ref>Rispetto al nome [[prediale]] di origine puteolana ''Minius'' o ''Munius'' proposto da Finamore E. in ''Origine e storia dei nomi locali campani'', Arcolaio, Napoli, 1964, pag. 53 e riportato in Gargiulo F., op. cit. pag. 32.</ref> in relazione ad un piccolo insediamento (''castrum munitum'') posto ai limiti settentrionali del [[Ducato di Napoli]]<ref>Il Ducato di Napoli confinava con i Longobardi di [[Capua]] lungo il ''Fossatum publicum'' che attraversava i Casali di ''Grumum'' ([[Grumo Nevano]]), ''Malitum'' (Melito) e ''Paniscoculi'' (Villaricca). Cfr. Gribaudi P., ''Sul nome «Terra di Lavoro»'' in ''Rivista Geografica Italiana'', XIX (1907), pp. 193-210.; Cfr. Chianese D., ''Paniscoculi'', pp. 39-40.</ref>. Documenti e cartografie antiche riportano le denominazioni ''Munianum''<ref>Cfr. Capasso B., op. cit. pagg. 70 e 79.</ref>, ''Mugnanum''<ref>Cfr. Giustiniani L., ''Dizionario Geografico-Ragionato del Regno di Napoli'', Presso V. Manfredi, Napoli, 1803, pag. 177.</ref>, ''Mungnanum''<ref>''Ibidem''</ref>, ''Mognano''<ref>Cfr. [[Archivio di Stato di Napoli]], ''Fondo Notai del 600'', Scheda n° 540/8, Fogli da 152 a 155. Cfr. [[Biblioteca nazionale Vittorio Emanuele III]] di Napoli, Sez. Manoscritti, ''Carta Topografica della Provincia di Terra di Lavoro'', di De Rossi D.</ref>, ''Moiano''<ref>Cfr. De Seta C., op. cit., pag. 30.</ref> e ''Mongano''<ref>Cfr. Summonte G.A., ''Historia della Città e Regno di Napoli'', I, a spese di Raffaello Gessari nella Stamperia di Domenico Vivenzio, Napoli, 1748, pp. 314-315.</ref>.
}}
 
=== Clima ===
È presente il [[clima mediterraneo]] di tipo [[temperato caldo]]. Le estati sono lunghe e calde mentre gli inverni sono brevi, relativamente miti ma con intense precipitazioni tra ottobre e gennaio a causa dell'aria umida proveniente dal [[Mar Tirreno]].
 
Le [[temperature]] [[medie]] invernali sono di solito inferiori ai 10&nbsp;°C. Le medie estive sono di 26&nbsp;°C con valori massimi che possono raggiungere i 30&nbsp;°C<ref>[http://www.ilmeteo.it/portale/medie-climatiche/Mugnano+di+Napoli Clima Mugnano di Napoli - Medie climatiche » IL METEO<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>. Tuttavia, nel corso della grande [[ondata di freddo e nevicata del febbraio 1956]] e dell'[[ondata di freddo del gennaio 1985]], sono state registrate temperature minime di -4.5/5&nbsp;°C. L'[[ondata di freddo del febbraio 2012]] ha comportato fenomeni nevosi durati complessivamente dieci giorni.
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Fonti documentarie risalenti all'[[Alto Medioevo]] descrivono questi luoghi ancora immersi nell'estesa [[macchia mediterranea]] con selve, boschi, cedui, fratte e canneti<ref>Vedasi nota 50</ref> misti a terreni agricoli e ai nuclei abitativi succedutisi nei secoli.
 
L'origine protostorica di Mugnano di Napoli è stata confermata, nel 2008, dal rinvenimento in contrada ''Senza Fegato''<ref>Cfr. Comune di Mugnano di Napoli. Ufficio tecnico comunale, Soprintendenza BB.AA. di Napoli e Pompei, D.Lgs. n° 42/04: ''Vincolo conservativo località Senza Fegato-via [[Eugenio Montale]]'', Luglio 2008.</ref> di ceramica dell'[[età del Bronzo]] Antico precedente la grande eruzione vesuviana delle ''pomici di [[Avellino]]'' verificatasi nel [[II millennio a.C.]]<ref>Eruzione avvenuta tra il 1880 e il 1680 a.C..</ref>. Tali resti si inquadrano nella ''[[facies]]'' culturale di [[Palma Campania]] con capanne a pianta rettangolare e recinti per animali domestici. Le attività di sussistenza erano basate prevalentemente sull'agricoltura e allevamento<ref>Sulla ''facies'' di Palma Campania vedasi: Albore Livadie C., ''L'eruzione vesuviana delle Pomici di Avellino e la facies di Palma Campania''. Edipuglia, Bari, 1999.</ref>.
 
In epoca classica ([[V secolo a.C.]]) il suo territorio si collocava in posizione strategica tra l'ambiente costiero e collinare, interessato dalla colonie della [[Magna Grecia]], e l'[[entroterra]] campano occupato da [[Popoli indigeni|autoctoni]] [[Italici]] ed [[Etruschi]] gravitando intorno ai centri urbani di [[Cuma]], [[Liternum]], [[Pozzuoli]], [[Napoli]] e [[Atella (comune)|Atella]].
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Le sepolture, in prevalenza a [[inumazione]], sono costituite da lastroni di tufo, tegoloni<ref>Dette anche ''a cappuccina'' per la tipica forma a spiovente.</ref> o semplici fosse terragne. I corredi funerari presentano, di norma, ceramica acroma di produzione locale e a vernice nera accanto alla più pregiata [[ceramica campana]] a figure rosse.
Di particolare interesse archeologico, è una vasta area comprendente le contrade Napolano, Torricelli, Fiore, Epitaffio e parte di Cannito Piccolo<ref>Cfr. Comune di Mugnano di Napoli. Ufficio tecnico comunale, Soprintendenza BB.AA. di Napoli e Caserta, D.Lgs. n° 431/85: ''Localizzazione delle aree di interesse archeologico nell'area nord-ovest della provincia di Napoli-Area n° 12''. Successivamente, DD.LL. del 20.06.94, 09.12.02 e 21.03.05 ''(aree vincolate)'' e D.Lgs. 42/04 artt. 10,13,15 ''(aree da sottoporre a vincolo conservativo)''.</ref>.
 
La prima scoperta archeologica documentata risale al 1829 nei pressi della ''[[Masseria]] Monaco'', oggi Villa Vulpes-Chianese, e consiste in alcune sepolture ascrivibili agli Italici [[Osco]]-[[Sanniti]] di inizi [[età ellenistica]] tra il IV secolo a.C. ed il [[III secolo a.C.]]<ref>Le sepolture contenevano vasellame e alcune monete di Napoli e della [[colonia romana]] di [[Sessa Aurunca]]. Cfr. Ruggiero M., ''Degli scavi di antichità di terraferma dell'antico Regno di Napoli dal 1743 al 1876: [[Casandrino]] e Mugnano di Capodimonte 1761-1829'', V. Morano, Napoli, 1888.</ref>.
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Al medesimo periodo risalgono i resti di un insediamento rurale, '''unico esempio attestato in Campania''', e una vasta necropoli composta da settanta sepolture, venuti alla luce in contrada Paparelle nel 1998<ref>Cfr. Fabris D., ''Lungo il Torricello, un mausoleo di età romana in Mugnano di Napoli'', Aurani, Giugliano in Campania (NA), 2000, pp. 21-22.</ref>. Tali vestigia sono parzialmente inglobate nel piano-cantinato della Scuola Media Statale ''«Illuminato-Cirino»'' che costituirà il ''«Museo Ipogeo»'' in fase di completamento<ref>Cfr. Comune di Mugnano di Napoli. Ufficio tecnico comunale, Soprintendenza BB.AA. di Napoli e Caserta, D.Lgs. n° 490/99: ''Vincolo conservativo località Paparelle'', 08.01.01. Questa pagina Wikipedia si avvale della consulenza dell'Archeologo e Storico locale Davide Fabris al quale si deve la scoperta dei resti archeologici di contrada Paparelle e la promozione del ''«Museo Ipogeo»''. Cfr. Comune di Mugnano di Napoli, Ufficio tecnico comunale, ''Progetto Culturale Polivalente «Oskoi-Arte e Cultura Napoli Nord»'' a cura dell'Associazione Studi Meridionali Onlus ''«N'Azione Napoletana»'' di Giugliano in Campania (NA), Delibera di Giunta Comunale n° 101 del 18.09.00.</ref>.
 
Durante la tarda [[repubblica romana]] (fine [[I secolo a.C.]]) raggiunse la più alta densità demografica in seguito all'espansione della colonia marittima di Pozzuoli, con una vasta dislocazione di ''villae'' e monumenti funerari collegati alla [[via Consolare Campana]] e uno sviluppo economico attestato sino alle [[invasioni barbariche del V secolo]]<ref> Cfr. Camodeca G., ''[[Quarto Flegreo]]'', ORPI Officina Grafica s.n.c, Napoli, 1980, pag. 5.</ref>.
 
Un [[mausoleo]] di epoca imperiale ([[I secolo d.C.]])<ref>Descritto per la prima volta nel 1932 dal Regio Ispettore ai Monumenti Giacomo Chianese, il mausoleo presenta affinità con il coevo sepolcro denominato ''Ciaùrro'' situato nella villa comunale di Marano di Napoli. Cfr. Regia Soprintendenza alle Antichità della Campania e del Molise, ''Mugnano-Masseria Torricello. Relazione tecnica'', 21.11.32 ''(Collezione privata Davide Fabris)''. Cfr. Comune di Mugnano di Napoli (NA), Ufficio tecnico comunale, Sovrintendenza BB.AA. di Napoli e Caserta, Legge 1089/39: ''Vincolo conservativo Masseria Torricelli e mausoleo funerario'', 20.06.94.</ref> è utilizzato come cisterna nella [[Masseria]] Torricelli (fine [[XVI secolo]]) in via Antica di Chiaiano. Quest'ultima ripercorre un [[tratturo]] preistorico che acquistò un'importante funzione nel Medioevo collegando Napoli ai Casali della [[Liburia]], l'odierna [[Terra di Lavoro]]<ref>Cfr. Fabris D., ''Lungo Il Torricello'', op. cit., pag. 6.</ref>.
 
Un [[ipogeo]] di I-[[II secolo d.C.]]<ref>Oggigiorno scomparso, fu rinvenuto durante gli scavi per la realizzazione del metanodotto ed è erroneamente definito ''"tomba a cassa (di tufo) risalente a più di un secolo a.C."'' in Gargiulo F., ''Mugnano di Napoli tra storia e tradizioni'', Ferraro Editore, Napoli, 1980, pp. 26 e 46. L'archeologo Davide Fabris è in possesso di un rilievo architettonico del monumento di prossima pubblicazione. Era simile ai più noti ipogei di Melito di Napoli e [[Caivano]]. Cfr. Jossa Fasano A., ''Melito nella storia di Napoli'', Grimaldi e C. Editori s.r.l., Napoli, 1978; Cfr. ''L'ipogeo di Caivano'' in ''Atti del Convegno di Caivano del 7 ottobre 2004'', a cura di G.Libertini, Istituto di Studi Atellani, Frattamaggiore, 2005.</ref> e una villa rustico-residenziale<ref>Comune di Mugnano di Napoli (NA), Ufficio tecnico comunale, Soprintendenza BB.AA. di Napoli e Caserta, Legge 1089/39: ''Vincolo conservativo tratto nuova strada di collegamento via dei Fiori-via Santa Maria a Cubito'', 10.12.91.</ref> di fine I secolo a.C.-[[III secolo d.C.]] sono stati rinvenuti rispettivamente in via [[Giacomo Brodolini]]<ref>Già ''via Cannito Piccolo'' indicata dal Gargiulo, op. cit., pag. 46 come ''Località Crocevia''. Cfr. Comune di Mugnano di Napoli (NA), Ufficio Tecnico Comunale, ''Planimetrie catastali'', cit..</ref> e via Giuseppe Di Vittorio tra il 1970 ed il 1990.
 
Resti della [[centuriazione]] sono individuabili nelle direttrici stradali: via Santa Maria delle Grazie; via Rolando Rossetti-via della Resistenza<ref>Già ''via Toccare''. ''Ibidem''.</ref>-Cupa di Melito; via Murelle-via Roma<ref>Già ''Largo S. Aniello''. ''Ibidem''.</ref>-via Armando Diaz-via Giacomo Brodolini; via [[Guglielmo Oberdan]]-Via [[San Lorenzo]] e, infine, via alveo Spinelli-Torricelli<ref>Cfr. Fabris D., ''Lungo il Torricello'', op. cit., pag. 23.</ref>.
 
Lungo l'alveo di Camaldoli sorse nel [[V secolo]] l'abitato rurale di ''Carpinianum'' con la chiesa dedicata a [[San Giovanni Battista]], una delle più antiche della periferia napoletana.
 
In seguito alle incursioni di [[Vandali]], [[Eruli]]<ref>Vandali ed Eruli, devastarono la vicina Atella tra il 455 ed il 476.</ref>, [[Ostrogoti]]<ref>Durante la sanguinosa [[guerra gotica (535-553)]] contro i [[Bizantini]]; Cfr. Procopio, ''De bello gothico'', I, 10.</ref> nella pianura e, più tardi, di [[Saraceni]]<ref>La memoria storica testimonia le frequenti incursioni di Saraceni nei primi secoli del Medioevo quanto dei più temibili acquartieramenti di loro milizie mercenarie nelle zone periferiche, dal momento che: ''«per li confini di questi territori, la Liburia longobarda e Ducato (bizantino), erano li Capuani e Neapolitani in continue guerre (...) I Saraceni, ora nemici, ora alleati coi Longobardi ed il Duca di Napoli, infestavano queste terre e così rimanevano i borghi e le campagne vuote d'abitanti; cresceva l'impunità e con esse violenze d'ogni specie»''. Cfr. Chianese D., ''Paniscoculi'', Napoli, Regia Tipografia Giannini, 1902, pp. 26-37.</ref> e [[Longobardi]] nel tentativo di conquistare Napoli<ref>Napoli venne assediata dai Longobardi nell'inverno del 581.</ref>, gli abitanti di Carpignano iniziarono a trasferirsi dalla parte opposta dell'alveo, forse un cavone, i cui argini erano abbastanza elevati da consentire un riparo adeguato.
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Di conseguenza, venne fondato nel [[X secolo]] ''Munianum''<ref>L'attuale centro storico, localmente ''‘E bbèchere=i vicoli''.</ref> assieme alla cappella di ''[[Santa Maria Assunta]] al Trivio'' nei possedimenti della [[Chiesa dei Santi Severino e Sossio]] a Napoli<ref>Cfr. Archivio Storico Diocesano di Napoli, ''Fondo Sante Visite, Cardinale [[Alfonso Gesualdo]] 1598'', Vol. VIII, foglio 156.</ref>.
 
Nel corso del [[XIII secolo]], [[Federico II di Svevia]] riconobbe a Mugnano la fisionomia giuridica di ''Universitas Civium'', ovvero comunità autonoma di cittadini, mantenendo rapporti specifici e privilegi con Napoli<ref>Cfr. Del Pezzo N., ''I casali di Napoli'', in ''Napoli nobilissima'', n° 1, Napoli, 1892, pp.139-140.</ref>.
 
Nel [[1789]] Mugnano fu sede di un importante Circolo di ''«Studi di Antichità»'' nel Palazzo Dentice<ref>L'attuale proprietà De Magistris in piazza Dante.</ref>, cui prese parte il Marchese [[Michele Arditi]], Soprintendente agli Scavi del Regno Borbonico e Direttore Generale del [[Museo Archeologico Nazionale di Napoli]]<ref>''«Praetermissa in Plautum. Queste osservazioni Plautine sono state messe insieme da me nell'anno Allense 1789, e propriamente dal dì 28 di aprile in poi; godendo dopo le mie non ignobili vicende dell'ozio letterario in Mugnano di Capodimonte, in casa del Cav. D. Francesco Dentice (di Accadia) mio amico»''. Cfr. ''Rinascenza salentina'', op. cit..</ref>.
 
Da un atto notarile (il più antico che riguarda la storia di Mugnano), redatto il 30 aprile del [[955]]: dei proprietari terrieri cedono a un loro parente alcuni terreni presso una piscina in località ''Munianum''<ref>in atto</ref>. Invece da un documento del [[959]]: si viene a conoscenza dell'esatta posizione geografica di Mugnano, dell'esistenza della chiesa di Santa Maria e della località ''Canniti''<ref> Le attuali contrade ''Cannito Grande'' e ''Cannito Piccolo''. Comprendono le omonime vie ridenominate nel 1986 via [[Aldo Moro]] e via Giacomo Brodolini </ref>
 
 
Il casale in passato era mèta delle migliori famiglie nobili napoletane, alcune delle quali vi si stabilirono.
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=== Simboli ===
Mugnano di Napoli ha, come propri simboli distintivi, lo [[stemma]] e il [[gonfalone]]<ref>Stemma e gonfalone sono riconosciuti dal [[decreto]] del [[Presidente della Repubblica]] dell'11.11.1974, registrato dalla [[Corte dei Conti]] il 17.12.1974, registro nº 10 foglio nº 37, trascritto nel registro [[araldico]] dell'[[Archivio Centrale dello Stato]] il 22.01.1975 nonché nei registri dell'ufficio araldico il 26.02.1975</ref>.
 
==== Stemma comunale ====
Il vecchio stemma raffigura un mugnaio con un asino intento a girare una macina da mulino<ref>Da cui l'[[etimologia popolare]] del toponimo antico ''Munianum'' da ''Ager Munianus''=''campo dei mugnai'' che si ritrova in Gargiulo F., op. cit., pag. 30.</ref> mentre l'attuale è estratto dall'[[Archivio di Stato di Napoli]] ed è conforme al [[Sigillo (oggetto)|sigillo]] del Comune di Mugnano di Capodimonte esistente nel fondo: ''"Voci di Vettovaglie"'' in Terra di Lavoro<ref>Cfr. Fascio 128, fascicolo 3, pag. 45</ref>:
{{Citazione| D'azzurro al tralcio di vite posto in banda abbassata sul fianco sinistro dello scudo, pampinoso di sei e fruttato di quattro, il tutto d'oro, sormontato da uno [[stiletto]] d'argento posto in palo manicato d'oro, ornamenti esteriori da comune}}
 
==== Gonfalone ====
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Nel comune aveva sede la società di calcio [[Football Club Neapolis|Neapolis]], non più attiva. Il Naples 1926 C5, è invece una società di calcio a 5 che milita nel campionato regionale di Serie C1.
 
Mugnano ha dato i natali a tre calciatori di [[serie A]]: [[Giulio Migliaccio]],[[Raffaele Palladino]] e [[Pasquale Schiattarella]]
 
È originaria di Mugnano, Assunta Agliata, fece la prima dimostrazione di pugilato femminile<ref>[http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1984/08/17/sul-ring-una-donna.html SUL RING C'È UNA DONNA - la Repubblica.it<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>.