Palamede (Euripide): differenze tra le versioni

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{{avvisounicode}}
{{Dramma
|Titoloitaliano=Palamede
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|Epocacomposizione=
|Primarappresentazione=[[415 a.C.]]
|Personaggi=[[Palamede]]<br>Eace<br>[[Nauplio (mitologia)|Nauplio]]?<br>[[Odisseo]]<br>[[Agamennone]]<br>Coro di soldati argivi?
|Teatro=[[Teatro di Dioniso]], [[Atene]]
|Primaitaliana=
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}}
 
'''''Palamede''''' ({{lang-grc|Παλαμήδης|Palamédes}}) è una [[tragedia]] frammentaria di [[Euripide]], composta nel [[415 a.C.]]<ref>[[Claudio Eliano]], ''Varia Historia'', II 8.</ref> e facente parte di una [[tetralogia]] comprendente anche ''Alessandro'', ''[[Troiane (Euripide)|Troiane]]'' (unica tragedia oggi rimasta) e ''Sisifo''.
 
==Trama==
In base ai frammenti<ref>''TrGF'', 578-590 {{cita|Nauck}}.</ref>, risulta che il dramma raccontava, partendo dall'astuzia di [[Palamede]] nello scoprire la finta pazzia di Odisseo, la partenza per Troia dell'esercito greco, le aperte critiche verso il comando di Agamennone, la conseguente condanna a morte di Palamede, istigata da Odisseo ed Agamennone sulla base della falsa lettera che avevano fabbricato per accusarlo di tradimento; raccontava poi di come Eace riuscì ad informare il padre [[Nauplio (mitologia)|Nauplio]], rimasto in patria, dell'accaduto, scrivendo su alcuni remi la sorte toccata al fratello e gettandoli poi nell'[[mar Egeo|Egeo]] nella speranza che raggiungessero la Grecia. Ritrovati i remi (il cui viaggio fu forse propiziato da [[Poseidone]] o da un'altra divinità)<ref>{{cita|Collard-Cropp|p. 48}}.</ref> ed appresa la morte del figlio, Nauplio probabilmente giunse a Troia minacciando Agamennone di vendicarsi, senza ottenere per il momento nessun risultato (riuscirà a vendicarsi successivamente facendo naufragare molte navi greche, di ritorno da Troia, contro una scogliera mostrando falsi segnali col fuoco).<ref>''Scholia in Euripidem, Orestes'' 432; {{cita|Collard-Cropp|pp. 46-49}}.</ref>
 
Proprio l'episodio dei remi fu parodiato da [[Aristofane]] nelle ''[[Tesmoforiazuse]]'': Mnesiloco, travestitosi da donna ed intrufolatosi alla festa delle [[Tesmoforie]] per difendere Euripide dall'accusa di misoginia, viene smascherato dalle altre donne e, vagliando vari tentativi per chiedere soccorso ad Euripide per uscire da quella situazione, pensa di scrivergli su un remo, proprio come Eace al padre Nauplio.<ref>Aristofane, ''Tesmoforiazuse'' 769-775.</ref>
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==Note==
{{references}}
 
==Bibliografia==
* {{en}} ''Euripides: Selected Fragmentary Plays'', 2. Alexandros, Palamedes, Sisyphus, Oedipus, Andromeda, Antiope, Hypsipyle, Archelaus edd. C. Collard, M. J. Cropp, J. Gibert, Oxford 2004.
 
{{Tragedie greche}}
{{portale|antica Grecia|teatro}}