Intelligenza collettiva: differenze tra le versioni

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Secondo questa prospettiva, dunque, la complessità di un sistema emerge dall'interazione delle parti che lo compongono. Un primo esempio di sviluppo e [[auto-organizzazione]] lo ritroviamo nel Gioco della Vita o A-Life sviluppato dal matematico [[John Horton Conway]]: una simulazione che mostra come schemi complessi possono emergere dall'implementazione di regole molto semplici.
 
[[Steven Johnson]] parla di sistemi emergenti considerando i meccanismi di auto-organizzazione ''bottom-up'', ovvero dal basso verso l'alto, ponendo l'attenzione sulle connessioni<ref>{{Cita libro|autore=Steven Johnson|titolo= La nuova scienza dei sistemi emergenti. Dalle colonie di insetti al cervello umano, dalle città ai videogame e all'economia, dai movimenti di protesta ai network|anno=2004|editore=Garzanti|città=Milano|p=|pp=|ISBN= 881159264-X }}</ref>. Presi singolarmente, una formica o un neurone non sono particolarmente intelligenti. Tuttavia se un numero abbastanza elevato di elementi così semplici interagisce e si auto-organizza, può attivarsi un comportamento collettivo unitario, complesso e intelligente, definito anche [[Swarm_intelligence|swarm intelligence]]. Se questo comportamento ha anche un valore adattativo, ci troviamo di fronte ad un fenomeno "emergente" come una colonia di formiche o il nostro cervello. Steven Johnson fa l’esempio delle colonie di formiche studiate da Deborah Gordon, le quali presentano alcuni dei comportamenti tipici dei sistemi bottom-up. Le formiche, cioè, non possiedono veri e propri capi e la stessa idea di formica regina è fuorviante: esse seguono piuttosto la logica di sciame. Johnson ha indicato cinque principi alla base della formazione della macrointelligenza: a) la quantità, nella quale si disperde l’errore e avviene il massimo della cooperazione; b) l’ignoranza individuale, che mantiene in equilibrio il sistema; C) gli incontri casuali, che rendono il sistema dinamico quanto basta; d) le configurazioni dei segnali; d) l’osservazione dei vicini.
Secondo lo studioso americano Howard Bloom, qualsiasi sistema mostri un comportamento intelligente - dalle coloni batteriche alle società umane - può essere spiegato nei termini sia di sistema complesso adattivo generato dal computer e algoritmo genetico, due concetti elaborati dallo studioso John Henry Holland.