Castello di Montalto in Chianti: differenze tra le versioni

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Durante i seguenti due secoli e mezzo ci sono poche informazioni sul castello. Uno studio demografico<ref>L. BONELLI CONENNA, “Castelnuovo Berardenga nel XVII secolo. La relazione Gherardini del 1676”, Biblioteca Comunale di Castelnuovo, Quaderno 7, 1987.</ref> commissionato nel 1676 dal granduca di Toscana [[Cosimo III de' Medici]] segnala 7 fuochi (famiglie) per complessivi 50 individui di cui 32 maschi (esclusi gli stessi Palmieri). Il [[Catasto Leopoldino]] del 1830<ref>Archivio di Stato di Siena, Catasto Leopoldino, sez.L, f.25.</ref> registra a Montalto 5 poderi e vari appezzamenti di terreni adibiti a vigne, agricoltura e boschi.
 
Giuseppe Palmieri intraprese nuove opere di restauro nella metà del [[XIX secolo]], nello stile neo-gotico[[Architettura neogotica|neogotico]] che era diffuso a quel tempo. Le mura di difesa furono ricostruite e la torre fu rialzata ad una altezza simile a quella originale. La cappella fu rifatta all'interno delle mura e adornata nel 1853 da una [[pala d'altare]] in stile rinascimentale, ad opera dello stesso Giuseppe, che raffigura la ''Madonna con bambino affiancata da due santi'' e con il castello di Montalto visibile nel sottofondo.
 
L'opera di ristrutturazione fu completata nel 1908 dal figlio Antonio, a cui si deve anche la realizzazione della torre d'ingresso, impreziosita nella parte interna da un affresco sovrastante il tipico [[arco ribassato]] senese e raffigurante [[Martino di Tours|san Martino]] che dona il proprio mantello a un mendicante.