Eschilo: differenze tra le versioni

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==Biografia==
[[File:Archeologico firenze, bronzi della Meloria, eschilo.JPG|thumb|Bronzo rinascimentale di Eschilo, al [[Museo archeologico nazionale di Firenze]]]]
Nato a [[Eleusi (demo)|Eleusi]]<ref>Un'allusione al luogo di nascita in [[Aristofane]], ''Rane'', vv. 886-887.</ref> intorno al [[525 a.C.]], di famiglia nobile, fu testimone della fine della tirannia dei [[Pisistrato|Pisistratidi]] ad [[Atene]], nel [[510 a.C.]] Combatté contro i [[persia]]ni nelle battaglie di [[battaglia di Maratona|Maratona]] ([[490 a.C.]]), di [[battaglia di Salamina|Salamina]] ([[480 a.C.]]) e di [[battaglia di Platea|Platea]] ([[479 a.C.]])<ref>[[Pausania il Periegeta|Pausania]], I 14,5.</ref>. A proposito della battaglia navale di Salamina, di cui il poeta dà il resoconto ne ''[[I Persiani]]'', è interessante notare come la tradizione assegni lo stesso giorno, sulla stessa isola, alla nascita di [[Euripide]]. Nello stesso periodo, si dice, il giovane [[Sofocle]] intonava i primi ''[[peana]]''.
<br>Eschilo fu forse iniziato ai [[misteri eleusini]], come farebbe intendere [[Aristofane]] ne ''[[Le rane]]''<ref>Vv. 330 ss.</ref>, e secondo alcune leggende sarebbe stato persino processato per [[empietà]], dopo averne rivelato i segreti, e questa sarebbe la causa del suo secondo esilio a [[Gela]], in [[Sicilia]], dopo il suo ultimo grande successo nel [[458 a.C.]] con l'''[[Orestea]]''<ref>Th. Lenschau, s.v. ''Hieron'', in Pauly-Wissowa, ''Real-Encycl.'', VIII, col. 1496 ss.</ref>.<br>
In realtá, sembrerebbe piuttosto aver risposto all'invito del tiranno [[Gerone I|Gerone]], per cui fece rappresentare ''I Persiani'' e scrisse le ''Etnee'' per celebrare la fondazione della città di Aitna<ref>[http''Vita Aeschyli'' 9://www οἰωνιζόμενος βίον ἀγαθὸν τοῖς συνοικίζουσι τὴν πόλιν.treccani.it/enciclopedia/eschilo_(Enciclopedia-Italiana)/]</ref>. In [[Sicilia]] morì nel [[456 a.C.]]: secondo [[Valerio Massimo]] sarebbe morto per colpa di un'[[aquila]], che avrebbe lasciato cadere, per spezzarla, una [[testudines|tartaruga]] sulla sua testa, scambiandola, data la calvizie, per una pietra<ref>VIII 7, ''ext.'' 3.</ref>. Sul suo [[epitaffio]] non furono ricordate le vittorie in ambito teatrale, ma i meriti come combattente a Maratona, dove aveva combattuto coraggiosamente anche suo fratello [[Cinegiro]], morto in quell'occasione<ref>[[Erodoto]], VI, 114.</ref>:<br>
{{lang|grc|Αἰσχύλον Εὐφορίωνος Ἀθηναῖον τόδε κεύθει<br />
&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;μνῆμα καταφθίμενον πυροφόροιο Γέλας·<br />
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==Tragedie==
Eschilo scrisse probabilmente una novantina di opere, ma ne sono giunte ai giorni nostri solo sette: ''[[I Persiani]]'' (rappresentata nel [[472 a.C.]]); ''[[I sette contro Tebe]]'' (rappresentata nel [[467 a.C.]]); ''[[Le supplici (Eschilo)|Le supplici]]'' (rappresentata nel [[463 a.C.]]); ''[[Prometeo incatenato (Eschilo)|Prometeo incatenato]]'' (rappresentata tra il [[470 a.C.|470]] e il [[460 a.C.]])<ref>Una parte della critica ritiene che la tragedia sia pseudo-eschilea: cfr. ad es. B. Marzullo, ''I sofismi di Prometeo'', Firenze 1990, ''passim''.</ref> e sia stata messa in scena nell'ultimo venticinquennio del V sec. Ne farebbero fede i punti di contatto con [[I cavalieri (Aristofane)|i cavalieri]] di [[Aristofane]], ma soprattutto una concezione dello spazio scenico e del suo uso particolarmente sofisticato. La parte preponderante della critica crede però alla paternità eschilea di questa tragedia <ref>Cfr. ad es. V. Di Benedetto-E. Medda, ''La tragedia sulla scena'', ''passim''.</ref>.</ref>; ''[[Orestea]]'' - trilogia (rappresentata nel [[458 a.C.]]) e che comprende ''[[Orestea#Agamennone|Agamennone]]'', ''[[Orestea#Le Coefore|Coefore]]'', ''[[Orestea#Le Eumenidi|Eumenidi]]''.<br>
I 73 titoli attribuiti a Eschilo si trovano nel cosiddetto ''Catalogo'', contenente la lista dei drammi del tragico greco, che fa parte del manoscritto Mediceo (siglato M).<ref>Il ''Catalogo'' delle opere eschilee si trova al ''foliof''. 189 r.189r Essoed è riportato in A. Wartelle, ''Histoire du texte d'Eschyle dans l'antiquité'', Les Belles Lettres,Paris 1971, p. 25.</ref>
Di altre opere (tragedie e drammi satireschi) si conosce l'esistenza dai riferimenti presenti in altri autori o attraverso documenti antichi[[Papiro|papiri]]. Tra le meglio conservatedocumentate, ''[[Gli spettatori o atleti ai giochi istmici]]'' (Θεωροί 'η Ίσθμιασταί), ''[[Prometeo portatore del fuoco]]'' (Προμηθεύς Πυρκαεύς), ''[[Niobe (Eschilo)| Niobe]]'', ''Mirmidoni''<ref>Questo elenco è riportato daCfr. A. Wartelle, ''Histoire du texte d'Eschyle dans l'antiquité'', Paris 1971, ppp. 28 ss.</ref>.
<br> Comunque, Andrétra Wartellecitazioni ricostruisceed elenchi, è possibile ricostruire un elenco di 88 opere: 73 trasmesse dal catalogo, 10 testimoniate dagli autori antichi e 5 dedotte dagli interpreti moderni.<ref>La lista completa delle opere di Eschilo è in A. Wartelle, ''Histoire du texte d'Eschyle dans l'antiquité'', Paris 1971, pp. 32-34.</ref>
 
== Il mondo poetico e concettuale di Eschilo==
===Le innovazioni===
Eschilo viene considerato il vero padre della tragedia antica: infatti, a lui viene attribuita l'introduzione di [[maschera teatrale|maschera]] e [[coturno|coturni]] ed è con lui che prende l'avvio la [[trilogia]], o "trilogia legata"<ref>''Vita Aeschyli'' 14.</ref>. Le tre opere tragiche presentate durante l'[[Agōn|agone]] erano appunto "legate" dal punto di vista contenutistico: nell'''[[Orestea]]'' (unica trilogia pervenutaci per intero), ad esempio, viene messa in scena la [[saga degli Atridi]], dall'uccisione di [[Agamennone]] alla liberazione finale del matricida [[Oreste (Agamennone)|Oreste]].<br>
Introducendo un secondo attore (precedentemente, infatti, sulla scena compariva un solo attore alla volta, come ci testimonia [[Aristotele]]<ref>''[[Poetica (Aristotele)|Poetica]]'', 49a.</reFref>, rese possibile la drammatizzazione di un conflitto. Da questo momento fu infatti possibile esprimere la narrazione tramite [[dialogo|dialoghi]], oltre che [[monologo|monologhi]], aumentando il coinvolgimento emotivo del pubblico e la complessità espressiva.<br>
Da notare anche la progressiva riduzione dell'importanza del coro, che prima rappresentava una continua controparte all'attore. Per esempio, in una delle tragedie più antiche che ci siano pervenute, ''[[Le supplici (Eschilo)|Le supplici]]'', il coro ha ancora una parte preponderante. Nonostante la presenza dei due attori (uno dei quali interpreta in successione due personaggi), l'impianto è ancora quello di un inno sacro, scarno di elementi teatrali.
<br>Facendo un confronto con la più tarda ''Orestea'', notiamo un'evoluzione e un arricchimento degli elementi propri del dramma tragico: dialoghi, contrasti, effetti teatrali. Questo si deve anche alla competizione che il vecchio Eschilo dovette sostenere nelle gare drammatiche: c'era un giovane rivale, [[Sofocle]], che gli contendeva la popolarità, grazie anche a innovazioni come l'introduzione di un terzo attore, trame più complesse, personaggi più umani nei quali il [[spettatore|pubblico]] può identificarsi.
<br>Tuttavia, anche accettando in parte, e con riluttanza, le nuove innovazioni (tre personaggi compaiono contemporaneamente solo nelle ''[[Orestea#Le Coefore|Coefore]]'', e il terzo parla solo per tre versi), Eschilo rimane sempre fedele ad un estremo rigore, alla religiosità quasi [[monoteismo|monoteistica]] ([[Zeus]], nelle opere di Eschilo, è rappresentato talvolta come un tiranno, talvolta come un dio onnipotente.<br>
In tutte le sue tragedie, lo stile è potente, pieno di immagini suggestive, adatto alla declamazione. Nonostante i personaggi di Eschilo non siano sempre unicamente [[eroe|eroi]], quasi tutti hanno caratteristiche superiori all'umano e, se ci sono elementi reali, questi non sono mai rappresentati nella loro quotidianità, ma in una suprema sublimazione: il suo stile, infatti, risulta ricco di espressioni retoriche, neoformazioni linguistiche (fra cui anche degli [[hapax]]) e arcaismi molto ricercati.
 
===Riflessione sulla società===
Nella sua produzione tragica, Eschilo riflette la realtà circostante: ne ''[[I Persiani]]'' e ne ''[[I sette contro Tebe]] vi'' si ritrova il resoconto delle battaglie di Salamina, e anchecon una difesa della politica marittima di [[Temistocle]], riferimenti dovuti molto alla sua esperienza nelle [[guerre persiane]]. Fu anche il solo testimone tra i grandi poeti greci classici dello sviluppo della democrazia ateniese.: infatti, ''[[Le supplici (Eschilo)|Le supplici]]'' contiene il primo riferimento che sia giunto fino ad oggi di una forma di governo definita come «potere del popolo». Nelle ''[[Erinni|Eumenidi]]'', inoltre, la rappresentazione della creazione dell'[[areopago]], tribunale incaricato di giudicare gli omicidi, sembra un implicito sostegno alla riforma di [[Efialte di Atene|Efialte]], che nel [[462 a.C.]] trasferì i poteri politici dall'areopago al [[consiglio dei Cinquecento]]. Inoltre le sue tragedie affrontano temi come il diritto d'asilo o la nascita dello statoStato dalle lotte di famiglia.
 
===Colpa e punizione divina===
Al centro del teatro di Eschilo è, comunque, il problema dell'azione e della colpa, della responsabilità e del castigo. Eschilo si chiede perché l'uomo soffra, da dove provenga agli uomini il dolore. Viene solo dalla loro condizione di mortali, come affermavano i poeti arcaici, o da un errore originario, scontato dall'intera umanità, come è l'errore di Prometeo in [[Esiodo]]? Oppure all'interno della condizione umana v'è anche la responsabilità del singolo individuo? Tutta la sua tragedia è una tensione alla ricerca di una risposta che arriverà a dare, rivestendo la sua tragedia di forza etica per la polis ateniese del V sec.
<br>A proposito dell'origine della sofferenza, nella mentalità più arcaica e anche contemporanea di Eschilo si definiva ''hýbris'' (in greco ὕβρις) quell'accecamento mentale che impedisce all'uomo di riconoscere i propri limiti e di commisurare le proprie forze: chi ha ambizioni troppo elevate e osa oltrepassare il confine posto dagli dei pecca di ''hýbris'' e incorre in quella che viene chiamata “invidia degli dei” (in greco φθόνος θεῶν, ''fthònosphthònos theòn''), una divinità “invidiosa” del potere umano e, come tale, determinata ad abbatterlo con prepotente capriccio. Da qui, secondo questa teoria, la causa della sofferenza umana.<br>
Eschilo però rinuncia a questa teoria e mostra invece come le azioni delle divinità sugli uomini non sono prodotte da semplice invidia, ma sono conseguenze edificanti di una colpa umana, in quanto gli dei sono assoluti garanti di giustizia e di ripristino dell'ordine, e dunque alla ''hýbris'' corrisponde sempre il saggio ammaestramento divino, attraverso la punizione. Giustizia (in greco δίκη, ''dìke''), insomma, è la legge che gli dèi impongono al mondo e che spiega la casualità degli avvenimenti, apparentemente inesplicabile, regolando con bilance esattissime la colpa e la punizione, rivelandosi allora come un immanente ingranaggio che non lascia scampo a chi si è macchiato di una colpa o a chi eredita una colpa commessa per prima dai propri antenati (Eschilo mantiene, infatti, l'antica idea che la condanna del delitto travalichi la colpa immediata dell'individuo che l'ha commessa, propagandosi sull'intera stirpe: così, anche la vittima incolpevole si lega al male ed è costretta a commettere a sua volta una colpa, di cui comunque si rivela cosciente e perciò consapevole e responsabile, seppure dietro lo schermo della “necessità”).
<br>
Alla luce della funzione edificante della punizione è chiaro che attraverso il dolore, che ogni uomo è destinato a soffrire, egli matura la propria conoscenza (πάθει μάθος, ''pàthei màthos''). L'uomo si rende conto, scontando la sua pena, dell'esistenza di un ordine perfetto e immutabile che regge il suo mondo.
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== Bibliografia ==
(si indica la bibliografia più recente)
* A. Wartelle, ''Histoire du texte d'Eschyle dans l'antiquité'', Paris 1971.
* L. Grecchi, ''La filosofia politica di Eschilo: l'eterna attualità del pensiero filosofico-politico del più grande tragediografo greco'', Milano 2006.
* Eschilo-Sofocle-Euripide, ''Tutte le tragedie'', a cura di A. Tonelli, Milano 2011.
 
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==Collegamenti esterni==
* [http://www.filosofico.net/eschilagamennone42.htm Agamennone], nella traduzione di Ettore Romagnoli.
*{{cita web|http://www.perseus.tufts.edu/Texts/chunk_TOC.html#Aeschylus|Opere di Eschilo in greco con traduzione in inglese}}
* [http://www.filosofico.net/eschilocoefore42.htm Coefore], nella traduzione di Ettore Romagnoli.
* [http://www.filosofico.net/eumenidieschilo42.htm Eumenidi], nella traduzione di Ettore Romagnoli.
* [http://www.filosofico.net/7controtebeschilo42.htm Sette contro Tebe], nella traduzione di Ettore Romagnoli.
* [http://www.filosofico.net/supplicieschilo42.htm Supplici], nella traduzione di Ettore Romagnoli.
* [http://www.filosofico.net/persianieschilo42 Persiani], nella traduzione di Ettore Romagnoli.
* [http://www.filosofico.net/promincateneschilo42.htm Prometeo], nella traduzione di Ettore Romagnoli.
 
{{Tragedie greche}}