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L<nowiki>'</nowiki>'''orto dei Cappuccini''' a Cagliari fuè un fondatogiardino nelstorico, [[1595]]ristrutturato enel 2016, nascesituato pertra lail coltivazioneViale delleLuigi piante medicinaliMerello che costituivanolo ladelimita maggioranzaad dei "semplici"ovest, medicamentiil provenientiVico dallaI natura.Merello Pere talela ragionecollina lacalcarea denominazione primitivache dell'ortoospita erail "Giardinoconvento dei Semplici"Cappuccini e le facoltà universitarie che costituiscono il ("''Horticonfine Simplicium''")orientale.
 
== Cenni storici ==
Realizzato nel 15951591 sulla collina ad ovest dell’Anfiteatro romano, il Convento dei frati Cappuccini possedeva una vasta estensione di terreno adibita ad orto per la coltura delle piante officinali, al cui interno si trovavano alcune antiche cisterne di epoca romana., adibita ad orto per la coltura delle piante officinali ("''Hortus Simplicium''")
 
Dalfondato nel [[1595]] e nacque per la coltivazione delle piante medicinali che costituivano la maggioranza dei "semplici", medicamenti provenienti dalla natura. Per tale ragione la denominazione primitiva dell'orto era "Giardino dei Semplici" .Dal 1591, i frati Cappuccini avevano fondato sulla collina ad ovest dell’Anfiteatro il loro primo convento sardo, dotato di un vasto terreno adibito ad orto, ed inglobando nei loro terreni alcune antiche cisterne.

Il convento crebbe rapidamente, al punto che, nel 1649, includeva ben 65 celle per i frati, oltre alle cucine e al refettorio, con la presenza di un lanificio, di un'infermeria e di un vasto orto per la coltura delle piante officinali, era reso possibile solo grazie alla disponibilità di una grande quantità d’acqua, garantita soprattutto dalla presenza di un pozzo dentro al quale, grazie ad una complessa opera di canalizzazione idrica, confluiva l'acqua piovana.
 
Il padre cappuccino Giorgio Aleo, autore di una famosa “Storia Cronologica di Sardegna” riferisce una notizia relativa alla pestilenza cagliaritana del 1656, che probabilmente riguarda il cisternone dell’Orto dei Cappuccini. L’Aleo scrive infatti che negli ultimi giorni di maggio del 1656 la mortalità a Cagliari era diventata così elevata, che non vi erano “fossori” a sufficienza per seppellire i morti. Di fronte al crescente numero di cadaveri insepolti il magistrato di sanità decise allora di far “tumulare” i morti in pozzi e cisterne: ed i morti del quartiere di Castello finirono “in un antico cisternone vicino ai Cappuccini”.