Deformità: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Nessun oggetto della modifica
Nessun oggetto della modifica
Riga 13:
Perciò la società spartana militarista ed elitaria ritiene che per coloro che sono, per volere degli dei, contro natura debbano, per legge, essere abbandonati. Non altrettanto avviene ad Atene dove la deforme testa di Pericle <ref>Plut. ''Per.'', 3, 3-4</ref>, non gli impedisce di governare. Così nel Teeteto Socrate testimonia che era uso abituale allevare un neonato deforme poiché nessuna legge lo impediva <ref>Plat. ''Theaet.'', 161a</ref>. L'aristocratico Platone invece ritiene ingiusto far continuare a vivere un neonato che la natura ha privato delle gioie della vita <ref>Platone, ''La Politica'', Leggi, 461</ref>. Giudizio condiviso da Aristotele che contesta la scelta di allevare bimbi deformi. <ref>Aristot., ''Pol.'' 7, 1335b, 19-21</ref>
 
Non diversa è la considerazione della deformità nelfin dalle origini del mondo romano:
{{quote|Romolo ordinò agli abitanti della città di allevare tutti i figli maschi e la primogenita delle femmine e di non uccidere alcun bimbo al di sotto dei tre anni di età, a meno che non fosse deforme o mostruoso (παιδίον ἀνάπηρον ἢ τέρας) <ref>[[Dionigi di Alicarnasso]], 2, 15, 1-2)</ref>.}}
 
 
{{Quote|Che motivo ho, infatti, di odiare un essere al quale giovo solo quando lo sottraggo a se stesso? Forse qualcuno odia le sue membra, quando se le fa amputare? Quello non è odio: è una cura tormentosa. Abbattiamo i cani rabbiosi, uccidiamo il bue selvaggio e riottoso, trafiggiamo con il ferro le bestie malate perché non infettino il gregge, soffochiamo i feti mostruosi, ed anche i nostri figli, se sono venuti alla luce minorati e anormali, li anneghiamo, ma non è ira, è ragionevolezza separare gli esseri inutili dai sani.<ref>[[Lucio Anneo Seneca]], ''De Ira'', Libro I, 15.c)</ref>}}