RealDoll: differenze tra le versioni

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== Impatto nella cultura di massa ==
 
La fama raggiunta dalle RealDoll ha fatto sì che divenisse iconografico rispetto a questo nuovo tipo di bambole sessuali iperrealistiche<ref name=sexdolls />, portando diversi autori a citarle nelle loro opere audiovisive<ref>{{en}}[http://thenextweb.com/gadgets/2012/10/06/how-technology-is-changing-the-way-we-have-sex/ How technology is changing the way we have sex], articolo di [[The Next Web]], del 6 ottobre 2012</ref>:; nellafra i primi il film [[Monique (film)|Monique]] di [[Valérie Guignabodet]] (2002). Nella serie ''[[Nip/Tuck]]'' (2003-2010) Kimberly, interpretata da [[Kelly Carlson]], fa da modella per una RealDoll a sua immagine e somiglianza, mentre il film drammatico/horror ''[[Love Object]]'' (2003) e la commedia ''[[Lars e una ragazza tutta sua]]'' (2007) ruotano proprio intorno all'acquisto da parte dei rispettivi protagonisti di una di queste bambole. Anche a teatro vi furono sporadiche apparizioni di questo tipo di prodotti: una RealDoll rappresentante l'attrice [[Claudia Cardinale]] da giovane venne posta in scena nella stagione 2002-03 a fianco all'attrice in carne e ossa, nella rappresentazione del ''Come tu mi vuoi'' di [[Luigi Pirandello]], messo in scena dal regista [[Pasquale Squitieri]]<ref>{{cita web|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2002/10/10/somiglia-claudia-cardinale-la-bambola-che-recita.html|titolo=Somiglia a Claudia Cardinale la bambola che recita Pirandello|editore=repubblica.it|data=10 ottobre 2002|accesso=22 dicembre 2013}}</ref>. Il prezzo elevato ne fa comunque un prodotto di nicchia, di cui, nei primi dieci anni di produzione, erano stati venduti sul mercato solo alcune migliaia di elementi<ref name=australiasbs />, la cui vendita tramite negozi fisici avviene solo in un numero ridotto di locali, come quello di ''[[Hustler]]'' nel [[Sunset Boulevard]] di [[Hollywood]]<ref name=sexdolls />.
 
Il fotografo [[Helmut Newton]] realizzò un servizio fotografico con protagoniste alcune di queste bambole, ma, a causa dell'effetto innaturale che avevano, la committente ''[[Playboy]]'' scelse di non pubblicarle<ref name=sexdolls>{{en}}Anthony Ferguson, ''The Sex Doll: A History'', McFarland, 2010, ISBN 9780786447947, [http://books.google.it/books?id=Zr90CFnRkigC&ots=p2vIV4FOlk&hl=it&pg=PA44#v=onepage&q&f=false pag 44 e seg]</ref>, pur inserendole, successivamente alla morte del fotografo, nella sua retrospettiva ''Playboy: Helmut Newton'' edita dalla Chronicle Books nel 2005, che al servizio dedica un apposito capitolo<ref>Si veda per es. la recensione [http://creativity-online.com/news/books-playboy-has-a-helmut-newton-retrospective/47212 Playboy Has a Helmut Newton Retrospective] di http://creativity-online.com</ref>.