Deformità: differenze tra le versioni

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{{quote|Guardati dai segnati||''Cave a signatis'' <ref>L. De Mauri, Angelo Paredi, Gabriele Nepi, ''5000 proverbi e motti latini. Flores sententiarum: raccolta di sentenze, proverbi e motti latini di uso quotidiano, in ordine per materie, con le fonti indicate, schiarimenti e la traduzione italiana'', Hoepli Editore, 1995, p.667</ref>|La}}
Il termine '''deformità''' dal [[lingua latina|latino]] ''deformitas'' si riferisce a un difetto fisico, congenito o intervenuto patologicamente, che causa un'alterazione sgradevole nell'aspetto normaleabituale di parti o dell'intero corpo umano o animale. La deformità non è necessariamente connessa alla [[disabilità]] ma questa può causare disfunzioni e deviazioni dalla normalità anatomica tali da determinare una diversità corporea percepita come esteticamente spiacevole alla vista. <ref>''Enciclopedia Italiana Treccani'' alla voce corrispondente</ref>
 
==Cultura greca==
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==Illuminismo==
Per gli [[Illuminismo|illuministi]] esistono casi di mostruosità isolati che non rompono l'ordine naturale ma il discorso è diverso quando ci si trova dinanzi a grandi fenomeni naturali come l'[[Oceano]], esempio dell'«informe e del male nella forma dell'abisso». <ref>Paola Giacomoni, ''Il laboratorio della natura: paesaggio montano e sublime naturale in età moderna'', FrancoAngeli, 2001 p.40</ref> La sua infinità non è bellezza ma rimanda a un'idea di sconfinato, simbolo di qualcosa di abnorme, di ripugnante e mostruoso. Quando la natura nel suo insieme appare come deforme allora deve nascere in noi non solo lo stupore ma una precisa volontà di conoscere e capire «rei adeo imaginis conspectus totum pectus agitaret» <ref>T.Burnet, ''Telluris, Theoria sacra'', editio ultima, Wolters, Amstelodami, 1699, p.72</ref>
 
==Restaurazione==