Gaio Trebazio Testa: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
m aggiornamento sintassi del template {{references}}
m credo...
Riga 35:
 
== L'amicizia con Cicerone ==
La familiarità con Cicerone è testimoniata dall'intensa corrispondenza - diciassette lettere - nelle quali aleggia sempre un tono umoristico e confidenziale e da cui è possibile attingere molte delle notizie sulla sua vita. Ecco come Cicerone, probabilmente ospite di Trebazio (o forse dell'amico Thalna)<ref>Il riferimento, non chiaro, a Thalna è in una lettera scritta da [[Vibo]] a [[Tito Pomponio Attico]]: [http://www.perseus.tufts.edu/cgi-bin/ptext?lookup=Cic.+Att.+16.6 ''ad Atticum'' 16.6]. Dovrebbe trattarsi, in questo caso, di persona sicuramente diversa dal Thalna nominato (o [[pseudonimo|pseudonominatopseudonimato]]) in [http://www.perseus.tufts.edu/cgi-bin/ptext?lookup=Cic.+Att.+1.16 ''ad Atticum'' 1.16], giudice corrotto ai tempi del famoso processo in cui [[Publio Clodio Pulcro|Clodio]] fu imputato e Cicerone [[testimonianza|testimone]]. È anche possibile che Cicerone, nella corrispondenza, non facesse menzione dell'ospitalità offertagli a Elea da Trebazio, per non compromettere l'amico.</ref> ad [[Elea]] nel già citato<ref name = ViaggioGrecia/> viaggio verso la Grecia, si rivolge all'amico assente:
{{citazione|Tu però, se, come sei solito, darai ascolto ai miei consigli, serberai i tuoi beni paterni (...), né lascerai il nobile fiume [[Alento (Campania)|Alento]], né diserterai la casa dei [[Papirius|Papiri]]...|[[Cicerone]]. [[Elea|Velia]], 20 luglio [[44 a.C.]], lettera a Trebazio in Roma.<ref>Cic. ''ad familiares'', [http://www.perseus.tufts.edu/cgi-bin/ptext?lookup=Cic.+Fam.+7.20 7.20]</ref>}}
Da Cicerone proviene anche qualche annotazione critica sul carattere di Trebazio, secondo lui troppo incline, a volte, ad atteggiamenti presuntuosi e giudizi ''tranchant'': come quando Cicerone, in mezzo ai brindisi, viene messo alla berlina dall'amico sulla questione dell'esistenza o meno di una particolare tradizione dottrinaria. L'esistenza della tradizione, a cui peraltro nessuno dei due aderiva, veniva negata da Trebazio; Cicerone allora, pur rientrato tardi a casa, e tra i fumi dell'alcool, trova il tempo di puntigliose ricerche in biblioteca per dimostrare la fondatezza delle sue ragioni e rinfacciarle all'amico.<ref>Cic. ''ad familiares'' [http://www.perseus.tufts.edu/cgi-bin/ptext?lookup=Cic.+Fam.+7.22 7.22]. La disputa, per inciso, riguardava l'esistenza di certe tradizioni giuridiche circa una facoltà, in capo all'erede, di perseguire giudizialmente un furto avvenuto prima della [[successione a causa di morte|successione ''mortis causa'']].</ref> Tratti caratteriali che Cicerone considerava evidentemente difetti e che non manca di rimproverare all'amico, in maniera anche piuttosto aspra.