Conrad Grebel: differenze tra le versioni

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Poi consumarono la «Cena del Signore»: mentre uno di essi leggeva il passo evangelico, ciascuno mangiò del pane e bevve del vino. Si fa comunemente risalire a quella notte la fondazione della prima comunità anabattista della storia. Il nuovo battesimo era per loro il primo e vero battesimo, e fu il laico Grebel a battezzare l'ex prete Cajacob, a significare l'inesistenza di ogni formalismo e sacerdotalismo nella comunità dei «Fratelli».<ref>U. Gastaldi, cit., pp. 104-107.</ref>
 
Il piccolo gruppo di anabattisti iniziò subito a predicare. A [[Zollikon]], un villaggio di contadini presso Zurigo dove viveva l'ex prete cattolico [[Hans Brötli]], già convertito alla nuova fede, Grebel e gli altri celebrarono il 22 o il 23 gennaio la comunione in casa di [[Jakob Hottinger]] e alla fine di gennaio sarebbero già stati battezzati 34 uomini e una donna.<ref>''Zollikon'', «Mennonite Encyclopedia», vol. 4, pp. 1036-1037.</ref> Poi Grebel proseguì la sua attività missionaria: si recò a [[San Gallo]] e vi battezzò [[Gabriel Giger]], mentre a [[Sciaffusa]] convertì [[Wolfgang Ulimann]]. Questi due nuovi adepti, a loro volta, si attivarono a diffondere la loro fede, come faceva ogni nuovo battezzato, e il movimento anabattista si espanse ad nell'[[AppenzellCanton Appenzello|Appenzello]], ad nell'[[Canton Argovia|AargauArgovia]], a [[Basilea]], a [[Berna]], a [[Lucerna]], intanto che [[Wilhelm Reublin|Reublin]] passava in [[Germania]] e a [[Waldshut-Tiengen|Waldshut]] battezzava [[Balthasar Hubmaier|Hubmaier]].<ref>U. Gastaldi, cit., p. 109.</ref>
 
Grebel passò alla fine di giugno a [[Grüningen]], predicando qui e nei villaggi vicini, accompagnato Marx Bosshard, un suo fedele seguace di Zollikon. A [[Bezhold]] fu raggiunto in ottobre da Manz: mentre predicavano entrambi, furono scorti da un gruppo di soldati che conducevano Blaurock in stato d'arresto. Questi arrestarono anche Grebel e altri anabattisti. Manz, fuggito in un primo tempo, fu catturato il 31 ottobre e imprigionato con gli altri a Grüningen.<ref>U. Gastaldi, cit., pp. 126-127.</ref>