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Il 16 settembre [[1940]], le lente e mediocremente motorizzate colonne italiane del maresciallo Graziani avevano raggiunto [[Sidi El Barrani]], circa 100 km all'interno dell'[[Egitto]], scarsamente contrastate dalle forze britanniche disponibili (molto più mobili ma in grande inferiorità numerica). Nonostante le ripetute ingiunzioni di [[Benito Mussolini|Mussolini]] a favore di un immediato proseguimento offensivo in profondità almeno fino al centro di [[Marsa Matruh]], Graziani aveva deciso, già il 17 settembre, di sospendere ogni ulteriore avanzata verso Marsa Matruh dove era prevista la battaglia decisiva con il concentramento principale inglese, in attesa di una ulteriore potenziamento degli elementi motorizzati a disposizione e anche di un miglioramento delle condizioni logistiche e dell'approvvigionamento idrico disponibile.
A differenza delle sue pubbliche dichiarazioni trionfalistiche (nel suo telegramma del 18 settembre), Graziani era evidentemente cosciente delle difficoltà e invitava alla prudenza giungendo fino a scontrarsi duramente con il [[Duce]] e a sollecitare (nel suo messaggio del 29 ottobre) una sua eventuale sostituzione con un altro generale in cui il Comando Supremo riponesse maggiore fiducia. Lo stesso Mussolini, dopo una fase di grave disappunto e di pesanti critiche rivolte a Graziani, aveva infine deciso di soprassedere da ogni nuova avanzata (comunicazione a Graziani del 1º novembre [[1940]]); aveva inoltre rifiutato, per motivi propagandistici e di prestigio, l'aiuto tedesco sollecitato da [[Adolf Hitler]] e pianificato fin dal viaggio del generale [[Wilhelm Ritter von Thoma|von Thoma]] in Libia (rinviandone il concorso a dopo la sperata conquista di Marsa Matruh), e aveva invece dirottato la sua attenzione verso un nuovo teatro bellico, indirizzando le sue mire verso la [[Campagna italiana di Grecia|Grecia]], la cui
Dopo la decisione di arrestare le operazioni offensive, quindi, le forze italiane si erano schierate intorno a Sidi Barrani organizzando una serie di grandi campi trincerati, dotati di numerosa artiglieria ma scarsamente forniti di riserve corazzate (con l'esclusione di un centinaio di carri leggeri [[CV35]] e di un battaglione di mediocri carri medi [[M11/39]]) e soprattutto non collegati tra loro e quindi incapaci di sostenersi reciprocamente e vulnerabili a eventuali penetrazioni meccanizzate delle forze mobili britanniche.
=== Rafforzamento britannico in Medio Oriente ===
Durante l'estate [[1940]], la situazione politico-strategica della [[Gran Bretagna]] sembrava drammaticamente compromessa, di fronte alla minacciosa presenza tedesca sulle coste della [[La Manica|Manica]] e agli incessanti attacchi aerei della [[Luftwaffe (Wehrmacht)|Luftwaffe]]; nonostante la indubbia gravità del momento il Primo Ministro [[Winston Churchill]] tuttavia sbandierava un aggressivo ottimismo e una notevole combattività, in primo lungo organizzando le [[Battaglia d'Inghilterra|difese aeree sull'isola]], e poi organizzando operazioni, scarsamente efficaci dal punto di vista strategico, ma utili sul piano della propaganda di guerra ([[Distruzione della flotta francese a Mers-el-Kébir|Mers-el Kebir]], [[Bombardamento di Dakar|Dakar]]); e infine premendo sui comandi subordinati sul posto per una condotta offensiva nel [[Mediterraneo]] e in [[Africa]] contro la potenza italiana,
Non mancarono quindi contrasti anche nel campo britannico tra Churchill, impaziente e desideroso di una condotta aggressiva delle forze imperiali schierate in [[Medio Oriente]] e il generale [[Archibald Wavell]], l'esperto e capace comandante in capo inglese di quel teatro bellico; di fronte alla prudenza del generale (dovuta anche alla limitatezza delle sue forze e alla vastità dei suoi impegni strategici estesi dall'[[Egitto]] alla [[Penisola araba|Penisola Arabica]], dalla [[Siria]] al [[Golfo Persico]] e fin'anche all'[[Africa Orientale]]) Churchill ipotizzò anche una sua sostituzione, finendo poi per convenire sulla necessità di importanti rinforzi per difendere efficacemente l'Egitto.
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I resti della 10ª Armata italiana (ora comandata dal generale [[Giuseppe Tellera]], che aveva sostituito Berti già dal 23 dicembre) si concentrato a [[Derna (Libia)|Derna]], dove stabilirono una linea di difesa. I reparti efficienti erano ormai ridotti alla [[60ª Divisione fanteria "Sabratha"|Divisione fanteria ''Sabratha'']] (appena giunta in rinforzo dalla [[Tripolitania]]), alla cosiddetta [[Brigata corazzata speciale (Regio Esercito)|Brigata corazzata ''Babini'']] e ad un raggruppamento motorizzato, a cui si aggiungeva una unità raccogliticcia, il ''Settore Derna'', composta da sopravvissuti alle precedenti battaglie e posta la comando del generale Bergonzoli (evacuato da Tobruk prima che iniziasse l'assedio); in tutto, gli italiani mettevano in campo circa 20.000 uomini con 254 cannoni, 57 carri M13, 25 carri L e 850 autocarri.
Gli attacchi britannici, condotti dalla 7ª Divisione corazzata con gli australiani in appoggio, iniziarono il 24 gennaio; le difese italiane ressero bene<ref>"''Jan. 30.—The third major Italian bastion to fall in Libya—Derna, 175 miles west of the Egyptian frontier—was occupied today by British imperial troops after four days of the bitterest resistance offered by the Fascists in the whole of the African campaign. The town had been defended by less than 10,000 Italians, British sources disclosed, but they fought with a violence encountered nowhere else in General Sir Archibald P. Wavell's long continued thrust to the west''." [https://news.google.com/newspapers?nid=1129&dat=19410131&id=utZaAAAAIBAJ&sjid=dmkDAAAAIBAJ&pg=2787,6394016&hl=en British Take Derna After Fierce Fight, Pittsburgh Post-Gazette, 31 January 1941]</ref>, e i carri della Brigata corazzata ''Babini'' riuscirono anche a condurre alcuni efficaci contrattacchi che rallentarono la progressione britannica (queste azioni divennero note come la "[[battaglia di El Mechili]]"). Il 27 gennaio, le truppe della divisione "Sabratha" hanno lanciato un feroce contrattacco<ref>"At one point the 2/4th Battalion was pinned down and almost overrun by a force of about 1000 enemy infantry. It was only the timely arrival of the Northumberland Fusiliers that checked the Italian attack." The Western Desert Campaign, Glenn Wahlert, Big Sky Publishing, 2009, pag. 27</ref>il grosso delle forze australiane valutato dagli 600 ai 1.000 uomini, concentrato vicino alla Wadi Derna, a circa dodici chilometri dalla
Informato dalla ricognizione aerea della ritirata italiana, O'Connor decise di inviare un reparto motorizzato, la cosiddetta [[Combe Force]], a tagliare la strada ai reparti italiani con una marcia forzata attraverso gli [[altopiano|altopiani]] della Cirenaica, mentre la 6ª Divisione australiana continuava a pressarli dal retro. Nel pomeriggio del 5 febbraio, i reparti della Combe Force tagliarono la strada costiera all'altezza della località di [[Beda Fomm]], precedendo di appena 30 minuti le avanguardie della lunga colonna italiana (a cui si erano aggiunti numerosi civili in fuga). Per tutto il 6 febbraio i reparti della Combe Force (composta da uno squadrone di autoblindo del 7º Reggimento Ussari e da uno delle King's Dragoon Guards, dalla 2ª Rifle Brigade e da varie unità di artiglieria e di cannoni anti-carro) respinsero i tentativi italiani di forzare il blocco; i combattimenti furono molto duri, e spesso si risolsero all'arma bianca.
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== Bibliografia ==
* Andrea Molinari, ''Soldati e battaglie della seconda guerra mondiale'', vol.1, Hobby & Work, 1999, ISBN non disponibile
* AA. VV., "Ali italiane ", vol. 3 "1939-1945", 1978, Rizzoli
== Voci correlate ==
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