La sede di Pavia della SNIA, la cui area ({{cn|ampia 170.000 km m²}}) attualmente non è più di proprietà di SNIA S.p.A ma di Risanamento S.p.A., giace da ormai oltre 30 anni in stato di completo abbandono e degrado ambientale, e così per molti anni i vecchi capannoni fatiscenti della fabbrica sono stati occupati da senzatetto e nomadi, fino al [[2007]], anno in cui l'allora sindaco di Pavia [[Piera Capitelli]] ha ordinato lo sgombero dell'area, occupata stabilmente ormai da tempo da diverse decine di persone. Sono esistiti ed esistono attualmente numerosi progetti di recupero e riqualificazione dell'area, ma nessuno di essi è mai stato compiuto, a causa del supposto e molto probabile inquinamento profondo del suolo causato dalle sostanze chimiche utilizzate in precedenza nella produzione delle fibre, che renderebbe necessaria una pesante e onerosa bonifica, e l'intromissione del Ministero dei Beni Culturali, che ritiene che le ciminiere e alcuni dei capannoni siano esempi di architettura storica da conservare<ref>[http://www-1.unipv.it/lcp/nuovo%20sito/snia%20intro.htm Progetto Snia-San Pietro in Verzolo]</ref>. Lo stabilimento giace al momento demolito parzialmente nell'ambito di uno dei tanti piani di recupero passati incompiuto, ma ancora in totale abbandono.