Umberto Guglielmotti: differenze tra le versioni

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|Nazionalità = italiano
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Ultimo segretario dell'[[Associazione Nazionalista Italiana]] e deputato alla Camera del Regno per il [[PNFPartito Nazionale Fascista]] (PNF) dal 1929 al 1943.
Fu direttore de ''[[La Nazione]]'', de [[Il Giornale d'Italia (1901-1976)|Il Giornale d'Italia]] e de [[La Tribuna]].
 
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[[Pioniere dell'aviazione]], prese parte nell'agosto [[1919]], alla manifestazione aerea [[Eerste Luchtverkeer Tentoonstelling Amsterdam|ELTA]] di Amsterdam a con un [[Ansaldo S.V.A.|Ansaldo S.V.A. 10]].
 
Al IV congresso nazionalista dell'aprile [[1920]] fu chiamato a far parte della giunta esecutiva, e nominato segretario generale del movimento. Nel [[1923]] dopo qualche perplessità nell'adesione dell'ANI nel [[PNF]], proseguì la sua attività politica nel [[fascismo]] e fino al [[1926]] fu vicedirettore dell'Ufficio stampa e propaganda del PNF. Nel luglio 1924 fondò il settimanale "Roma fascista" e nel 1926 divenne [[segretario federale]] del PNF dell'Urbe. Contemporaneamente era direttore della rivista [[Opera nazionale combattenti]] "''Italia augusta''".<ref>[http://www.treccani.it/enciclopedia/umberto-guglielmotti_(Dizionario-Biografico)/ Dizionario biografico Treccani]</ref>
 
Nel [[1929]] divenne [[deputato]] alla Camera del Regno e riconfermato nel [[1934]]. Nel [[1939]] fu Consigliere nazionale della [[Camera dei Fasci e delle Corporazioni]] fino all'agosto 1943<ref>[http://storia.camera.it/deputato/umberto-guglielmotti-18920212/componentiorgani#navStoria Camera]</ref>
 
Fu direttore del ''[[La Nazione]]'' dal 1º settembre 1929 al 10 ottobre [[1932]]. L'anno dopo fu nominato segretario del [[Sindacato fascista dei giornalisti|Sindacato nazionale fascista dei giornalisti]], che guidò sino alla caduta del fascismo.
Divenne direttore de [[La Tribuna]] dal 9 giugno [[1936]] al 25 luglio [[1943]]. In settembre fu nominato direttore de [[Il Giornale d'Italia (1901-1976)|Il Giornale d'Italia]] fino al giugno 1944, quando fuggì a Salò e fece parte del Comitato consultivo per la propaganda della [[RSIRepubblica Sociale Italiana]].
 
Finita la guerra fu radiato dall'[[ordine dei giornalisti]] fino al 1949 quando fu riammesso e riprese l'attività come redattore del [[Secolo d'Italia]]. Fu direttore del settimanale missino "Lotta politica" ed eletto consigliere comunale di Roma per il [[Movimento Sociale Italiano]] nel 1952 e nel 1956, fino al 1960.
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==Opere==
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==Onorificenze==
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