Antonio Talamo: differenze tra le versioni
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|Attività = giornalista
|Attività2 = scrittore
|Epoca = 1900
|Epoca2 = 2000
|Nazionalità = italiano
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== Biografia ==
Negli anni sessanta ha dato un significativo contributo all’affermarsi del documentario radiofonico come strumento di conoscenza delle complesse e molto variegate realtà particolari del Paese.
Nel pieno del miracolo economico si adopera per portare l’attenzione sull’evoluzione dei costumi e degli assetti sociali nelle regioni meridionali dando per la prima volta voce ai protagonisti. Gli itinerari sono in qualche caso quelli dell’antropologo De Martino e delle esplorazioni sociologiche di Banfield, Marselli e Friedmann. Alcuni di quei documentari realizzati anche all’estero sono riportati integralmente nel DVD allegato al cofanetto “Cento voci dall’Italia” edito dalla RAI in occasione del 150° anniversario dell’Unità. Nel 1960 gli è assegnato il Premio Napoli per “Gli ultimi di Scanderbeg” sulle comunità italo-albanesi. Tre suoi documentari accedono a una ribalta internazionale: sono scelti per rappresentare la RAI nelle edizioni del 1962, 1964 e 1972 del Prix Italia. In qualche caso le interviste sono introdotte dai canti originali di [[Otello Profazio]] suo amico di gioventù. Quanto ai documentari televisivi si occupa dei processi di innovazione specialmente nella produzione manifatturiera e in quella agricola.
Entra in RAI nel 1958, dopo un periodo di praticantato nel Centro di produzione TV di Roma è assegnato alla Sede regionale di Cosenza appena inaugurata. Intensa l’attività di radiocronista. È tra l’altro uno degli inviati di “Ponte radio”, la trasmissione che inaugura la stagione della cronaca in diretta da luoghi diversi collegati ad uno studio centrale. Sergio Giubilo lo chiama a collaborare fin dalle fase di ideazione e strutturazione del programma.<br />▼
▲Entra in RAI nel 1958, dopo un periodo di praticantato nel Centro di produzione TV di Roma è assegnato alla Sede regionale di Cosenza appena inaugurata. Intensa l’attività di radiocronista. È tra l’altro uno degli inviati di “Ponte radio”, la trasmissione che inaugura la stagione della cronaca in diretta da luoghi diversi collegati ad uno studio centrale. Sergio Giubilo lo chiama a collaborare fin dalle fase di ideazione e strutturazione del programma.
Nel 1968 è inviato a Napoli per assistere con funzioni vicarie il responsabile della Redazione giornalistica in una fase di riorganizzazione dei servizi. Si dedica alla valorizzazione delle professionalità presenti in un corpo redazionale del quale fanno parte tra gli altri gli scrittori [[Luigi Compagnone]] e [[Domenico Rea]]. Tra i primi impegni la formazione di un nucleo di radiotelecronisti dopo il trasferimento in altre sedi di Ezio Zefferi, Ennio Mastrostefano e Luciano Lombardi. L’anno successivo gli è affidato uno spazio sulla rete nazionale per un programma di inchieste giornalistiche sul Mezzogiorno che condurrà ininterrottamente per venticinque anni. Il titolo “Qui parla il Sud” è suggerito da [[Sergio Zavoli]] dopo che ha ascoltato un numero di prova e approvato il tipo di approccio giornalistico a temi all’epoca molto dibattuti. In contemporanea sul finire degli anni ottanta è impegnato nella trasmissione in diretta nazionale di “Intercity”. È stato Capo redattore centrale e in ultimo Vice direttore giornalistico nella Direzione del Centro di Produzione RAI di Napoli. Attualmente è Direttore responsabile del periodico “Essere” del Centro Studi Erich Fromm. Ha pubblicato libri di saggistica e di narrativa.
== Pubblicazioni ==
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* http://www.amolaradio.it/cento-voci-dall-italia.html#imGoToCont
* http://archivio.agi.it/articolo/59b0bdd7cb0e9ba0ef4b92ac0f127bda_19910114_radiodue-riprende-intercity/?query=riprende_intercity
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