Mummie di Venzone: differenze tra le versioni

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[[File:Venzone_Dom_Friedhofskapelle_Mumie_01.JPG|destra|miniatura|Mummia trovata nel cimitero romano vicino alla cattedrale di Sant'Andrea Apostolo a Venzone]]
[[File:Venzone_-_Mummie_-_Riparo_provvisorio.jpg|destra|miniatura|Le mummie dopo il [[terremoto del Friuli del 1976]]]]
Le '''mummie di Venzone''' sono una seierserie di [[Mummiamummia|mummie]] rivenute a [[Venzone]], in [[provincia di Udine]], nel XVII secolo. Si tratta di corpi mummificati per cause naturali, come avvenuto anche in altri luogi nel mondo, anche se la specifica conservazione delle mummie di Venzone rimane ancora un mistero.
 
L'ipotesi più verosimile è che la rapida mummificazione dei corpi sia stata creata da una perfetta combinazione di più elementi naturali, tra cui temperatura ed umidità adatte, alta presenza di solfato di calcio nel terreno e la presenza di un fungo con grande capacità idrovora, il Hypha Bombicina Pers
 
 
==Storia==
Nel 1647, durante i lavori di ampliamento del duomo di Venzone, vennero alla luce una ventina di corpi mummificati. La popolarità di queste mummie era altissima già nei secoli passati, tanto che alcune mummie furono studiate presso il gabinetto universitario di Padova, al Museo di Vienna, e nella Chiesa degli Invalidi<ref>{{cita web|titolo=Anche il Friuli Venezia Giulia ha le sue mummie!|sito=PromoTurismoFVG|url=http://www.turismofvg.it/Monumenti-e-Siti-Storici/Mummie-di-Venzone|accesso=2016-09-05}}</ref>. Lo stesso Napoleone volle farne visita nel 1807.
 
Le mummie di Venzone sono appartenenti ad un'epoca compresa tra il XIV ed il XIX secolo, e ora cinque di esse (tra cui il nobile uomo di Venzone Paolo Marpillero) sono esposte nella cripta del battistero di San Michele e rappresentano un patrimonio di inestimabile interesse antropologico per conoscere il modo di vita degli abitanti friulani dei secoli passati.
 
==Analisi==
Nel 1906 la rivista stutinitense ''The Literary Digest'' pubblicò la traduzione di alcune parti di un articolo di F. Savorgnan de Brazza, già apparso sulla rivista francese ''Cosmos'', in cui si descriveva la storia e le caratteristiche di questi corpi naturalmente conservati, i quali risultavano del tutto riconoscibili. Il primo cadavere scoperto pesava solo 15 kg, mentre i restanti erano tra i 10 e 20 kg.
 
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Dopo la pubblicazione dell'articolo di De Brazza e della relativa traduzione, rimasero i dubbi sul processo di mummificazione, da momento che lo stesso non poteva essere replicato e quindi spiegato scientificamente, poichè "le condizioni che assicurano la vita [del fungo] e la riproduzione" risultavano ancora sconosciute. Altra condizione creitica, osservò il Literary Digest, era di sapere che il numero delle mummie non sarebbe probabilmente mai aumentato, poichè la pratica di seppellire i morti nelle chiese era stata vietato, impedendo in tal modo l'ulteriore osservazione del processo naturale.<ref name="unz">{{Cite journal|title=A Fungus That Makes Mummies|journal=The Literary Digest|date=Dec 29, 1906|pages=976|url=http://www.unz.org/Pub/LiteraryDigest-1906dec29-00976a02|accessdate=August 22, 2012}}</ref>
 
=== Successive indagini ===
Al tempo di De Brazza, il numero delle [[Mummia|mummie]] di Venzone era 42.<ref name="unz">{{Cite journal|title=A Fungus That Makes Mummies|journal=The Literary Digest|date=Dec 29, 1906|pages=976|url=http://www.unz.org/Pub/LiteraryDigest-1906dec29-00976a02|accessdate=August 22, 2012}}</ref> Successivamente al disastroso [[terremoto del Friuli del 1976]], vi furono molte perdite e da allora il numero delle mummie conservate è sceso a sole 15.<ref name="Aufderheide">{{Cite book|last=Aufderheide|first=Arthur C.|title=The Scientific Study of Mummies|year=2003|publisher=Cambridge University Press|___location=Cambridge|pages=193}}</ref> La diminuizione dei reperti ha comprensibilmente reso più difficile il loro studio e soprattutto le condizioni che permisero processo di mumificazione. Come testimoniato dal prof. Arthur C. Aufderheide dell'[[Università del Minnesota]], nonostante l'ospitalità della popolazione locale, le autorità preposte hanno spesso ostacolato o rifiutato la raccolta di nuovi campioni per le analisi<ref name="Aufderheide">{{Cite book|last=Aufderheide|first=Arthur C.|title=The Scientific Study of Mummies|year=2003|publisher=Cambridge University Press|___location=Cambridge|pages=193}}</ref>, il che comporta la possibilità di studiare solo i campioni già raccolti in passato.