Gneo Cornelio Scipione Calvo: differenze tra le versioni

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Gneo riuscì a consolidare la sua posizione a nord del fiume [[Ebro]], mentre [[Asdrubale Barca|Asdrubale]] arrivò troppo tardi per aiutare Annone, ma in ogni caso attraversò il fiume e con una forza di 8.000 fanti e 1.000 cavalieri riuscì a sorprendere i legionari romani nei pressi di ''Tarraco'' e a distruggere 25 navi romane, riducendone il numero da 60 a sole 35. Quindi si ritirò, pronto a fortificare i suoi territori a sud dell'Ebro, e andando a svernare a ''[[Nova Carthago]]''.<ref>{{cita|Polibio|III, 76, 8-11}}; {{cita|Livio|XXI, 61.1-3}}.</ref> Gneo, invece, una volta raggiunta la flotta, dopo aver punito i responsabili della sconfitta subita contro Asdrubale, lasciò a Tarraco ([[Tarragona]]) un modesto presidio e andò a svernare a ''[[Emporiae]]'', dove distribuì ai soldati il bottino.<ref>{{cita|Polibio|III, 76, 12-13}}; {{cita|Livio|XXI, 61.4}}.</ref>
 
Allontanatosi Gneo da quei territori, riapparve [[Asdrubale Barca|Asdrubale]], il quale non solo spinse la popolazione degli [[Ilergeti]] alla defezione, sebbene questi ultimi avessero appena dato in ostaggio ai Romani i propri giovani, ma si mise anche a devastare i campi di tutte le popolazioni limitrofe alleate dei Romani. Richiamato pertanto Scipione dai [[hiberna|quartieri invernali]], Asdrubale si allontanò andando a rifugiarsi ancora una volta a sud del fiume Ebro.<ref>{{cita|Livio|XXI, 61.5-6}}.</ref>
 
Gneo allora, deciso a dare una lezione agli Ilergeti che avevano defezionato e che ora erano stati abbandonati dal comandante cartaginese, si diresse verso la loro capitale, ''[[Atanagrum]]'', e la [[assedio (storia romana)|cinse d'assedio]]. In poi giorni ne ottenne la resa e ridusse in suo potere questo popolo, obbligandolo a pagare un tributo a Roma e ad inviargli un numero di ostaggi maggiore della volta precedente.<ref>{{cita|Livio|XXI, 61.6}}.</ref>
 
A lui ed al fratello Publio si deve la costruzione della mura ciclopiche della città di ''[[Tarragona|Tarraco]]''.<ref name="Piganiol234">{{cita|Piganiol 1989|p. 234}}.</ref>