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Nel 1913 realizzò finalmente la sua prima commissione da pittore: un affresco per il padiglione francese dell'Esposizione di [[Gand]], assieme a [[Marcel Chotin]], e propose alcune opere al "Salon d'Automne".
Nel 1914, conobbe il pittore [[André Masson]] nell'atelier di affreschi di [[Paul Baudoüin]]. Grazie ad una borsa di studio, i due partirono assieme per l'Italia. Allo scoppio della [[Prima guerra mondiale]] Loutreuil scrisse a [[Rodin]] il 21 settembre affinché « suscitasse un movimento universale per una azione umanitaria ». Nonostante fosse stato esentato da ogni
rapporto medico, perché in base ad esso fu rilasciato nel dicembre del 1916 con la diagnosi di « follia ragionante di tipo sociale ».
Tornò a Parigi alla fine dell'anno, e iniziò a frequentare il quartiere di [[Montparnasse]], le sue accademie di pittura e i suoi Caffè; realizzò in quel periodo numerosi disegni di [[Isadora Duncan]], che mostrano il suo gusto per il movimento. In quel periodo Loutreuil si accostò anche agli ambienti anarchici, dove venne chiamato "il russo", forse perché aveva gli occhi azzurri ed era molto fatalista......ma soprattutto perché molti dei suoi amici della "Scuola di Parigi" erano stranieri ed in particolare slavi.<br />
[[File:Maurice Loutreuil atelier.jpg|thumb|left|''Femme dans l'atelier'', huile sur toile.]]
Nel 1921, dal 16 al 28 febbraio, espose alcuni lavori (8 tele, alcuni acquarelli e dei disegni) al "Salon de l'Œuvre Anonyme" - di cui fu il fondatore assieme a Charles Vildrac, e che riunirà un centinaio di artisti alla galleria Devambez di Parigi - e in seguito, a maggio e a giugno, alla "Boutique de l'Encrier", al 74 di ''rue du Bac''. Partecipò inoltre al gruppo cooperativo di artisti dell'"Encrier", istituito, fra gli altri, da [[Roger Dévigne]], [[Louis Jouvet]], [[Bernard Marcotte]] e dal poeta Jacques Robertfrance<ref>Revue ''L'Encrier''</ref>. Un suo schizzo comparve nel numero 12 della rivista ''L'Encrier''.
Nel 1922, grazie a ciò che gli restava dell'eredità, poté comprarsi una piccola casa
Ma, poiché i suoi quadri si vendevano molto poco, decise ben presto di affittare la casa e di sistemarsi nell'atelier di legno che si era costruito in giardino con delle tavole.<br/>▼
▲Nel 1922, grazie a ciò che gli restava dell'eredità, poté comprarsi una piccola casa col giardino nel quartiere di Belleville, di fronte al ''Pré-Saint-Gervais''.
▲Ma poiché i suoi quadri si vendevano molto poco decise ben presto di affittare la casa e di sistemarsi nell'atelier di legno che si era costruito in giardino con delle tavole.<br/>
La sua prima mostra personale aprì nel 1922 nella sede della rivista "[[Montparnasse]]". Seguì un viaggio e un soggiorno a [[Berlino]], da cui riportò dei lavori importanti che espose al "Salon d'Automne" dello stesso anno.
Nel 1923, fece amicizia con il pittore [[Christian Caillard]], nipote di [[Henri Barbusse]], con [[Irène Champigny]] e [[Eugène Dabit]]. Costantemente attratto dai viaggi, nel gennaio del 1924 partì per il [[Senegal]] dove « dipinse con la preoccupazione di evitare il colore locale, per non riportare indietro dei quadri troppo convenzionali ! ». Tornò a Parigi in marzo, sfinito, e ritrovò serenità e stabilità nell'intensa, ma breve, amicizia che lo legava a Christian Caillard, Irène Champigny e Eugène Dabit. Ma proprio quando il suo futuro sembrava schiarirsi, un'epatite virale contratta in Senegal lo stroncò nel 1925 all'Ospedale Broussais di Parigi.<br/>
Fu sepolto nel cimitero di [[Chérancé (Sarthe)|Chérancé]] nella [[Sarthe]].
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