Il ritratto di Dorian Gray: differenze tra le versioni
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{{Libro
| tipo = fantasy
| titolo = Il ritratto di Dorian Gray
| titoloorig = The Picture of Dorian Gray
| titoloalfa = Ritratto di Dorian Gray, Il
| immagine = Lippincott doriangray.jpg
| didascalia =
| autore = [[Oscar Wilde]]
| annoorig = 1891
| genere = [[romanzo]]
| sottogenere = [[
| lingua = en
| ambientazione = [[Inghilterra]]
| protagonista = Dorian Gray,
}}
'''''Il ritratto di Dorian Gray''''' (''The Picture of Dorian Gray'') è un [[romanzo]]
{{Citazione|Ora, ovunque andiate, voi incantate il mondo. Sarà sempre come oggi?...|Lord Henry Wotton, «Il ritratto di Dorian Gray»|Now, wherever you go, you charm the world. Will it always be so?...|lingua=en}}▼
▲'''''Il ritratto di Dorian Gray''''' (''The Picture of Dorian Gray'') è un [[romanzo]] di [[Oscar Wilde]].
Narra di un giovane che trova il modo di rimanere eternamente giovane facendo invecchiare al proprio posto un ritratto. Quest'opera, così come molte altre, è ispirata alla leggenda di [[Faust]].{{cn}}
Uscì originariamente nel luglio del [[1890]] sul ''Lippincott's Monthly Magazine'', mentre nel [[1891]] lo stesso autore pubblicò sul ''The Fortnightly Review'' una prefazione al romanzo ("A Preface to ''The Picture of Dorian Gray''"), per rispondere ad alcune polemiche sollevate dalla sua opera.▼
== Storia editoriale ==
Nell'aprile [[1891]] Wilde fece stampare in volume il romanzo, unendovi la propria prefazione. Per esigenze puramente commerciali, legate al gusto dell'epoca fine ottocentesca, l'autore revisionò il proprio romanzo e vi aggiunse molti capitoli (il 3°, il 5°, il 15°, il 16°, il 17° e il 18°) per rendere più "voluminosa" l'opera. Secondo alcuni critici, però, quest'operazione arrecò danno al romanzo originale, facendogli perdere spontaneità e una certa dose di mistero: per questo in alcune edizioni si può trovare ancora la versione originale.▼
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▲Nell'aprile [[1891]] Wilde fece stampare
== Trama ==
▲{{Citazione|Ora, ovunque andiate, voi incantate il mondo. Sarà sempre come oggi?...|Lord Henry Wotton, «Il ritratto di Dorian Gray»|Now, wherever you go, you charm the world. Will it always be so?...|lingua=en}}
Il romanzo è ambientato nella [[Londra]] [[Epoca vittoriana|vittoriana]] del XIX secolo, che all'epoca era pervasa da una mentalità tipicamente borghese. Narra di un giovane, Dorian Gray, che arriverà a fare della sua bellezza un rito insano. Egli inizia a rendersi conto del privilegio del suo fascino quando Basil Hallward, pittore suo amico, gli regala un ritratto che lo riproduce nel pieno della gioventù.
Lord Henry Wotton avrà un ruolo decisivo nella vita di Dorian, che conosce proprio presso Hallward: infatti, con i suoi discorsi estremamente articolati, cattura l'attenzione del ragazzo, rendendolo, a poco a poco, quasi l'incarnazione del suo modo di pensare. Infatti Dorian, dopo un lungo discorso con
Dopo una tormentata storia d'amore con un'attrice di teatro di nome Sybil Vane, terminata col suicidio della ragazza, Dorian, vedendo che la sua figura nel quadro invecchia ed assume spaventose smorfie tutte le volte che egli commette un atto feroce e ingiusto, come se fosse la rappresentazione della sua coscienza, nasconde il quadro in soffitta e si dà ad una vita all'insegna del piacere, sicuro che il quadro patirà le miserie della sorte al posto suo.
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== Critica ==
{{Citazione|La vita morale dell'uomo è il materiale dell'artista, ma la moralità dell'arte consiste nell'uso perfetto di uno strumento imperfetto.|Oscar Wilde, dalla ''Prefazione'' a «Il ritratto di Dorian Gray»|The moral life of man forms part of the subject matter of the artist, but the morality of art consists in the perfect use of an imperfect medium.|lingua=en|}}
''Il ritratto di Dorian Gray'' si configura come un eccellente capolavoro della [[letteratura inglese]] e come una vera e propria celebrazione del culto della [[bellezza]]. Una ‘professione di fede' che Wilde tende a fare propria e a perseguire nell'arco della sua intera esistenza, sia attraverso la sua produzione artistica che per mezzo della sua condotta decisamente anti-[[Epoca vittoriana|vittoriana]] e anti-conformista, sprezzante del buonsenso e dei canoni della morale borghese.
La vita per Wilde, si configura infatti come un'opera d'arte ben riuscita. Wilde opta quindi per il rovesciamento del principio secondo cui è l'arte che imita la vita, trasformandolo nel presupposto per il quale è la vita ad imitare l'arte. La vita è pertanto prodotto e risultato dell'arte. Di qui l'importanza attribuita all'apparenza e al dominio dei sensi, che perviene quindi all'estetismo (dal greco αἴσθησις, ‘percezione con i sensi'), atteggiamento tipicamente wildiano (ma anche dannunziano) e caratterizzato dalla concezione di un'arte fondamentalmente fine a se stessa (''art for art's sake'').
Un'esperienza, quella [[estetica]], che non sempre si rivela giusta e retta. La visione della vita come arte implica infatti da un lato la ricerca del [[piacere]], ovvero l'[[edonismo]], dall'altro uno stile di vita disinibito e dissoluto che porta allo sfacelo [[morale]] e, nel caso di Dorian Gray, al [[crimine]].
== Gli aforismi di
Come tutte le opere di Wilde, anche ''Il ritratto di Dorian Gray'' è ricco di sentenze, collocate dai critici nella categoria di aforismi; questo particolare tipo d'espressione, artificiosamente spontanea se vogliamo, conferisce allo stile di Wilde un modo tagliente di affrontare le verità della vita, aderendo perfettamente al carattere, quasi armonizzato ai suoi stessi pensieri, di quello che probabilmente è il "crypto-personaggio principale" dell'opera,
Non c'è affatto da stupirsi, quindi, se leggendo il romanzo ci sembra improvvisamente di avvertire un rovesciamento radicale dei ruoli conferiti ai personaggi della storia. Lord Henry molto spesso ne sembra l'indiscusso protagonista, quasi parlasse per bocca dello stesso autore. Wilde stesso parlò di questo punto in più occasioni, notando quasi con rammarico che tutti pensassero al romanzo come a un'opera autobiografica in cui, attraverso i vari personaggi, lo stesso autore non faceva altro che rappresentare le varie inclinazioni del suo stesso carattere. Non è da dimenticare che questa fu una parte decisiva rispetto alla sua successiva incarcerazione; i capi d'accusa contro di lui si rifacevano in buona parte ad innumerevoli passi di questo romanzo. Le colpe di Dorian Gray e gli affilati aforismi di
Come molti critici si divertono molto spesso a sottolineare - non ci si stupisce poi che lo stesso autore detestasse questa particolare categoria -, quelli di Wilde non sono veri e propri aforismi, ovvero generalmente non sono autonomi, o slegati dal contesto; molti faticano a vedere le verità che si nascondono dietro il loro paradosso artistico. Ma la loro forma non è che il pretesto. Nonostante ciò, infatti, essi riescono forse con maggior precisione a far notare, o forse provare, al lettore tutto ciò che lo stesso scrittore precisamente voleva che arrivasse all'io segreto di chi legge.
Molte sentenze di
Vero è che molti aforismi del romanzo possono essere facilmente rovesciati, anche perché molti derivano dallo stesso rovesciamento di luoghi comuni; però esprimono ugualmente argute riflessioni, alle volte difficili da accettare per noi tutti; essi sottolineano l'enorme genialità di Wilde e la sua profonda conoscenza della vita e dell'Arte. È vero che
Lord Henry pronuncia anche molti paradossi autentici, questo a detta di molti, ma in qualche strano modo la cosa non fa che renderli più veri. Quasi incontestabili.
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È anche vero, però, che il pensiero di Wilde riguardo al suo rapporto col protagonista del suo romanzo e, forse, con se stesso, era particolarmente controverso. In una delle sue ultime lettere infatti, egli scrive che non si capacitava di come tutti avessero frainteso il suo stesso libro: "Lord Henry," diceva "è come tutti pensano che io sia. Dorian è come vorrei essere. Basil, quello che in realtà sono."
Inoltre, il rapporto che hanno Dorian Gray e
Ecco uno degli aforismi di
{{Citazione|La vita imita l'arte molto più di quanto l'arte non imiti la vita.| Lord Henry Wotton, «Il ritratto di Dorian Gray» |lingua=en|Life imitates Art far more than Art imitates Life.}}
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* Nel [[1910]] viene girata la prima versione cinematografica del racconto di [[Oscar Wilde]], intitolata ''[[Dorian Grays Portræt]]''. Il film [[Danimarca|danese]] è diretto da [[Axel Strøm]] e interpretato da [[Valdemar Psilander]], nella parte di Dorian Gray.
* Del [[1913]] la prima versione [[Stati Uniti|statunitense]], ''[[The Picture of Dorian Gray (film 1913)|The Picture of Dorian Gray]]'', diretta da ''Phillips Smalley'' e interpretata da [[Wallace Reid]] nella parte di Dorian Gray, [[Lois Weber]] e [[Phillips Smalley]].
* Nel [[1915]] ne viene realizzata una versione [[Russia|russa]], ''[[Portret Doryana Greya]]'', per opera di [[Vsevolod Meyerhold]] e [[Mikhail Doronin]]. A interpretare il protagonista è [[Varvara Yanova]], mentre [[Vsevolod Meyerhold]] è
* Sempre del [[1915]] un'altra versione [[Stati Uniti|statunitense]], ''[[The Picture of Dorian Gray (film 1915)|The Picture of Dorian Gray]]'', diretto da [[Eugene Moore (regista)|Eugene Moore]] e interpretato da [[Harris Gordon]] (Dorian Gray), [[Helen Fulton]] (Evelyn), [[Ernest Howard]] (Basil Hayward) e [[W. Ray Johnston]] (Lord Henry Wotton).
* Appena un anno dopo, nel [[1916]] ne viene realizzato un [[remake]], sempre statunitense, ''[[The Picture of Dorian Gray (film 1916)|The Picture of Dorian Gray]]'', diretto da [[Fred W. Durrant]] e interpretato da [[Henry Victor]], [[Pat O'Malley]], [[Sydney Bland]], [[Dorothy Fane]] e [[Jack Jordan]].
* Nel [[1917]] viene girata la prima versione [[Germania|tedesca]], ''[[Das Bildnis des Dorian Gray]]'', diretta da [[Richard Oswald]], con [[Bernd Aldor]], [[Ernst Pittschau]] e [[Ernst Ludwig]].
* Del [[1918]] la versione [[Ungheria|ungherese]] ''[[Az élet királya]]'', diretta da [[Alfréd Deésy]], in cui appare un giovane [[Bela Lugosi]] (qui con il nome di Arisztid Olt) nella parte di
* Nel [[1945]] esce negli USA il film ''[[Il ritratto di Dorian Gray (film)|Il ritratto di Dorian Gray]]'' (''The Picture of Dorian Gray''), regia di Albert Lewin. Con [[Lowell Gilmore]], [[Peter Lawford]], [[Angela Lansbury]] (che diverrà popolare durante gli [[Anni 1980|anni ottanta]] grazie al ruolo di [[Jessica Fletcher]] nella serie televisiva ''[[La Signora in Giallo]]''), [[Donna Reed]] e [[George Sanders]].
* Nel [[1974]] [[Massimo Dallamano]] dirige il film ''[[Il dio chiamato Dorian]]'', versione cinematografica italiana con un pizzico di erotismo del romanzo di Wilde. Nel film compaiono [[Helmut Berger]], nella parte di Dorian; [[Herbert Lom]] in quella di Henry Wotton; [[Richard Todd]], in quella di Basil Hallward. Tra gli altri interpreti: [[Margaret Lee]], [[Maria Rohm]], [[Beryl Cunningham]], [[Isa Miranda]] ed [[Eleonora Rossi Drago]].
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{{Oscar Wilde}}
{{Controllo di autorità}}
{{Portale|fantasy|letteratura}}
[[Categoria:Il ritratto di Dorian Gray| ]]
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