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In un primo momento questo rischioso programma apparve molto pericoloso e il presidente Eisenhower non autorizzò l'attivazione dei piani del generale Power; l'Atomic Energy Commission che legalmente era ancora la responsabile ultima del possesso e dell'impiego delle armi nucleari americane, aveva grandi dubbi anche riguardo il sistema dell'allerta a terra e riteneva troppo rischioso tenere in volo sopra i cieli degli Stati Uniti bombardieri armati di bombe nucleari completamente attive e funzionanti. Nonostante le assicurazioni minacciose del generale Power che, subito dopo il lancio sovietico del satellite ''Sputnik'', affermò che i suoi bombardieri erano sempre in aria armati di bombe nucleari, nella realtà in questa fase non era ancora funzionante alcun programma di ''Airborne alert'' e anche l'allerta a terra era attivo con alcune limitazioni operative.
Alla fine degli anni cinquanta il generale Power ritornò a proporre energicamente il programma di allerta in volo che egli ritneva essenziale per contorbattere la minaccia crescente dei missili sovietici di cui il segretario generale Kruscev esaltava la supporta potenza. Nonostante le polemiche in corso negli Stati Uniti sulla sicurezza delle armi atomiche e sull'affidabilità psicofisica degli equipaggi del SAC a bordo dei bombardieri strategici rinfocolate anche da sensazionali opere narrative di fantasia, il generale Power fece pressioni sul presidente Eisenhower e riuscì anche a convincere definitivamente il generale LeMay a sostenere i suoi piani. Il nuovo programma del SAC riprendeva il sistema di allarme in volo precedentemente studiato e confermava il metodo del ''Go code', ridenominato sistema del ''positive control'', "controllo positivo", che avrebbe dovuto autorizzare espressamente mediante l'invio ai bombardieri di codici segreti, l'attacco nucleare.
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