Lucio Licinio Crasso: differenze tra le versioni

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Nel [[93 a.C.]] partecipò ad una delle cause legali più note dell'epoca, quella tra Marco Curio e Marco Coponio riguardo una eredità: Crasso difese Curio, mentre le parti di Coponio furono prese da Scevola, che era un ottimo avvocato. La causa verteva su di un testamento, fatto da un uomo che riteneva la moglie incinta di pochi mesi, e che lasciava i propri beni al figlio nascituro, a meno che questi non fosse morto prima dei quattoridici anni, nel qual caso l'eredità sarebbe andata a Curio. Il figlio non nacque, e Scevola, difendendo l'interesse di Coponio, affermò che la clausola fosse stata annullata da questo fatto. Crasso, invece, affermò che l'autore del testamento non poteva distinguere tra il non verificarsi della clausola per morte del figlio dal caso in cui il figlio non fosse nato affatto, e quindi avanzava la richiesta di riconoscimento del ruolo di erede del suo cliente. La corte diede ragione a Crasso, e Curio ereditò.
 
Nel [[92 a.C.]] fu [[censore (storia romana)|censore]] con [[Gneo Domizio Enobarbo]].
== Bibliografia ==
* Smith, William, "Crassus 23", ''Dictionary of Greek and Roman Biography and Mythology'', v. 1, [http://www.ancientlibrary.com/smith-bio/0888.html p. 879].