Mercè Rodoreda: differenze tra le versioni
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Nel 1956 vinse il Premio per il Saggio Joan Maragall con ''Tres sonets i una cançó,'' pubblicato nel supplemento letterario della Gazzetta delle Lettere di ''La Nova Revista''.<ref name=":42">{{Cita|Rodoreda 1956}}</ref> Fu premiata anche con il Premio Joan Santamaria per il suo racconto ''Carnaval'', che le fu consegnato nello stesso anno a Barcellona.<ref name=":29" />
Nel
In alcuni appunti inediti che parlano di Ginevra, Rodoreda rivela che in quel periodo frequentò scrittori come Eugeni Xammar, [[Julio Cortázar]] e sua moglie, e [[Jorge Semprún]].<ref name=":34">{{Cita|Vilallonga, Mariàngela 2008|p. 76}}</ref>
Durante la sua lunga permanenza a Ginevra creò un primo giardino che più avanti avrebbe ripetuto a Romanyá de la Selva. La grande quantità di fiori che la circondavano le servì d'ispirazione per cominciare a ritrarre i fiori che sarebbero finiti per formare ''Flors de debò'' all'interno di ''Viatges i Flors'', assieme ai viaggi che avrebbe scritto a Romanyá;<ref name=":33" /> questo libro non venne pubblicato fino al 1980.<ref>{{Cita web|url=http://www.escriptors.cat/autors/rodoredam/obra.php#1322|titolo=Mercè Rodoreda - Obra|sito=Associació d'Escriptors en Llengua Catalana|accesso=13 ottobre 2016}}</ref>
''La perla del Llac'' fu il titolo di un potenziale romanzo dell'autrice che rimase incompleto, e si trova nell'archivio del [[Institut d'Estudis Catalans]]. Il titolo corrisponde al nome di un ristorante sulla sponda del [[Lago Lemano]], in un angolo di Ginevra che Mercè Rodoreda frequentava, vicino all'edificio delle Nazioni Unite, dove l'autrice mangiava abitualmente; dalle sale da pranzo dei piani superiori, poteva godere di una gran visuale.<ref name=":34" /> Nel Prologo di ''Mirall trencat'' (''Lo specchio rotto''), gli occhi della protagonista Teresa Goday de Valldaura erano gli stessi della dama del Lemano.<ref name=":35">{{Cita|Vilallonga Mariàngela 2008|p. 77}}</ref>
Nel 1958 presentò ''Una mica d'història'' al [[Premi Sant Jordi de novel·la|Premio Joanot Martorell]] ma non vinse perché premio fu attribuito a Ricard Salvat con ''Animals destructors de lleis''; il romanzo venne tuttavia pubblicato nel 1967 con il titolo di ''Jardí vora el mar''.<ref name=":23" /> Scrisse anche il racconto ''Rom Negrita'' per il volume ''Los 7 pecats capitals vistos per 21 contistas'' che in seguito avrebbe fatto parte del volume ''Semblava de seda''. Dal 1958, e senza rompere con Rodoreda, Armand Obiols manterrà una relazione sentimentale con una donna a Ginevra fino alla sua morte.<ref name=":29" />
Nel 1959 Mercé comincia a scrivere il romanzo probabilmente più conosciuto della sua carriera, intitolato ''Colometa'', ma pubblicato nel 1962 con il nome ''La plaça del Diamant ([[La piazza del Diamante]])'' dal Club dels Novel·listes.<ref name=":23" /> Nel 1960 lo aveva presentato al [[Premi Sant Jordi de novel·la]], anteriormente conosciuto come Premi Joanot Martorell, senza però vincere.<ref name=":24">{{Cita web|url=http://www.mercerodoreda.cat/es/cronologia-1960-1970.php|titolo=Cronología 1960-1970|sito=Fundació Mercè Rodoreda, Institut d’Estudis Catalans|lingua=es|accesso=11 ottobre 2016}}</ref> Joan Fuster lo inviò ugualmente a El Club dels Novel·listes, che in quel momento era diretto da [[Joan Sales]]. Sales rimase colpito dal romanzo e contattò Mercè Rodoreda,<ref name=":24" /> la quale, a partire da quel momento, trovò nel Club lo spazio in cui pubblicare la sua opera letteraria.<ref>{{Cita|Gomila 2005}}</ref> Quando uscì nel 1962, il romanzo non era esattamente quello che aveva presentato al Premi Sant Jordi, ma era stato rivisto, ampliato e corretto su indicazione di Sales, di Obiols e dell'autrice stessa.<ref name=":38">{{Cita TV
| autore = Josep M. Gurguí, Margarida Puig, Isabel Parés, Montserrat Casals, Núria Folch, Pere Gimferrer, Josep Maria Castellet.
| trasmissione = TVE
| titolo = Mercè Rodoreda, vida secreta
| data = 2008
}}</ref>
''La plaça del Diamant'' ([[La piazza del Diamante]]) è considerata come la principale opera in [[lingua catalana]] della letteratura europea del dopoguerra. Ambientata nel quartiere barcellonese di [[Gràcia]], narra la storia di Colometa, una donna come molte altre alla quale la guerra distruggerà la vita e le illusioni. ''La plaça del Diamant'' è sia un romanzo storico che psicologico e di costume.<ref name=":38" />
{{Citazione|Spiegare la genesi di ''La piazza del Diamante'' potrebbe essere interessante, ma è possibile spiegare come si forma un romanzo, quali impulsi lo provocano, quale volontà così forte fa sì che si continui, che si debba terminare lottando ciò che si è cominciato facilmente? Dire che lo pensai a Ginevra guardando la montagna del Salève o passeggiando per La Perla del Lago, basterebbe? [...] Lo scrissi febbrilmente, come se ogni giorno di lavoro fosse l'ultimo della mia vita. Lavoravo accecata, al pomeriggio correggevo ciò che avevo scritto al mattino, facendo in modo che, nonostante la fretta con cui scrivevo, il cavallo non mi sfuggisse di mano, afferrando bene le redini affinché non deviasse dal cammino. [...] Fu un periodo di grande tensione nervosa, che mi lasciò mezza ammalata.<ref name=":35"/>|Mercè Rodoreda, Prologo di ''La Piazza del Diamante'' (26a edizione)}}
Nel 1965 Rodoreda mosse i primi passi verso la pubblicazione delle sue Opere Complete a seguito di una richiesta di Joaquim Molas. Esse vedranno la luce solo nel 1977. L'opera completa non includeva alcuna delle sue prime quattro opere (''Sóc una dona honrada?'', ''Del que hom no pot fugir'', ''Un dia de la vida d'un home'' i ''Crim'') perché Mercè le considerava frutto della sua inesperienza. Accettò di riscrivere ''Aloma'' per adeguarla al livello delle altre sue opere attuali; il libro sarà rieditato nel 1969.<ref name=":24" />
Nel 1966 venne pubblicata ''La via delle camelie'' (El carrer de les Camèlies), che ricevette il Premio Sant Jordi senza che l'autrice avesse presentato la propria candidatura. Con questo stesso romanzo ricevette anche il Premio della Critica Serra d'Or nel 1967 e il Premio Ramon Llull per il romanzo nel 1969.<ref name=":30">{{Cita web|url=http://www.escriptors.cat/autors/rodoredam/pagina.php?id_sec=1798|titolo=Mercè Rodoreda - Biografia|sito=Associació d'Escriptors en Llengua Catalana|accesso=12 ottobre 2016}}</ref>
A partire dal 1970 le sue opere cominciarono ad essere tradotte in altre lingue. Il suo primo romanzo tradotto fu ''La piazza del Diamante,'' pubblicato in spagnolo nel 1965.<ref name=":24" /> Nel 1971, la morte del suo compagno di lunga data Armand Obiols, nell'Ospedale dell'Università di Vienna, accentuò il suo sentimento di esilio. Questo fatto, e la scoperta di un'altra amante di Obiols, la fece sentire ancor di più sola e distrutta nelle terre svizzere. In quei giorni scrisse un piccolo ma impressionante resoconto sui giorni difficili che passò in ospedale; il documento è conservato nell'archivio del [[Institut d'Estudis Catalans|IEC]].<ref name=":38" />
=== Romanyá de la Selva (1972-1983) ===
[[File:Rodoreda romanya.jpg|alt=El senyal|miniatura|263x263px|''El senyal vell,'' chalet di Romanyá de la Selva dove Rodoreda visse dal 1972 al 1980 e scrisse le sue ultime opere.]]
Nel 1972, a seguito della morte del suo amante a Vienna, e del ritrovamento di alcune amiche del tempo della guerra civile spagnola, Mercé tornò in Catalogna e si stabilì nello chalet di Carme Manrubia a Romanyà de la Selva.<ref name=":35" /><ref name=":31">{{Cita|Vilallonga, Borja 2008|pp. 85-86}}</ref> ''El senyal'' di Romanyà de la Selva - oggi chiamato ''El Senyal Vell''<ref name=":32">{{Cita|Vilallonga, Borja 2008|p. 87}}</ref> ''-'' era uno chalet di proprietà dell'amica Carme Manrubia. La sua amicizia con Carme Manrubia risale a quando le due lavoravano per il Commissariato di propaganda del [[Generalitat de Catalunya|Governo della Catalogna]] durante la guerra civile spagnola.<ref name=":31" /> In questa casa vivrà per sei anni, finché non si costruìrà una casa propria nel 1979 a Romanyá. Il nome scelto dalle due amiche per la casa, El Senyal, fa riferimento al marchio di Caino nell'opera [[Demian (romanzo)|Demian]] di [[Hermann Hesse|Herman Hesse]].<ref name=":31" />
Nella casa di Manrubia completò il suo romanzo più ambizioso, ''Mirall trencat'' (''Lo specchio rotto'') che aveva iniziato anni prima a Ginevra. Quest'opera, pubblicata nel 1974, viene considerata quella in cui Rodoreda giunge alla perfezione stilistica. Sempre in quella residenza scrisse ''Viatges a uns quants pobles'' all'interno di ''Viatges i flors'' (''Viaggi e fiori'', 1980) e il romanzo ''Quanta, quanta guerra...''<ref name=":32" /> che, pubblicati nel 1980, le fecero vincere il [[Premio Ciudad de Barcelona|Premi Ciutat de Barcelona]]. In questo stesso anno fece il discorso di apertura della [[Festa della Mercè]] a Barcellona,<ref name=":25">{{Cita web|url=http://www.mercerodoreda.cat/es/cronologia-1971-1983.php|titolo=Cronología 1971-1983|sito=Fundació Mercè Rodoreda, Institut d’Estudis Catalans|accesso=11 ottobre 2016}}</ref> vinse il Premio per la sua produzione letteraria in lingua catalana (Premio d'onore della Letteratura Catalana) giungendo alla sua definitiva affermazione come scrittrice.<ref name=":30" /> Nel 1978 venne pubblicato ''Semblava de seda i altres contes'', una raccolta di racconti scritti durante tutta la sua vita.<ref name=":25" />
Il progetto di convivenza di Mercè Rodoreda e Manrubia fallisce.<ref>{{Cita|Vilallonga, Borja 2008|p. 92}}</ref> Nel 1977 Mercé compra un terreno nel quale fa costruire una casa a fianco di quella di Manrubia, che verrà terminata nel 1979. Secondo Anna Maria Saludes i Amat, questo abbandono della casa di Manrubia sarebbe stato causato dalla difficile convivenza tra le due amiche, e dalla necessità di Rodoreda di condurre una vita in solitudine tipica del suo carattere.<ref>{{Cita|Saludes i Amat 2003}}</ref>
Nel 1979 Mercé scrive la commedia teatrale ''El Maniquí'' andata in scena nello stesso anno al Festival Internazionale del Teatro di Sitges con la compagnia ''Bruixes de Dol'' sotto la direzione di Aracel·le Bruch.<ref name=":28" />
In quegli ultimi anni della sua vita, Rodoreda poté vedere varie volte i suoi romanzi passare al piccolo e al grande schermo. Il primo fu ''Aloma'' che comparve in televisione nel 1978. Più tardi, fu la volta del cinema con ''La piazza del Diamante'' nel 1982, con Silvia Munt nel ruolo della protagonista Colometa, sotto la direzione di Francesc Betriu.<ref name=":25" />
Nel 1982 scrisse alcuni articoli biografici pubblicati nella rivista Serra d'Or, intitolati ''Fitxers d'infantesa''. La scrittrice fece parte dell'Associazione degli Scrittori in Lingua Catalana e ne fu membro e socio onorario dopo il suo ritorno in Catalogna.<ref name=":30" />
==== Morte ====
[[File:Romanya-rodoreda-tomba2.jpg|alt=Tomba di Mercè Rodoreda nel cimitero di Romanyá.|miniatura|Tomba di Mercè Rodoreda nel cimitero di Romanyá.]]
Nel pomeriggio del 13 aprile 1983, Mercè Rodoreda muore in una clinica della città di [[Girona]] a causa di un [[Neoplasia|cancro]] al fegato in stadio avanzato.<ref name=":30" /> Durante i suoi ultimi giorni di ricovero all'ospedale di Girona, Mercè Rodoreda si riconciliò con i membri della sua famiglia, avvisati da Joan Sales.<ref name=":38" /> Come spiega un'amica intima di Rodoreda, Isabel Parés, quando diagnosticarono il cancro a Rodoreda, l'autrice entrò in stato di depressione e smise di lottare per poter sopravvivere.<ref name=":38" />
{{Citazione|La morte fuggì dal cuore e quando
non ebbi più la morte dentro
morii.<ref name=":38" />|Mercè Rodoreda, ''La morte e la primavera''.}}
La camera ardente venne installata nel Palau Solterra del Dipartimento di Cultura del Governo di Catalogna e, per propria volontà, Mercé Rodoreda venne sepolta nel cimitero di Romanyá de la Selva; alla funzione assistettero molte persone tra le quali molti compagni di professione ed altre personalità del momento.<ref name=":38" /><ref>{{Cita news|lingua=es|autore=|url=http://elpais.com/diario/1983/04/14/cultura/419119202_850215.html|titolo=La muerte de Mercè Rodoreda supone la desaparición de una de las mayores figuras de la literatura catalana|pubblicazione=El País|data=14 aprile 1983|accesso=13 ottobre 2016}}</ref> La sua eredità intellettuale fu donata all'[[Institut d'Estudis Catalans]] che, anni dopo, creò la Fondazione Mercè Rodoreda.<ref name=":30" /> e nel 1998, in suo onore, è stato istituito il premio letterario Mercè Rodoreda.
{{Citazione|Caro, queste cose sono la vita.<ref name=":38" />|Mercè Rdoreda, Prologo di ''La piazza del Diamante''}}
==La sua opera==
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