Giuseppe Salvioli: differenze tra le versioni
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==Biografia==
Dopo la laurea si trasferì a [[Roma]], collaborò con vari periodici, ed ebbe l'incarico dal direttore dell'Ufficio statistico del Ministero dell'Agricoltura, [[Luigi Bodio]], di condurre una ricerca sulla storia dei prezzi in Italia<ref name="Contributo_italiano"/>.
Il suo interesse per gli studi storico-giuridici si consolidò per l'influenza di [[Francesco Schupfer]] e per la conoscenza, che ebbe quando era corrispondente a [[Berlino]] per le riviste ''Rassegna'' e ''Tribuna'', del grande storico e classicista tedesco [[Theodor Mommsen|Mommsen]]<ref name="Contributo_italiano"/>.
Nel 1883 Salvioli ottenne l'incarico di insegnare storia del diritto all'[[Università di Camerino]] e, l'anno successivo, vinse la cattedra per la stessa disciplina nell'[[Università di Palermo|Ateneo palermitano]]. In quegli anni, quando veniva formandosi il [[Partito Socialista Italiano]], conobbe e frequentò alcuni tra i maggiori esponenti del primo [[socialismo]] quali [[Antonio Labriola|Labriola]] e [[Filippo Turati|Turati]], e il repubblicano [[Napoleone Colajanni (1847)|Colajanni]], maturò i motivi ispiratori dei suoi studi e pubblicò articoli sulla condizione della classe operaia<ref name="Contributo_italiano"/>.
Nel 1903 fu chiamato all'[[Università di Napoli Federico II|Università di Napoli]], ove insegnò per venticinque anni storia del diritto italiano e filosofia del diritto<ref name="Contributo_italiano"/>.
Contrario alla partecipazione italiana nel [[Prima guerra mondiale|primo conflitto mondiale]], nel 1922 Salvioli divenne preside della Facoltà di giurisprudenza e nel 1925 firmò il ''Manifesto degli intellettali antifascisti'', redatto da [[Benedetto Croce]]<ref name="Contributo_italiano"/>.
Morì nel 1928, a settantuno anni, all'interno dell'Università partenopea, mentre presiedeva una seduta di esami<ref name="Contributo_italiano"/>.
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