Assedio di Nasso: differenze tra le versioni
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Con il fallimento del tentativo di conquistare Nasso, Aristagora si trovò a mal partito: non era in grado di ripagare i debiti contratti con Artaferne per finanziare la spedizione e inoltre si era inimicato con Megabate, membro della famiglia Reale persiana. Tutto lasciava presagire che Artaferne stesso si sarebbe mosso per rimuoverlo dalla carica di Tiranno di Mileto e gettarlo di disgrazia. Nel disperato tentativo di salvare sé stesso, Aristagora scelse di schierarsi apertamente con movimenti di rivolta nei confronti dell'impero persiano che già covavano da tempo fra i milesi<ref>Abitanti di Mileto</ref>. Anche se Erodoto presenta come cause della ribellione i dissidi personali tra i protagonisti della vicenda, nondimeno tutta la Ionia era già matura all'aperta rivolta, la cui causa erano gli stessi tiranni insediati dai Persiani<ref name = V35>Erodoto [http://www.perseus.tufts.edu/cgi-bin/ptext?doc=Perseus%3Atext%3A1999.01.0126;query=chapter%3D%23804;layout=;loc=5.34.1 V, 35]</ref>. Le azioni di Aristagora, le motiviazioni che lo spinsero ad attaccare Nasso e i motivi per i quali i piani di invasione fallirono, furono esse stesse emblema delle cause di malcontento di tutta la Ionia.<ref name="fine"/>. La ribellione di Aristagora fu l'apice di una rivolta pronta ad esplore in brevissimo tempo e che coinvolse anche l'[[Eolide]] e l'[[Esapoli dorica]] nel rovesciamento di tiranni e instaurtare la democrazia<ref name = h155>Holland, pp. 155–157.</ref>.
Dopo aver portato tutti gli ellenici dell'Asia Minore in rivolta, Aristagora si rese conto che i greci della Ionia avrebbero avuto bisogno di alleati potenti per combattere i Persiani<ref name = h157>Holland, pp. 157–159.</ref>. Passò l'inverno del 499 a.C.<ref name="h157"/> navigando per la Grecia continentale in cerca di aiuto. Non è riuscì a convincere i spartani, ma le città di [[Atene]] e di [[Eretria]] decisero di sostenere la ribellione<ref name = h160>Holland, pp. 160–162.</ref>. Nella primavera del 498 a.C. una forza ateniese di venti triremi, insieme ad una di cinque di Eretria, per un totale di venticinque triremi, salparono per la Ionia<ref name = V100>
[[File:Ionian Revolt Campaign Map.png|300px|thumb|left|Principali eventi duranti la [[rivolta Ionica]]<ref>Le rotte sono basate sui racconti di Erodoto</ref>]]
Nonostante questo insuccesso, la rivolta propagò ulteriormente. Gli Ioni inviarono uomini verso l'[[Ellesponto]] e la [[Propontide]] catturando [[Bisanzio]] e altre città vicine, costringendo all'alleanza gran parte della [[Caria]], tranne [[Cauno]] che si accostò come alleata spontaneamente già dopo l'
Al sesto anno della rivolta (494 a.C.) le forze persiane vennero riunite: tutte le forze di terra disponibili furono raggruppate in un unico esercito e affiancate da una flotta di triremi fornita dai Ciprioti, nuovamente soggiogati, [[Antico_Egitto|Egizi]], [[Cilici]] e [[Fenici]]<ref name = VI6/>. I Persiani si diressero direttamente a Mileto, prestando poca attenzione ad altre roccaforti, presumibilmente con l'intenzione di colpire quello che credevano il centro della rivolta. Gli Ioni cercarono di difendere Mileto via mare, lasciando la difesa a terra della città ai Milesi, e riunirono la loro flotta presso l'isola di [[Lade]], al largo della costa di Mileto<ref name = VI6>Erodoto [http://www.perseus.tufts.edu/cgi-bin/ptext?doc=Perseus%3Atext%3A1999.01.0126&layout=&loc=6.6 VI, 6]</ref>. [38] Prima della battaglia a Lade tra i Persiani regnava l'incertezza sullo scontro imminente, ragione per cui tentarono di convincere parte degli Ioni a disertare<ref name = VI9>Erodoto [http://www.perseus.tufts.edu/cgi-bin/ptext?doc=Perseus%3Atext%3A1999.01.0126;query=chapter%3D%23912;layout=;loc=6.11.1 VI, 9]</ref>. Benché tale opera di persuasione da principio non produsse alcun effetto, tuttavia, quando i Persiani ruppero gli indugi e lanciarono l'attacco, il contingente di '''Samo''' accettò l'offerta dei Persiani. Come la battaglia prese inizio, la flotta di Samo si ritirò dallo scontro, causando il collasso della linea di battaglia ionica.<ref name = VI13>Erodoto [http://www.perseus.tufts.edu/cgi-bin/ptext?doc=Perseus%3Atext%3A1999.01.0126;query=chapter%3D%23915;layout=;loc=6.12.1 VI, 13]</ref> Benché il contingente di '''Chio''' e pochi altri continuarono a combattere coraggiosamente, la battaglia era ormai perduta<ref name = VI14>
Con la sconfitta a Lade, la rivolta ionica era praticamente al termine. L'anno successivo i Persiani ridussero alla resa le ultime roccaforti dei ribelli, e iniziarono un processo di pacificazione nell'intera regione<ref name = VI31>Erodoto [http://www.perseus.tufts.edu/cgi-bin/ptext?doc=Perseus%3Atext%3A1999.01.0126;query=chapter%3D%23933;layout=;loc=6.30.1 VI, 31–33]</ref>. La rivolta ionica costituì il primo grande conflitto tra la [[Grecia antica|Grecia]] e l'[[Impero_achemenide|impero persiano]] e, come tale, rappresenta la prima fase delle [[Guerre persiane]]. Anche se l'Asia Minore era stato riportata soggetta al controllo persiano, Dario promise di punire [[Atene]] ed [[Eretria]] per il loro sostegno alla rivolta<ref name = h175/>. Inoltre, visto che la miriade di [[città -Stato|Polis]] della Grecia rappresentavano una costante minaccia per la stabilità del suo impero, decise anche di conquistare tutta la Grecia. Nel 492 a.C. la prima invasione persiana della Grecia avrebbe avuto inizio come conseguenza diretta della rivolta ionica<ref name = h175>Holland, pp. 175–177.</ref>.
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