Pettole: differenze tra le versioni

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Rimossi slogan da tifoseria di stadio.
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|settore = Paste fresche e prodotti della panetteria, della biscotteria, della pasticceria e della confetteria
|riconoscimento =PAT
|zona = [[Puglia]], [[Salento]], [[Calabria]], [[Campania]], [[Provincia di Matera]], [[Basilicata]]<sup>1</sup>
|regione= Puglia
|regione2=
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A [[Foggia]] è usanza preparare l'impasto per le pettole dal primo mattino del 24 dicembre per friggerle e consumarle ancora calde verso mezzogiorno come "spuntino" in attesa del cenone della vigilia. Come variante c'è l'aggiunta di alici sott'olio (prima della frittura) o la preparazione di vere e proprie pizzette fritte da condire con pomodoro, basilico e pecorino. Alcune famiglie ripropongono le pettole la mattina del 31 dicembre. A [[Monte Sant'Angelo]] nell'impasto si aggiungono anche delle patate lesse affinché la pettola risulti essere più morbida.
 
A [[Brindisi]], tradizione vuole che le pettole vengano preparate il 7 dicembre, ovvero il giorno della vigilia dell'[[Immacolata Concezione]], per poi essere riproposte nel periodo natalizio. In molte altre località, la data di inizio della preparazione delle pettole è invece la festa dell'[[Immacolata Concezione]], l'8 dicembre, infatti nel [[Salento]] tarantino e precisamente a [[Lizzano]], c'è un proverbio che dice: ''Ti la Mmaculata la prima ffrizzulata, ti la Cannilora l'ultima frizzola'', cioè: Nel giorno dell'Immacolata, la prima preparazione di pettole, nel giorno della Candelora, l'ultima.
 
Nella zona leccese del Salento la prima frittura avviene l'11 novembre, giorno in cui si celebrano San Martino e, secondo la tradizione, la fine del periodo di fermentazione del mosto che coincide quindi con l'arrivo sulle mense del vino nuovo (da non confondere con il [[vino novello]]). È costume ancora molto praticato tra i leccesi, per l'occasione, festeggiare ''Santu Martinu'' ritrovandosi tra amici e parenti, preferibilmente nelle tipiche abitazioni di campagna normalmente preposte alla villeggiatura estiva. L'usanza locale prevede il consumo, oltre che delle ''pittule'' e del vino novello, anche di carni arrostite alla brace, particolarmente di cavallo e di maiale. Nell'area di [[Taranto]] (in cui la tradizione della pettola è ancora molto sentita) si preparano nel giorno in cui si festeggia [[Santa Cecilia]], il 22 novembre, e a seguire durante le [[Natale|festività natalizie]].
 
In alcuni comuni del sud-est barese, come [[Rutigliano]] è consuetudine prepararle il giorno di [[Santa Caterina]], il 25 novembre. Si usa ancora prepararle recitando preghiere. Questo piatto è noto a [[Gallipoli (Italia)|Gallipoli]] a partire dal 15 ottobre giorno in cui si festeggia [[Santa Teresa d'Avila]] che introduce nella stessa città il periodo natalizio. Possono essere rustiche o dolci, semplici o ripiene, e spesso vengono usate in sostituzione del pane, oppure come antipasto. In tutte le varianti, si realizzano utilizzando [[farina]], [[Patata (alimento)|patata]], [[lievito di birra]], [[acqua]] e [[sale]], ma ne esiste anche una versione più semplice che non prevede l'utilizzo della [[Patata (alimento)|patata]] e comunque la pasta deve risultare piuttosto fluida per poterla versare nell'olio senza fare un panetto solido destinato ad inzupparsi di olio.