Bruno Franceschini: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
ancora riordino generale del testo
Grande guerra: aggiustamento
Riga 44:
Nacque a [[Tres]], in [[Val di Non]], nell'attuale [[Provincia autonoma di Trento]], allora parte dell'[[Impero austro-ungarico]], terzo tra sei fratelli, figlio di Isidoro Franceschini e di Maria Zadra. La famiglia si trasferì all'inizio del [[XX secolo]] dalla Val di Non a [[Rovereto]] dove il padre fu nominato direttore didattico. Anche la madre Maria era maestra elementare. Bruno, da giovane, frequentò la [[Scuola Reale Elisabettiana|Realschule]] ed in seguito, ormai in esilio alla fine della guerra, studiò ingegneria al [[Università tecnica di Vienna|Politecnico di Vienna]] quindi divenne comproprietario e direttore di una piccola azienda. Era bilingue e parlava sia l'italiano sia il tedesco.
 
==GrandePrima guerra mondiale==
Franceschini si arruolò nell'[[Imperial regio Esercito|Esercito asburgico]] nel [[1914]]. Divenne poi ''Fähnrich'' ([[Alfiere (grado militare)|Alfiere]]) del III battaglione, undicesima compagnia del [[Landesschützen#K.K. Landessch.C3.BCtzen-Regiment .22Trient.22 N. I|K.K. Landesschützen-Regiment "Trient" N. I]]. Allo scoppio della [[Prima guerra mondiale#L'Italia entra in guerra|guerra]] tra Austria e Italia, nel 1915, fu mandato a combattere prima sul [[Carso]] e poi sul [[Guerra Bianca|fronte]] [[Dolomiti|dolomitico]], in [[Provincia autonoma di Trento|Trentino]], sulle cime della [[Vallarsa]].
 
===Cattura di Battisti e Filzi e ruolo avuto da Franceschini===
Fu certamente presente sul monte Corno quando vennero catturati gli [[irredentismo italiano|irredentisti]] [[Cesare Battisti]] (già deputato austriaco) e [[Fabio Filzi]] (avvocato). Alcune ricostruzioni lo posero alla guida dell'azione ma negli atti del processo a essere indicati come autori della cattura furono il tenente Vinzenz Braun<ref>{{cita|Atti del processo|K1796/16 / atto 8}}</ref> con i bersaglieri Alois Wohlmuth<ref>{{cita|Atti del processo|K1796/16 / atto 9}}</ref> e Franz Strazligg<ref>{{cita|Atti del processo|K1796/16 / atto 10}}</ref>. Franceschini compare solo nella testimonianza di Johann Widegger<ref name="processo_atto_11">{{cita|Atti del processo|K1796/16 / atto 11}}</ref> come chi materialmente riconobbe Fabio Filzi che aveva fornito generalità false, e negli atti Franceschini è indicato come come ''Fähnrich'' (allievo ufficiale)<ref name="processo_atto_11"/> e non come ''Oberleutnant'' (tenente).
 
Un'intervista didello storico [[Lorenzo Baratter]] ai suoi nipoti sembra confermare che Franceschini non ebbe parte nella cattura di Battisti,<ref>{{cita web|url=http://associazione-legittimista-italica.blogspot.it/2014/07/eroi-della-grande-guerra-bruno.html|titolo=Eroi della Grande Guerra: Bruno Franceschini , l'eroe del Monte Corno.|accesso=08-11-2016|citazione=...&nbsp;Lui non lo ha neanche visto perché la pattuglia lo ha preso e lo ha portato direttamente al comando. Lo ha portato direttamente al comando, non alla compagnia… Quindi lui mi ha detto "Guarda, io Cesare Battisti non lo ho nemmeno visto, a parte il fatto che non avrei riconosciuto perché non lo conoscevo, in Austria non era mica una persona importante allora…". Comunque lui mi ha detto che non l’ha neanche visto perché è stato direttamente portato al comando di battaglione o di reggimento. L’hanno riconosciuto poi lì;...'}}</ref> mentre altre fonti lo citano come direttamente coinvolto nel riconoscimento di Cesare Battisti e Fabio Filzi.<ref>{{Cita|Gattera.Greselin|p =88}}</ref>
 
Il nome di Bruno Franceschini (o Brunetto, secondo altre fonti) è ricordato principalmente per il riconoscimento di Cesare Battisti e di Fabio Filzi dopo la loro cattura (circostanza sembra non confermata). Inoltree fu considerato da alcuni un traditore della sua terra, essendo nato in Trentino, allora sotto dominio arburgico.<ref>{{Treccani|cesare-battisti_(Enciclopedia-Italiana)/|BATTISTI, Cesare|v = |accesso =2 dicembre 2016 |autore =Attilio MORI - Oreste FERRARI |data =1930 |citazione =Fatto prigioniero e subito riconosciuto con Fabio Filzi, suo conterraneo e suo ufficiale subalterno, da un rinnegato della sua terra, l'alfiere Bruno Franceschini}}</ref><ref>{{Treccani|fabio-filzi_(Dizionario-Biografico)/|FILZI, Fabio|v = 1|accesso =2 dicembre 2016 |autore =Silvana Casmirri |data =1997 |citazione =identificato e denunciato da un certo Brunetto Franceschini, italiano, cadetto dell'esercito imperiale}}</ref><ref>{{Cita web|url =http://ricerca.gelocal.it/trentinocorrierealpi/archivio/trentinocorrierealpi/2012/03/09/AA4PO_AA406.html |titolo =Cesare Battisti e Franceschini, il non-rinnegato |autore =Luigi Sardi|sito =gelocal.it |editore =Gruppo Editoriale L’Espresso |data =9 marzo 2012|cid = |citazione =Va solo emendata la definizione di rinnegato del tenente dell'Impero austro-ungarico Franceschini (...) Insomma, basta con il termine di "rinnegato" e "traditore" per Franceschini, soldato austriaco (...) In verità furono due disertori italiani ad indicare agli austriaci la presenza di Battisti |accesso =2 dicembre 2016}}</ref><ref>{{Cita web|url =http://trentinocorrierealpi.gelocal.it/trento/cronaca/2014/07/11/news/battisti-era-un-disertore-battaglia-su-facebook-1.9577714 |titolo =«Battisti era un disertore» battaglia su Facebook |autore =|sito =gelocal.it |editore =Gruppo Editoriale L’Espresso |data =11 luglio 2014|cid = |citazione = Lorenzo Baratter (...) definisce Battisti un «disertore» ed elogia Bruno Franceschini, l’ufficiale dell’esercito austriaco (...) che comandava la pattuglia che ha catturato Battisti sul monte Corno. |accesso =2 dicembre 2016}}</ref>
 
UnaSecondo una ricostruzione dei fatti che portarono alla cattura di Cesare Battisti e di Fabio Filzi ricavata dal testo ''Le montagne scottano'' di Gianni Pieropan con prefazione del generale [[Emilio Faldella|Emilio Faldella da Pinerolo]] portano(cioè adi credereparte italiana) sembra che solo dal luglio [[1915]] gli austriaci fossero a conscenzaconoscenza della presenza del deputato Battisti nel settore di Monte Corno. La circostanza vienevenne legata alla cattura nella notte tra il 3 ed il 4 luglio di due alpini che si consegnarono al nemico e che descrissero il loro comandante (Battisti) come un fanatico che li avrebbe mandati tutti a morire. Il comando austriaco, in conseguenza di questo, diede ordine affinché fossero tentate tutte le azioni possibili per catturale i militatari italiani ed i loro ufficiali nell'attacco che si sapeva imminente.<ref>{{Cita|Cesare Veronesi|pp.91-93}}</ref>
 
Alcuni aspetti dell'azione ancora oggi sono oggetto di dubbio storico, ma paresembra che gli austriaci attendessero gli italiani e alla fine li circondassero, inziando, subito dopo averli fatti prigionieri, a chiedere loro dov'era Cesare Battisti. Gli austriaci alla fine identificarono il deputato trentino e fu a questo punto che il cadetto Bruno Franceschini con quattro uomini si avvicinò e chiese all'ufficiale prigioniero la pistola. Al rifiuto di Battisti ''il rinnegato Franceschini tace, evidentemente imbarazzato, poi gli chiede il binocolo'' (citazione da Gianni Pieropan).<ref>{{Cita|Cesare Veronesi|pp.94-96}}</ref>
 
IlSecondo una versione austriaca quindi il cadetto Franceschini, quando venne fatto prigioniero Battisti, era l'unico ufficiale in servizio che parlasse la lingua italiana, e il suo ruolo in tutta la vicenda si limitò quindi al suo ''riconoscimento ufficiale''.<ref>{{Cita|Cesare Veronesi|p.98}}</ref>
Venne ferito in un combattimento e passò l'ultima fase del conflitto all'ospedale militare di [[Vienna]].