Vangelo: differenze tra le versioni

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Mentre nell'[[XIX secolo|Ottocento]] l'analisi storica razionalistica venne indirizzata da alcuni autori su posizioni che negavano l'esistenza stessa di Gesù<ref>Secondo [[Bruno Bauer]], Gesù sarebbe un'invenzione degli autori dei primi Vangeli (Cfr. Voci [http://www.treccani.it/enciclopedia/gesu-cristo/#cristologiecontemporanee-1 Gesù/Cristologie contemporanee] e [http://www.treccani.it/enciclopedia/bruno-bauer/ Bauer, Bruno]. ''[[Enciclopedia Treccani]]'').</ref>, nella prima metà del [[XX secolo|Novecento]], [[Ricerca del Gesù storico#Rudolf Bultmann|Rudolf Bultmann]] sostenne la rottura esistenziale tra Gesù di Nazareth, esistente ma "di cui non si sa praticamente niente", ed il messaggio evangelico.<br />Per Bultmann i Vangeli erano caratterizzati da una forte componente "[[Mito di Gesù|mitica]]", consona alla mentalità delle prime comunità cristiane, che li rendeva poco credibili alla [[società (sociologia)|società]] [[Storia contemporanea|contemporanea]]<ref name="Mondin363">Battista Mondin, ''Storia della teologia: Epoca contemporanea'', Edizioni Studio Domenicano, 1997, ISBN 978-88-7094-248-4. [http://books.google.it/books?id=uxyWJd32HB4C&lpg=PA373&ots=86m8mpLpKL&dq=bultmann%20demitizzazione&hl=it&pg=PA363#v=onepage&q&f=false p.363 e seg].</ref>. Nella sostanza, rimuovendo tutto ciò che è metafisico o soprannaturale dal Nuovo Testamento ("demitizzazione"), si sarebbe ricondotto in primo piano il messaggio di Cristo ("Kerigma"), che doveva avere la priorità<ref name=Mondin363 />. Ciò che restava dei vangeli, secondo Bultmann, poteva dare poche informazioni sul [[Gesù storico]]. «Per Bultmann i Vangeli non furono scritti dagli evangelisti Matteo, Marco, Luca e Giovanni, ma dalla tarda Comunità cristiana degli anni [[70]]-[[100]] dopo Cristo, che non aveva conosciuto Gesù»<ref>''La storicità dei vangeli: una guerra vinta!'', Massimo Astrua, p. 14, Mimep-Docete Edizioni, Pessano 2009, ISBN 978-88-8424-170-2.</ref>.
 
Col tempo la radicalità della posizione di Bultmann e della scuola razionalista fu abbandonata<ref>“Tutt'al più persiste nella letteratura sensazionalista, che non bada a resuscitare vecchi luoghi comuni per ignoranza o irriverenza” (Cfr. [[Josè Miguel García]], ''La vita di Gesù: Nel testo aramaico dei Vangeli'', Bur).</ref><ref>Scrive il gesuita canadese [[René Latourelle]], uno degli studiosi della [[seconda [[ricerca del Gesù storico]]: “A mano a mano che le ricerche continuano, il materiale riconosciuto come autentico aumenta incessantemente fino a ricoprire l'intero vangelo. Non possiamo più dire, come Bultmann, «di Gesù di Nazareth non si sa niente, o quasi niente». Un'affermazione simile non regge più. Rappresenta un mito superato” (Cfr. [http://www.gliscritti.it/approf/papers/latourelle/storicita.htm Articolo] di [[René Latourelle]], dal ''Dizionario di teologia fondamentale'', Assisi, 1990, pp.1405-1431).</ref>. Gli stessi suoi allievi si divisero rispetto alle sue posizioni, tanto che uno dei più illustri, [[Ernst Käsemann]], in una conferenza del [[1953]], ritenne necessario un recupero della storicità di Gesù<ref>“Non è accettabile l'''[[Aut aut|aut-aut]]'' bultmanniano tra Gesù della fede e Gesù della storia, ma si deve piuttosto ritornare ad un ''et-et'', ad una riconciliazione tra storia e fede, dal momento che la fede richiede proprio la storicità di quanto viene creduto, altrimenti non sarebbe più fede, ma illusione, mito, leggenda” (Cfr. [[Ernst Käsemann]], ''Das problem des historischen Jesus'', 1954).</ref>. Una critica cui lo stesso Bultmann replicò in una successiva conferenza a [[Heidelberg]], nel luglio [[1959]], dando il via ad un confronto che proseguì per alcuni anni<ref name="Mondin374">Battista Mondin, ''Storia della teologia: Epoca contemporanea'', Edizioni Studio Domenicano, 1997, ISBN 978-88-7094-248-4, [http://books.google.it/books?id=uxyWJd32HB4C&lpg=PA373&ots=86m8mpLpKL&dq=bultmann%20demitizzazione&hl=it&pg=PA374#v=onepage&q&f=false p.374].</ref>. Rimase in piedi tuttavia l'interpretazione mitica o leggendaria dei racconti evangelici, enunciata per primo da [[David Strauss]]<ref>Secondo Strauss i miracoli sarebbero composizioni letterarie che partono da racconti simili contenuti nell'Antico Testamento (Cfr. D.F. Strauss, ''La vita di Gesù: esame critico sulle parole e sui miracoli'').</ref>.
 
Nel [[1976]] uscì ''[[Ipotesi su Gesù]]'' di [[Vittorio Messori]]. Fra le varie prove, Messori presenta l'assenza nei testi di parole di Gesù sui problemi dottrinali che la Chiesa dovette immediatamente affrontare alle sue origini, comparando i Vangeli con l'insegnamento di [[Socrate]], scritto da [[Platone]]; infatti Messori si chiede perché la fabulazione non abbia creato le parole che eliminassero eresie e scismi<ref>{{Cita|Messori|pp. 200-202}}</ref>. Un'altra prova è la presenza di antenate dallo scrittore definite "scandalose" nella [[genealogia di Gesù]], come [[Raab (mitologia)|Raab]] e [[Libro di Rut|Rut]]<ref>{{Cita|Messori|p. 190}}</ref>.