Angiolo Nespoli: differenze tra le versioni
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Conseguì la laurea a Firenze nel 1806, e pochi anni dopo, nel 1808, la matricola del libero esercizio. Nel 1808 entrava come medico nell'[[ospedale di Santa maria nuova** dove, oltre a esercitare la professione di medico curante, non disdegnava di seguire nuove metodologie di cura, in particolare seguì gli studi di [[Albrecht von Haller]],che nelle "Icones anatomicae" descrisse per primo (1743 - 1756) la circolazione arteriosa nel corpo umano e di [[Giovanni Battista Morgagni]], fondatore dell'anatomia patologica. Si dedicò per otto anni alla pratica della medicina nell'ospedale di [[Santa maria Nuova]]. Nel 1819 la famigerata cattedra di clinica medica era vacante e Angiolo Nespoli concorse per ottenere il desiderato posto. Così il 30 dicembre 1819 egli fu nominato professore di [[clinica interna]] nello stesso ospedale, insieme al professore [[Eustachio Polidori]], dopo pochi anni, ad Angiolo restò il pieno carico delle funzioni di clinico, in quanto Polidori fu trasferito nell'[[Università di Pisa]]. In questi anni si avvicinò in particolare alla [[semeiotica]] e all'[[anatomia patologica]]. Angiolo riteneva necessario procedere nella individuazione delle terapie all'analisi attenta di dati ricavati dall'esperienza. Questo metodo risultava innovativo per l'epoca in quanto le scuole di medicina seguivano un'impostazione più astratta ed avulsa dall'analisi delle specifiche evidenze delle malattie desunte da un attento esame e studio dei sintomi. In ciò si richiama al [[metodo scientifico]] di [[Galileo]] in base al quale occorre seguire il [[metodo induttivo]] nello studio delle scienze, valorizzando il dato esperienziale.
Ciò si può desumere da alcuni suoi discorsi pubblici, poi trascritti, nei quali è evidente quanto Angiolo fosse interessato verso l'osservare e lo sperimentare. Nella prelezione agli studi di medicina pratica per l'anno scolastico 1823, Nespoli affermò di usare i metodi innovativi di [[Laennec]]. Fu infatti uno dei primi ad utilizzare lo [[stetoscopio]] in Italia. Nei discorsi del 1825 e 1826, scritti per riaprire le sue lezioni di [[clinica]], pubblicò i suoi studi fatti su un tipo particolare di [[flogosi]] affermando che i rossori che appaiono dopo la morte nella parte interna dei vasi sanguigni sono un segno naturale del disfarsi della vita. In un altro discorso dimostrava quanto fosse valido l'utilizzo dello stetoscopio per lo scoprire eventuali patologie.
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Nei discorsi di apertura delle sue lezioni degli anni 1826 e 1827 raccontò un caso si malattia da lui osservato, aprendo le strade alla moderna [[scienza diagnostica]]. Nel marzo del 1833 Angiolo fu eletto, in seguito alla morte dell' [[archiatro]] [[Torrigiani]], un [[protomedico]], [[archiatro]] di S.A.I. e R., Granduca di Toscana e Proposto del [[collegio medico]], [[chirurgico]], [[farmaceutico]] di [[Firenze]]. il 15 giugno 1855, fu iscritto fra i cavalieri dell' [[Ordine del Merito]] sotto il titolo di S. Giuseppe, in seguito divenne un medico talmente acclamato da essere ricercato dalle più prestigiose univeristà e Accademie, tra le quali si ricordano la società [[Colombaria fiorentina]], quella dei [[ Fisiocritici]] di [[Siena]] , la [[Medico-fisica]] fiorentina, la medica di [[Livorno]], l'Accademia della [[Valle Tiberina]], l' [[Accademia reale]] di [[Parigi]].
=== Gli ultimi anni ===
All'età di 53 anni in ottima salute, fu colto all'imporvviso da una grave malattia respiratoria. A tal proposito si racconta che la mattina stessa che Angiolo Nespoli entrò nel letto a causa della malattia sopravvenutagli, scriveva al [[Collegio Medico fiorntino|Collegio Medico fiorentino]] di volere istituito a proprie spese un premio di dieci [[Zecchini]] per anno da darsi al medico che avesse fatto la migliore diagnosi per la sua malattia, pochissimi giorni dopo morì.
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