Monastero Baima: differenze tra le versioni

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Nel 252 il sogdiano [[Saṃghavarman]] tradusse in cinese dal sanscrito alcuni testi buddhisti, fa cui l'importante ''[[Sutra della Vita Infinita]]'' (無量壽經, ''Wúliángshòu jīng'', [[T.D.]] 360, in sanscrito ''Sukhāvatī-vyūha-sūtra'')<ref>Una tradizione canonica più realistica attribuisce la traduzione a [[Dharmarakṣa]] nel 308 o, ancora più probabilmente, a [[Buddhabhadra]].</ref>.
 
Un monaco kucheano di famiglia reale noto come [[Bó Yán]] (白延) viaggiò nella capitale cinese, [[Luòyáng]], tra il [[256]] e il [[260]]. Tradusse sei testi buddhisti in [[lingua cinese]] nel 258, presso ilquesto famoso [[Tempio del cavallo bianco]] (白馬寺, ''Báimǎ Sì'')tempio, tra questi il ''[[Śūraṃgama-samādhi-sūtra]]'' (首楞嚴三昧經 ''Shǒulèngyán sānmèi jīng'', giapp. ''Shuryōgon sanmei kyō'') conservato al [[T.D.]] 642 del [[Canone cinese]].
 
Il famoso traduttore buddhista indo-scita [[Dharmarakṣa]] (cinese: {{cinese|t=竺法護|p=''Zhú Fǎhù''}}, attivo c. 266-308) arrivò a Luoyang nel 266 e risiedé nel monastero del Cavallo bianco a partire almeno dalla primavera del 289 fino al 290.<ref>Zürcher (1972), pp. 65, 69.</ref>