Appennino reggiano: differenze tra le versioni

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Il territorio dell'Appennino reggiano comprende i seguenti comuni, raggruppati nella [[Comunità montana]] dell'Appennino reggiano:
[[Castelnovo Monti]], è il comune più popoloso e può essere considerato il "capoluogo" dell'Appennino reggiano, il nuovo comune di [[Ventasso]] che dal 2016 comprende gli ex comuni di [[Collagna]], [[Busana]], [[Ramiseto]] e [[Ligonchio]] e il comune di [[Villa Minozzo]] dell'alto appenninoAppennino; mentre i comuni di [[Vetto]], [[Canossa]], [[Casina]], [[Viano]], [[Baiso]], [[Carpineti]] e [[Toano]] sono localizzati nella fascia del medio-basso appenninoAppennino
 
I seguenti comuni fanno invece parte della prima fascia collinare e dell'alta pianura:
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Gli insediamenti preistorici appenninici sono stati studiati a partire dal XIX secolo, in particolare grazie agli studi dell'abate [[Gaetano Chierici]], un fondatore degli studi di [[paletnologia]] in Italia.
 
I primi spostamenti e insediamenti di popolazioni possono risalire alla fase di prosciugamento della [[Pianura padana]], e sono localizzati principalmente sulle alture del basso appenninoAppennino. Le tracce ritrovate sono databili al [[neolitico]], al [[paleolitico]], all'[[età del bronzo|età del bronzo recente]] e all'[[età del ferro]]. In seguito si hanno notizie di [[Umbri]], [[Pelasgi]] ed infine [[Etruschi]], che si insediarono per circa cinque secoli, per essere poi cacciati dai [[Galli]] nella pianura e dai [[Liguri]] nell'Appennino, finché anche questi ultimi furono sconfitti dai [[Civiltà romana|Romani]] con [[Marco Emilio Lepido (console 187 a.C.)|Marco Emilio Lepido]].
 
In età romana si ebbe l'insediamento di [[Luceria]], nella pedecollina vicino al fiume Enza.
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Importantissimi, per la [[paletnologia]], i ritrovamenti fatti dal Chierici di [[terramare]] dell'età del bronzo alla Torretta, a [[Castellarano]], a Roteglia, a [[Monte Venera]]; dei residui di fondi di Capanne lungo il [[torrente Crostolo]] ad [[Albinea]], a Rivaltella e a Calerno; delle Stazioni all'aperto di Pratissolo, cui seguono in ordine di tempo le vestigia di armi ed utensili scoperti nella Tana delle Mussina, le reliquie sepolcrali di S. Ilario e di S. Polo, i pozzi sepolcrali di Servirola di S. Polo e di Castagneto e la necropoli di [[Pietra di Bismantova|Bismantova]], appartenenti alle più recenti età del bronzo e del ferro.
 
In età medievale l'appenninoAppennino vide la costruzione di numerosi castelli. Ciò si deve principalmente alla potenza dei Canossa, le cui enormi ricchezze accumulate permisero al conte Bonifacio con la moglie Beatrice di costruire o ampliare fortezze e castelli e di impiegare somme ingenti in preziose opere d'oreficeria e cesello.
 
Anche la contessa Matilde promosse la costruzione di numerose chiese ed oratori nel reggiano, nell'Appennino Modenese, in Toscana nel Mantovano. Fece numerose donazioni ad abbazie e monasteri, ed eresse fortificazioni di molti paesi in piano e in montagna. In particolare abbellì due dei castelli appenninici da lei prediletti, quello di [[Castello di Canossa|Canossa]] e [[Castello di Carpineti|Carpineti]].
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Il turismo dispone di un largo potenziale, tuttora solo in parte sfruttato.
Nel periodo estivo, l'appenninoAppennino è di forte richiamo per l'[[escursionismo]]. La rete dei sentieri si estende tra cime che superano i 2.000 m su un territorio intatto dal punto di vista naturale e protetto dalla presenza del [[Parco nazionale dell'Appennino Tosco-Emiliano]].
 
Di forte attrazione anche raccolta di [[Porcino|funghi]], [[castagne]], [[mirtilli]], [[lamponi]] e prodotti del sottobosco, regolata da tesserini-permesso.<ref>[http://www.comunita-montana.re.it/index.php?module=subjects&func=viewpage&pageid=98 :: Comunità Montana dell'Appennino Reggiano ::.. :<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>
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== Economia ==
 
L'agricoltura rimane il principale settore economico dell'Appennino reggiano. Il [[Parmigiano Reggiano]] è sicuramente il prodotto più rilevante e la produzione dell'Appennino è contraddistinta da un elevato standard di qualità.<ref>[http://www.parcoappennino.it/it/sapori.parmigiano.reggiano.php Parco Nazionale dell'Appennino Tosco-Emiliano<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref> Molto radicato è anche l'allevamento di [[ovini]], anche se la produzione di [[pecorino]] è limitata al mercato locale anche se un tempo rappresentava circa la metà dell'economia di sussistenza. Oggi si produce il [[Pecorino dell'Appennino Reggiano]], tutelato e promosso dal Consorzio Conva, in alcune aziende autorizzate ([[Ramiseto|Succiso]], Faieto, Villa Minozzo). Importante anche la produzione di [[cereali]], tra cui, di recente, la riscoperta del [[farro]].
 
Limitata è la presenza industriale. A partire dagli [[anni 1960|anni sessanta]], lo sviluppo industriale nella pianura ha causato un forte spopolamento della montagna. Il boom dell'industria della [[piastrella]] nel vicino distretto di [[Sassuolo]], portò alla nascita di fabbriche anche nella collinare, localizzate a [[Castellarano|Roteglia]] e [[Viano]], e a [[Toano|Fora di Cavola]]. Quest'ultima è di fatto l'unica zona industriale dell'Appennino Reggiano.
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L'Appennino reggiano non è attraversato da nessuna autostrada o ferrovia (la ferrovia regionale Reggio - Ciano termina in comune di Canossa). Sul versante emiliano, gli svincoli autostradali più vicini sono [[Reggio Emilia]] e [[Campegine]] sull'[[Autostrada A1 (Italia)|A1]], sul versante tirrenico [[Aulla]] ([[Autostrada A15 (Italia)|Autostrada A15]]).
 
Diverse strade provinciali permettono il collegamento con la pianura. L'asse stradale principale è costituito dalla [[Strada statale 63 del Valico del Cerreto|strada SP63R del Valico del Cerreto]], che congiunge [[Reggio Emilia]] a [[Castelnovo Monti]] e alle provincie di [[provincia di Massa|Massa]] e [[provincia della Spezia|La Spezia]]. La strada, posta in posizione centrale rispetto alla [[provincia di Reggio Emilia]], collega vari centri dell'appenninoAppennino, tra cui [[Vezzano sul Crostolo]], [[Casina]], [[Busana]] e [[Collagna]]. Il [[passo del Cerreto]] (1.261&nbsp;m) è il principale valico tra l'Appennino reggiano e il versante tirrenico. Dista circa 70&nbsp;km da [[Reggio Emilia]] e 50&nbsp;km da [[La Spezia]]. Altri valichi sono il [[Passo della Pradarena|Passo Pradarena]] (1.579&nbsp;m) e il [[Passo del Lagastrello]] (1.200&nbsp;m).
 
Il sistema stradale dell'Appennino reggiano è organizzato su altre due dorsali nord-sud tra pianura e montagna: la fondovalle [[Enza]] a ovest e la fondovalle [[Secchia]] a est. Entrambe si congiungono alla [[Strada statale 63 del Valico del Cerreto|strada SP63R del Valico del Cerreto]] nei pressi di [[Castelnovo Monti]]. Nella fascia collinare, la strada Pedemontana (numerazione SP467R, SP37, SP21 e SP23) funge da congiunzione est-ovest tra queste tre strade.