Automotrice: differenze tra le versioni

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==Le automotrici a vapore==
[[File:Automotrice a vapore FS gruppo 85.jpg|thumb|right|Figurino di automotrice a vapore del gruppo 85 FS]]
Il successo dell'esercizio delle automotrici elettriche della [[Valtellina]] e delle ''Varesine'' aveva stimolato i tecnici ferroviari a tentare la realizzazione di un rotabile automotore anche per le linee secondarie a basso traffico che non era conveniente elettrificare.
 
Mantenendo lo schema motore tradizionale, quello a [[Motore a vapore|vapore]] a stantuffi e [[biella (meccanica)|bielle]] avevanosi realizzarono realizzato vari tipi di automotrice a vapore in cui la parte motrice era accentrata sul primo [[carrello (ferrovia)|carrello]] che quindi risultava complesso e pesante, al quale faceva seguito la carrozza vera e propria con un carrello posteriore di tipo classico. Gli inconvenienti però erano tanti: La [[caldaia]], verticale, era piccola e il meccanismo motore ingombrante, le scorte d'[[acqua]] e di [[carbone]] troppo esigue per ragioni di spazio; ciò si traduceva in poca potenza e bassa autonomia. Inoltre la disposizione squilibrata dei pesi si traduceva in cattiva qualità di marcia e aggressività verso il [[Binario ferroviario|binario]]. Vi era infine l'handicap dei lunghi tempi di approntamento e di rimessaggio del rotabile che per giunta richiedeva la presenza di due agenti a bordo. Ce n'era abbastanza per raffreddare gli entusiasmi iniziali, tuttavia fino agli [[anni 1910|anni dieci]] in tutta [[Europa]] continuarono gli esperimenti di ogni tipo al punto che entro la prima decade del [[XX secolo]] si contavano più di un centinaio di automotrici a vapore nelle varie amministrazioni ferroviarie.
 
Proprio tale diffusione portò, nel [[1904]], le direzioni tecniche dell'esercizio della [[Rete Mediterranea]] e della [[Rete Sicula]] ad interessarsi ad un progetto che sembrava avesse già ottenuto un grande successo in [[Francia]]: le [[automotrici a vapore Purrey]]. Dopo una visita dell'ingegner [[Stanislao Fadda|Fadda]] ne vennero ordinate due che svolsero servizio sulla linea Roma-Viterbo, gestita dalla Mediterranea, a cui se ne affiancò una che venne inviata a Palermo. Le automotrici erano a due assi, con quello anteriore motore, a caldaia verticale a 20 [[Bar (unità di misura)|bar]] e trainavano una carrozza. Il loro servizio non si dimostrò molto conveniente nonostante alcuni pregi e si concluse molto presto: nel [[1913]] risultavano già demolite dopo essere state immatricolate nel [[1906]] come [[Automotrice FS 80|gruppo 80 FS]]<ref>{{Cita|Cruciani, ''Purrey''|pp. 17–21|iT204}}</ref>.
 
Tra il [[1905]] e il [[1907]] le Ferrovie dello Stato, comunque, immatricolarono 85 automotrici a vapore, come [[Automotrice FS 60|gruppo 60]], costituite da locomotiva, bagagliaio e comparto postale, a tre [[ruota|assi]] di cui due accoppiati e uno portante, della potenza di 180 [[cavallo vapore|CV]] ma in grado di trainare una o due carrozze a due assi soltanto.
[[File:Kerr Stuart steam railcar.jpg|thumb|right|Automotrice a vapore di costruzione inglese simile alla FS gruppo 86]]
Alla [[Fiera di Milano]] del [[1906]] venne presentata anche un modello di automotrice, del [[Automotrice Gruppo 85|gruppo 85]], a carrelli, da 86 posti e 130&nbsp;CV di potenza, ma con un solo asse motore. Ne vennero costruite tre, a cui me fecero seguito altre 12, sempre a carrelli, di costruzione inglese da 66 posti e 170&nbsp;CV di potenza che vennero immatricolate nel [[Automotrice FS 86|gruppo 86]]. Ambedue i gruppi svolsero un servizio del tutto insoddisfacente nelle linee attorno a Milano; erano troppo pesanti, 47,4 tonnellate le "85" e 49,4 tonnellate le "86". Queste ultime scomparvero presto mentre le tre 85 trasferite a [[Mestre]] nel [[1931]] svolsero servizio per corsette del personale. Quanto alle automotrici-bagagliaio del gruppo 60 un certo numero, private di un asse e del compartimento vennero trasformate nella piccola [[Locomotiva FS 800 (II)|locomotiva 800]], detta anche il "Cubo" per la sua singolare forma.
 
Nel corso degli [[anni 1930|anni trenta]] sulla scia di altre esperienze europee venne tentata nuovamente la costruzione di automotrici a vapore, questa volta con caldaia ad alta pressione. Nel [[1936]] l'OM consegnò alle FS tre automotrici con la cassa simile a quella delle future [[Automotrice FS ALn 72|ALn 72]] con un comparto motore, dietro la [[cabina di guida]], nel quale era alloggiata la caldaia a vapore ad alta pressione. Vennero denominate [[Automotrice FS ALv 72|ALv 72]]; era un progetto innovativo, con cassa a struttura più robusta e un carrello di concezione moderna, ma non ebbero seguito e vennero, pochi anni dopo, vendute alle [[Ferrovie Padane]] e trasformate in rimorchiate.
 
==Le prime automotrici con motore endotermico==