Il camaleonte (Čechov): differenze tra le versioni

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Trama
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L'ispettore di polizia Očumelov attraversa la piazza del mercato, seguito da una guardia, quando si odono delle urla: un tale, l'orefice Chrûkin, sta inseguendo il cane che poco prima lo ha morso. Očumelov accorre e interroga i testimoni per sapere chi sia il proprietario cane: è vietato lasciare i cani senza guinzaglio e senza museruola, in questo caso il proprietario del cane, oltre a risarcire l'orefice, dovrà pagare una multa salata.
 
Uno dei testimoni riferisce che si tratta del cane del generale Žigalov. Očumelov cambia il senso delle indagini: non è possibile che un cagnolino così piccolo abbia morso un omone alto e grosso come l'orefice.; Questquest'ultimo si è certamente ferito da solo e cerca di dare la colpa a un animale innocente. Un astante dice di aver visto l'orefice schiacciare la punta di un sigaro acceso sul muso del cane prima del morso.
 
Un altro astante afferma però che il generale Žigalov ha solo cani da punta e di razza; il cane che ha morso Chrûkin non è certamente di razza. Questi argomenti spingono Očumelov a riprendere nuovamente le indagini per ricercare il padrone del cane a tutela dell'orefice. Viene interrogato Prochor, il cuoco del gen. Žigalov e conferma che il cane non certamente di proprietà del generale. L'ispettore Očumelov ritorna a difendere Chrûkin pronunciando ad alta voce minacce contro il proprietario. Il cuoco Prochor tuttavia dichiara che il cane, pur non essendo di proprietà del general Žigalov, è di proprietà di Vladimir Ivanyč Žigalov, il fratello del generale, giunto da poco in città. Conosciuta finalmente la proprietà del cane, Očumelov chiude l'indagine. Il cagnolino è simpatico e innocuo. Il malcapitato Chrûkin, di cui la folla ride, viene perfino minacciato dall'ispettore di polizia.
 
 
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