Il camaleonte (Čechov): differenze tra le versioni

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|titoloalfa = Camaleonte, Il
|immagine = Chameleon 01 (Kardovsky).jpg
|didascalia = Il camaleonte (illustrazione di [[Dmitrij Nikolaevič Kardovskij|Kardovskij]], 1910)
|didascalia =
|autore = [[Anton Čechov]]
|annoorig = 1884
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Uno dei testimoni riferisce che si tratta del cane del generale Žigalov. Očumelov cambia allora la direzione delle indagini: non è possibile che un cagnolino così piccolo abbia morso un omone alto e grosso come l'orefice; quest'ultimo si è certamente ferito da solo e cerca di dare la colpa a un piccolo animale innocente. Un astante dice di aver visto l'orefice schiacciare la punta di un sigaro acceso sul muso del cane prima del morso.
 
Un altro astante afferma però che il generale Žigalov ha solo [[cane da ferma|cani da punta]] e di razza; Očumelov concorda che quel cane non è certamente di razza e occorre riprendere le indagini per ricercarne il padrone a tutela dell'orefice. Viene interrogato Prochor, il cuoco del gen. Žigalov, e costui conferma che il cane non è certamente di proprietà del generale. L'ispettore Očumelov si rafforza nel proposito di difendere Chrûkin e pronuncia ad alta voce minacce contro il proprietario del levriero. Il cuoco Prochor tuttavia dichiara tuttavia che il cane è di proprietà di Vladimir Ivanyč Žigalov, il fratello del generale giunto da poco in città, un alto funzionario la cui importanza è nota all'ispettore, giunto da poco in città. Saputo finalmente il nome del proprietario del cane, Očumelov chiude l'indagine: il cagnolino è simpatico e innocuo, il vero colpevole è Chrûkin, il quale viene minacciato dall'ispettore Očumelov («Avrai a fare i conti con me!») fra le risate della folla.
 
== Storia ==