Abd Allah II di Giordania: differenze tra le versioni

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== Biografia ==
=== Famiglia ===
Di stirpe [[hascemiti|hascemita]], o presunta tale, nato ad Amman da [[Re Husayn di Giordania|Re Husayn]] e [[Muna al-Hussein|Antoinette Avril Gardiner]], figlia di un militare inglese che partecipava all'occupazione del paese. Tale matrimonio venne visto molto male dal popolo giordano, specialmente in seguito alla scoperta che la Gardiner era di discendenza ebraica e che non voleva convertirsi all'islam.
{{dx|[[File:Prince Abdullah and King Hussein of Jordan in 1968.jpg|thumb|198px|ʿAbd Allāh all'età di sei anni, con suo padre [[Husayn di Giordania|Re Husayn]]]]}}
 
=== Istruzione e carriera ===
Il re ha frequentato da giovane la scuola [[islam|islamica]] della capitale giordana per la sua educazione elementare, e successivamente si è trasferito nel [[Surrey]], in [[Inghilterra]], per studiare presso la ''St. Edmund's School''. Ha infine proseguito i suoi studi negli [[Stati Uniti d'America]] presso la ''Eaglebrook School'' e la ''Deerfield Academy'' senza però ottenere mai una laurea. Nel [[1980]] è entrato nell'[[Royal Military Academy Sandhurst|Accademia Militare Britannica]] (Royal Military Academy Sandhurst), militando nell'[[British Armed Forces|Esercito di Sua Maestà]] col grado di [[allievo ufficiale|cadetto]]. Tale fatto fu motivo di scontento in Giordania, al tempo sotto la dominazione inglese. In poco tempo ha assunto il grado di [[colonnello]]. Nel 1982 ha frequentato il [[Pembroke College (Oxford)|Pembroke College]] dell'[[università di Oxford]] seguendo un corso speciale sulla politica nel Medio Oriente. Ha conseguito anche un Master in [[Relazioni Internazionali]] presso la [[Georgetown University]] nel [[1987]].
 
Nel 1982 ha frequentato il [[Pembroke College (Oxford)|Pembroke College]] dell'[[università di Oxford]] seguendo un corso speciale sulla politica nel Medio Oriente. Ha conseguito anche un Master in [[Relazioni Internazionali]] presso la [[Georgetown University]] nel [[1987]].
 
=== Re di Giordania ===
[[File:Barack Obama meets with Abdullah II of Jordan at the White House 4-21-09.jpg|thumb|upright=1.2|Re ʿAbd Allāh e [[Barack Obama]] alla [[Casa Bianca]] nell'aprile 2009.]]
ʿAbd Allāh è asceso al trono il 7 febbraio del [[1999]] dopo la morte di suo padre, Re Husayn. Il padre aveva inizialmente scelto come erede al trono il proprio fratello, il [[Principe Hassan di Giordania|principe Hassan]], ma poco prima della morte cambiò la propria decisione, affidando ad ‘Abd Allāh il comando del regno.
 
=== Matrimonio e figli ===
ʿAbd Allāh II è sposato con la [[Tulkarem|palestinese di Tulkarem]] [[Rania, Regina di Giordania|Rania al-Yāsīn]] (adesso Regina), assai elogiata per la sua attività in favore delle donne musulmane e contro la discriminazione sessuale, criticata però dai musulmani più integralisti per i suoi comportamenti molto vicini alla cultura occidentale. La coppia ha quattro figli: il principe [[Hussein bin Abdullah|Hussein]] (nato il 28 giugno, [[1994]]), la Principessa Iman (nata il 27 settembre, [[1996]]), la Principessa Salma (nata il 26 settembre, [[2000]]), il Principe Hashem (nato il 30 gennaio, [[2005]]).
 
Il 28 novembre [[2006]], Re ʿAbd Allāh II ha designato come erede al trono il primogenito Principe Hussein.
 
== CriticheOpinioni ==
Re ʿAbd Allāh II ha ricevuto diverse critiche perché il suo governo è accusato di aver imposto drastiche restrizioni alla [[libertà di parola]], ma alcuni ritengono che abbia migliorato le condizioni del suo paese, sia per quanto riguarda le [[infrastrutture]] sia per quanto riguarda la [[tecnologia]]. Ha inoltre, insieme alla moglie Rania, equiparato i diritti di uomini e donne in numerosi campi.<ref>{{Cita web|url=http://freedomhouse.org/images/File/fop/2011/FOTP2011GlobalRegionalTables.pdf |titolo=Freedom of the Press 2011-Regional Tables |editore=Freedom House |data=2 maggio 2011 |accesso=20 maggio 2011}}</ref><ref>name=FHCountryRatings-Jordan-2010</ref> Re ʿAbd Allāh II ha infine dato nuovo impulso all'[[economia]] del suo paese, viaggiando in giro per il mondo, per convincere gli Stati esteri a incrementare gli investimenti finanziari, sia pubblici che privati, nel suo paese.