Assedio di Nisibis (68 a.C.): differenze tra le versioni

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{{Vedi anche|Battaglia di Artaxata}}
 
All'inizio della primavera del [[74 a.C.]], Mitridate si affrettò a marciare contro la [[Paflagonia]] con i suoi due generali, [[Tassile (generale)|Tassile]] ed [[Ermocrate]],<ref name="AppianoMitridatiche70">[[Appiano di Alessandria|Appiano]], ''Guerre mitridatiche'', 70.</ref> disponendo poi di invadere anche la [[Bitinia]], divenuta da poco [[Bitinia (provincia romana)|provincia romana]], in seguito alla morte del suo re, [[Nicomede IV]], che aveva lasciato il suo regno in eredità ai [[Repubblica romana|Romani]]. L'allora governatore provinciale, [[Marco Aurelio Cotta (console 74 a.C.)|Marco Aurelio Cotta]], uomo del tutto imbelle, non poté far altro che fuggire a [[Calcedonia]] con quante forze aveva a disposizione.<ref name="AppianoMitridatiche71">[[Appiano di Alessandria|Appiano]], ''Guerre mitridatiche'', 71.</ref> Mitridate, dopo aver attaccato inutilmente la città e le forze romane,<ref name="PlutarcoLucullo8.2">[[Plutarco]], ''Vita di Lucullo'', 8.2.</ref> si diresse a [[Cizico]] dove, dopo quasi un anno di [[assedio di Cizico (73 a.C.)|inutile assedio]], fu sconfitto più volte dalle accorrenti truppe romane del console [[Lucio Licinio Lucullo]] ([[73 a.C.]]).<ref name="PlutarcoLucullo8-11">[[Plutarco]], ''Vita di Lucullo'', 8-11.</ref><ref name="AppianoMitridatiche72-76">[[Appiano di Alessandria|Appiano]], ''Guerre mitridatiche'', 72-76.</ref>
 
[[File:Roma in Oriente 73-71aC.png|left|thumb|upright=1.4|Gli anni 73-71 a.C. della [[terza guerra mitridatica]]]]
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Fuggito grazie alla flotta, Mitridate, fu colpito da una terribile tempesta nella quale perse circa 10.000 uomini e sessanta navi, mentre il resto della flotta fu dispersa tutta intorno per il forte vento. Si racconta che abbandonò la propria nave che stava affondando, per recarsi in una più piccola imbarcazione di pirati, sebbene i suoi amici cercassero di dissuaderlo. I pirati poi lo sbarcarono a [[Sinope]].<ref name="PlutarcoLucullo13.1-3">Plutarco, ''Vite parallele, Lucullo'', 13.1-3; Plutarco a differenza di Appiano, sostiene che i pirati lo sbarcarono ad ''Heracleia '' nel Ponto.</ref> Da quel luogo, raggiunse [[Amiso]], da dove inviò appelli al genero, [[Tigrane II d'Armenia]], ed a suo figlio, [[Macare]], [[Regno del Bosforo Cimmerio|sovrano del Bosforo Cimerio]], affinché si affrettassero ad venirgli in aiuto. Ordinò, infine, a Diocle di prendere una grande quantità di oro e altri regali nei pressi degli [[Sciti]], ma quest'ultimo rubò l'oro e si rifugiò presso il [[Lucio Licinio Lucullo|generale romano]].<ref name="AppianoMitridatiche78">[[Appiano di Alessandria|Appiano]], ''Guerre mitridatiche'', 78.</ref>
 
Lucullo mosse le sue armate verso il fronte orientale attraverso [[Bitinia]] e [[Galazia]],<ref name="PlutarcoLucullo14.1">Plutarco, ''Vite parallele, Lucullo'', 14.1</ref> sottomettendo i territori precedentemente in mano [[Bitinia (provincia romana)|romana]] e raggiungendo la [[Themiscyra (pianura)|pianura di Themiscyra]] ed il fiume [[Termodonte]].<ref name="PlutarcoLucullo14.2">Plutarco, ''Vite parallele, Lucullo'', 14.2</ref> Poco dopo raggiunse una regione assai ricca di risorse, che non aveva subito le devastazioni della guerra.<ref name="AppianoMitridatiche78"/> Secondo [[Plutarco]], invece, il generale romano fu costretto a chiedere aiuto al vicino ed alleato [[regno di Galazia]], che gli fornì approvvigionamenti di grano grazie a 30.000 suoi portatori.<ref name="PlutarcoLucullo14.1"/>
 
Lucullo pose quindi sotto [[assedio di Amiso|assedio la città di Amiso]],<ref name="PlutarcoLucullo15.1">Plutarco, ''Vite parallele, Lucullo'', 15.1</ref> riuscendo ad occuparla dopo alcuni anni (nel [[70 a.C.]]),<ref name="PlutarcoLucullo19.2-4">Plutarco, ''Vite parallele, Lucullo'', 19.2-4.</ref><ref name="AppianoMitridatiche83">[[Appiano di Alessandria|Appiano]], ''Guerre mitridatiche'', 83.</ref> ed a battere ancora una volta le truppe di Mitridate presso [[battaglia di Cabira|Cabira]].<ref name="AppianoMitridatiche80-81">[[Appiano di Alessandria|Appiano]], ''Guerre mitridatiche'', 80-81.</ref><ref name="PlutarcoLucullo17.1-3">Plutarco, ''Vite parallele, Lucullo'', 17.1-3.</ref><ref name="LivioPeriochae97.5">[[Tito Livio|Livio]], ''Periochae [[ab Urbe condita libri]]'', 97.5.</ref>
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Quando Mitridate seppe della terribile [[Battaglia di Tigranocerta|sconfitta]] patita dalle truppe di Tigrane, corse incontro al sovrano armeno e lo rincuorò affinché assemblassero insieme una nuova armata;<ref name="PlutarcoLucullo29.1-2">[[Plutarco]], ''Vita di Lucullo'', 29.1-2.</ref> Poi fu la volta della città di Tigranocerta che cadde anch'essa in mano romana.<ref name="Dione36.2.3">[[Cassio Dione Cocceiano]], ''Storia romana'', XXXVI, 2.3.</ref><ref name="AppianoMitridatiche86">[[Appiano di Alessandria|Appiano]], ''Guerre mitridatiche'', 86.</ref><ref name="PlutarcoLucullo29.3">[[Plutarco]], ''Vita di Lucullo'', 29.3.</ref>
 
Durante l'inverno del 69-[[68 a.C.]], molti sovrani orientali vennero a fare omaggio a Lucullo dopo la vittoria di Tigranocerta, chiedendogli alleanza ed amicizia.<ref name="Dione36.2.5">[[Cassio Dione Cocceiano]], ''Storia romana'', XXXVI, 2.5.</ref><ref name="PlutarcoLucullo29.5-6">[[Plutarco]], ''Vita di Lucullo'', 29.5-6.</ref> Agli inizi del nuovo anno [[Tigrane II]] e [[Mitridate VI]] attraversarono l'[[Regno d'Armenia|Armenia]] raccogliendo una nuova armata, ed il comando generale fu affidato questa volta all'ex-re del Ponto, proprio perché Tigrane pensava che i disastri precedenti gli avevano sufficientemente insegnato ad essere prudente.<ref name="Dione36.1.1">[[Cassio Dione Cocceiano]], ''Storia romana'', XXXVI, 1.1.</ref>
 
Mandarono, inoltre, dei messaggeri al re dei [[Parti]], per sollecitarne un concreto aiuto (paventando anche future campagne dei Romani contro gli stessi, in caso di successo contro Armeni e Pontici<ref name="Dione36.1.2">[[Cassio Dione Cocceiano]], ''Storia romana'', XXXVI, 1.2.</ref>), ma Lucullo, che a sua volta aveva provveduto ad inviarne dei suoi,<ref name="AppianoMitridatiche87">[[Appiano di Alessandria|Appiano]], ''Guerre mitridatiche'', 87.</ref><ref name="Dione36.3">[[Cassio Dione Cocceiano]], ''Storia romana'', XXXVI, 3.1-3.</ref> si accorse del doppio gioco del sovrano partico [[Fraate III]] (che sembra avesse promesso la sua alleanza a Tigrane, in cambio della cessione della [[Mesopotamia]]), e decise di marciare contro lo stesso, lasciando perdere per il momento Mitridate e Tigrane,<ref name="PlutarcoLucullo30.1-2">[[Plutarco]], ''Vita di Lucullo'', 30.1-2.</ref> ma il rischio di un ammutinamento generale delle truppe romane, stanche di questa lunga guerra,<ref name="PlutarcoLucullo30.3-4">[[Plutarco]], ''Vita di Lucullo'', 30.3-4.</ref> costrinsero il proconsole romano a rinunciare alla campagna partica, tornando a concentrarsi sul nemico armeno, puntando sulla seconda capitale, [[Artaxata]].<ref name="PlutarcoLucullo31.1-2">[[Plutarco]], ''Vita di Lucullo'', 31.1-2.</ref>
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[[File:Roma in Oriente 68aC.png|left|thumb|upright=1.4|L'anno 68 a.C. della [[terza guerra mitridatica]]]]
 
Tigrane non poteva permettersi di lasciare che anche la sua seconda capitale venisse occupata da Lucullo, senza provare neppure a difenderla, e così si accampò di fronte all'armata romana, sulla riva opposta del fiume ''[[Arsania]]'', a protezione della città, da lì non molto distante.<ref name="PlutarcoLucullo31.4">[[Plutarco]], ''Vita di Lucullo'', 31.4.</ref> Fu Lucullo, secondo la versione di Plutarco, a dar battaglia attraversando il fiume con 12 coorti, mentre le restanti rimanevano a protezione dei fianchi. Contro di loro fu lanciata la cavalleria armena, composta da arcieri a cavallo della [[Mardi]]a e da lanceri [[Iberia caucasica|iberici]].<ref name="PlutarcoLucullo31.5">[[Plutarco]], ''Vita di Lucullo'', 31.5.</ref> Tuttavia, questi cavalieri non brillarono nella loro azione, e cedettero all'avanzante fanteria romana, dandosi alla fuga inseguiti dalla cavalleria romana.<ref name="AppianoMitridatiche87"/><ref name="PlutarcoLucullo31.6">[[Plutarco]], ''Vita di Lucullo'', 31.6.</ref><ref name="Dione36.5.1">[[Cassio Dione Cocceiano]], ''Storia romana'', XXXVI, 5.1.</ref> Ancora una volta la [[battaglia di Artaxata|vittoria arrise ai Romani]], i quali fecero grande strage dei nemici fino a tutta la notte, tanto da essere spossati, non solo per le continue uccisioni del nemico, ma anche del gran numero di prigionieri e bottino raccolto. Livio dice che, se nella prima battaglia contro Tigrane furono uccisi più nemici armeni, in questa seconda furono però uccisi, fatti prigionieri e resi schiavi un numero maggiore di più alti dignitari.<ref name="PlutarcoLucullo31.7-8">[[Plutarco]], ''Vita di Lucullo'', 31.7-8.</ref>
 
Lucullo incoraggiato da questa vittoria, era deciso ad avanzare ulteriormente verso l'interno e sottomettere l'intero regno armeno. Ma, contrariamente a quanto ci si poteva attendere, il clima di quel paese nel periodo dell'[[equinozio d'autunno]], era già molto rigido, tanto che alcuni territori risultavano già interamente coperti di neve, e anche quando il cielo era limpido si vedevano i campi cosparsi di brina e ghiaccio ovunque. Ciò generava un grande disagio non solo nelle truppe per il freddo pungente, ma anche ai cavalli che avevano difficoltà ad abbeverarsi e nell'attraversare i fiumi ghiacciati.<ref name="PlutarcoLucullo32.1">[[Plutarco]], ''Vita di Lucullo'', 32.1.</ref> Vi è da aggiungere che gran parte di quei territori erano ricoperti da fitte foreste, con gole strette, e zone paludose, tanto che i [[legionario romano|legionari romani]] si trovavano costantemente a disagio per essere quasi sempre o bagnati o coperti di neve, durante tutta la loro marcia, trascorrendo anche le notti in luoghi estremamente umidi. Di conseguenza, cominciarono a lamentarsi delle continue difficoltà che incontravano giornalmente, prima inviando al proconsole delegazioni affinché desistesse da questa nuova impresa militare in un periodo tanto freddo, poi, non ricevendo adeguate risposte, tenendo tumultuose assemblee, fino a ribellarsi apertamente agli ordini del loro comandante.<ref name="PlutarcoLucullo32.2">[[Plutarco]], ''Vita di Lucullo'', 32.2.</ref>
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== Note ==
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== Bibliografia ==