Strage di Ustica: differenze tra le versioni

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== Il recupero del relitto ==
Nel [[1987]] l'allora ministro del Tesoro [[Giuliano Amato]] stanziò i fondi per il recupero del relitto del DC-9, che giaceva in fondo al mar Tirreno. La profondità di 3700 metri alla quale si trovava il relitto rendeva complesse e costose le operazioni di localizzazione e recupero.
La profondità di 3700 metri alla quale si trovava il relitto rendeva complesse e costose le operazioni di localizzazione e recupero.
 
Pochissime erano le imprese specializzate che disponevano delle attrezzature e dell'esperienza necessarie: la scelta ricadde sulla ditta francese Ifremer (''Institut français de recherche pour l'exploitation de la mer'', Istituto di ricerca francese per lo sfruttamento del mare), che il giudice [[Rosario Priore]] avrebbe poi ritenuto collegata ai [[DGSE|servizi segreti francesi]]<ref>{{Cita news|autore=Franco Scottoni|titolo=Ustica, il giudice Priore indaga sul supersismi|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1990/10/06/ustica-il-giudice-priore-indaga-sul-supersismi.html|accesso=28 gennaio 2013|data=6 ottobre 1990|pubblicazione=La Repubblica|pagina=20}}</ref>.
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{{Citazione|Il disastro di Ustica ha scatenato, non solo in Italia, processi di deviazione e comunque di inquinamento delle indagini. Gli interessi dietro l'evento e di contrasto di ogni ricerca sono stati tali e tanti e non solo all'interno del Paese, ma specie presso istituzioni di altri Stati, da ostacolare specialmente attraverso l'occultamento delle prove e il lancio di sempre nuove ipotesi – questo con il chiaro intento di soffocare l'inchiesta – il raggiungimento della comprensione dei fatti [...] Non può perciò che affermarsi che l'opera di inquinamento è risultata così imponente da non lasciar dubbi sull'ovvia sua finalità: impedire l'accertamento della verità. E che, va pure osservato, non può esserci alcun dubbio sull'esistenza di un legame tra coloro che sono a conoscenza delle cause che provocarono la sciagura ed i soggetti che a vario titolo hanno tentato di inquinare il processo, e sono riusciti nell'intento per anni.|CAPO 3° ''Gli inquinamenti. Capitolo I Considerazioni preliminari''. pag 3<ref>Procedimento penale n. 527/84 A G. I.; titolo 2, pag. 29, 185, 186 e successive.</ref>}}
 
Per questa ipotesi investigativa, assieme alle indagini per la ricerca delle cause si sovrapposero le indagini per provare quegli inquinamenti e quei depistaggi.
 
=== Tracciati radar ===
L'aereo DC-9 era sotto il controllo del Centro regionale di controllo del traffico aereo di Ciampino e sotto la sorveglianza dei radar militari di Licola (vicino Napoli) e di Marsala (in Sicilia). Tra le tracce radar oggetto di visione, è stata accertata la presenza di tracciati radar di numerose stazioni, civili e militari, nazionali ed internazionali<ref>{{Cita news|autore=Daniele Mastrogiacomo|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1989/07/01/un-terzo-centro-radar-militare-vide-cadere.html|titolo=Un terzo centro radar militare vide cadere|pubblicazione=la Repubblica|città=Roma|data=1º luglio 1989|pagina=17}}</ref>.
Tra le tracce radar oggetto di visione, è stata accertata la presenza di tracciati radar di numerose stazioni, civili e militari, nazionali ed internazionali<ref>{{Cita news|autore=Daniele Mastrogiacomo|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1989/07/01/un-terzo-centro-radar-militare-vide-cadere.html|titolo=Un terzo centro radar militare vide cadere|pubblicazione=la Repubblica|città=Roma|data=1º luglio 1989|pagina=17}}</ref>.
 
==== Il registro del radar di Marsala ====
[[File:Strageusticaradar1.gif|upright=1.3|thumb|Animazione a velocità raddoppiata del tracciato [[radar]], registrato dall'impianto di [[Ciampino]], degli ultimi minuti del volo.]]
 
Il DC-9 è diretto a sud e vi è un vento a circa 200&nbsp;km/h verso sud-est. Si notino i due echi senza identificazione sulla sinistra: secondo alcuni periti si tratta della traccia di un aereo, secondo altri di falsi plot, errori del radar. La scritta "IH870" scompare con l'ultima risposta del [[transponder]]. Altri contatti su cui si sono concentrate le indagini sono i plot doppi dopo il disastro, sospettati di essere tracce di altri aerei in volo. Tali plot potrebbero anche essere stati determinati, si è ipotizzato, dalla struttura principale dell'aereo in caduta e da fenomeni di ''[[chaff]]ing'' causati da frammenti, anche se restano i dubbi per i plot ad ovest del punto di caduta in quanto sopravvento e quindi difficilmente attribuibili a rottami che cadono nel letto del forte vento di [[maestrale]] (che proviene appunto da Nord-Ovest e spinge verso Sud-Est). Durante le indagini si appurò che il registro dell'IC, cioè del guida caccia Muti del sito radar di [[Marsala]], aveva una pagina strappata nel giorno della perdita del DC-9<ref name="registroMarsala">{{Cita news|autore=Attilio Bolzoni|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1988/11/05/militari-non-ricordano-marsala-resta-aperto.html|titolo=I militari non ricordano e a Marsala resta aperto il giallo del Rad|pubblicazione=la Repubblica|data=5 novembre 1988|pagina=10}}</ref>. Il [[pubblico ministero]] giunse quindi alla conclusione che fosse stata sottratta la pagina originale del 27 giugno e se ne fosse riscritta poi, nel foglio successivo, una diversa versione.
Durante le indagini si appurò che il registro dell'IC, cioè del guida caccia Muti del sito radar di [[Marsala]], aveva una pagina strappata nel giorno della perdita del DC-9<ref name="registroMarsala">{{Cita news|autore=Attilio Bolzoni|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1988/11/05/militari-non-ricordano-marsala-resta-aperto.html|titolo=I militari non ricordano e a Marsala resta aperto il giallo del Rad|pubblicazione=la Repubblica|data=5 novembre 1988|pagina=10}}</ref>. Il [[pubblico ministero]] giunse quindi alla conclusione che fosse stata sottratta la pagina originale del 27 giugno e se ne fosse riscritta poi, nel foglio successivo, una diversa versione.
 
Durante il processo, la difesa contestò questa conclusione e affermò che la pagina mancante non sarebbe stata riferita al giorno della tragedia, ma alla notte tra il 25 e il 26 giugno. L'analisi diretta della Corte concluse che la pagina tra il 25 e il 26 era stata tagliata, come osservato dalla difesa, ma quella che riguarda la sera del 27 giugno era recisa in modo estremamente accurato, così che fosse difficile accorgersene (il particolare era infatti sfuggito all'avvocato difensore). La numerazione delle pagine non aveva invece interruzioni ed era quindi posteriore al taglio.
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24 ore dopo il disastro del DC-9, l'addetto militare aeronautico americano Joe Bianckino, dell'ambasciata americana a Roma, organizzò una squadra di esperti, formata da William McBride, Dick Coe, William McDonald e il direttore della CIA a Roma, Duane Clarridge, il colonnello Zeno Tascio, responsabile del SIOS (servizio segreto aeronautica militare italiana) insieme a due ufficiali italiani. Il giorno successivo alla strage Joe Bianckino era già in possesso dei tabulati radar e i suoi esperti li avevano sottoposti ad analisi. John Tresue, esperto missilistico del Pentagono, affermò, durante il suo interrogatorio come testimone, che gli furono consegnate dopo la sciagura, diverse cartelle con i tabulati dei radar militari; John Tresue informò il Pentagono, che ad abbattere il DC-9 era stato un missile<ref>{{Cita news|autore=Franco Scottoni|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1991/12/13/ustica-stato-un-missile-gli.html|titolo=Ustica, è stato un missile, gli USA sicuri fin dal 1980|pubblicazione=la Repubblica|città=Los Angeles|data=13 dicembre 1991|pagina=20}}</ref>.
 
Il 25 novembre [[1980]], John Macidull, un esperto americano del National Transportation Safety Board, analizzò il tracciato radar dell'aeroporto di Fiumicino e si convinse che, al momento del disastro, accanto al DC-9 volava un altro aereo. Macidull disse che il DC-9 era stato colpito da un missile lanciato dal velivolo che era stato rilevato nelle vicinanze, velivolo non identificato in quanto aveva volontariamente spento il dispositivo di riconoscimento (transponder). Tale aereo, secondo Macidull, attraversava la zona dell'incidente da Ovest verso Est ad alta velocità, tra 300 e 550 nodi, nello stesso momento in cui si verificava l'incidente al DC-9, ma senza entrare in collisione<ref name="Macidull">[http://www.stragi80.it/?page_id=7 ''Cronologia 25 novembre 1980'']. Stragi 80. 16 marzo 2012.</ref><ref>{{Cita news|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1989/11/07/ustica-polemica-su-de-carolis-esperto.html|titolo=Ustica, polemica su De Carolis esperto USA, John Macidull|editore=la Repubblica|città=Roma|data=7 novembre 1989|pagina=19}}</ref>.
 
==== Testimonianze libiche ====