Tina Modotti: differenze tra le versioni

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{{F|fotografi italiani|ottobre 2016|}}
{{citazione|Ogni volta che si usano le parole "arte" o "artista" in relazione ai miei lavori fotografici, avverto una sensazione sgradevole dovuta senza dubbio al cattivo impiego che si fa di tali termini. Mi considero una fotografa, e niente altro.|Introduzione di Tina Modotti inalla sua mostra del 1929<ref name=":0">{{Cita libro|titolo = Tina|url = https://books.google.it/books?id=tEi_ytjctoIC&printsec=frontcover&hl=it#v=onepage&q&f=false|accesso = 14 marzo 2017|editore = Feltrinelli Editore|ISBN = 9788807940408|autore = ''SullaPino fotografia''Cacucci}}</ref>}}
{{Bio
|Nome = Tina
|Cognome = Modotti
|PostCognomeVirgola = all'anagrafe '''Assunta Adelaide Luigia Modotti Mondini'''<ref name=":0">{{Cita libro|titolo = Tina|url = https://books.google.it/books?id=tEi_ytjctoIC&printsec=frontcover&hl=it#v=onepage&q&f=false|accesso = 14 marzo 2017|editore = Feltrinelli Editore|ISBN = 9788807940408|autore = Pino Cacucci}}</ref>
|Sesso = F
|LuogoNascita = Udine
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|Immagine = Edward Weston tinamodottimi1921.jpg
|Didascalia = Tina Modotti in una foto di [[Edward Weston]] nel [[1921]]
}} È considerata una delle più grandi fotografe dell'inizio del XX secolo,<ref>{{Cita libro|nome=Mildred|cognome=Constantine|titolo=Tina Modotti: a fragile life|url=https://books.google.it/books?id=msdTAAAAMAAJ&q=tina+modotti&dq=tina+modotti&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwiuw7DS4tXSAhVCPhQKHdo2CmMQ6AEIHzAB|accesso=2017-03-14|data=1993-08-01|editore=Chronicle Books|lingua=en|ISBN=9780811805025}}</ref><ref>{{Cita libro|nome=Elisa|cognome=Paltrinieri|titolo=Tina Modotti: fotografa irregolare|url=https://books.google.it/books?id=1HtOAAAAYAAJ&q=tina+modotti+femminista&dq=tina+modotti+femminista&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwjS1PK55NXSAhVJ1xQKHd6PCDsQ6AEIMjAF|accesso=2017-03-14|data=2004-01-01|editore=Selene|lingua=it|ISBN=9788886267823}}</ref> nonché una figura importante e controversa del [[comunismo]] e della [[fotografia]] mondiale.<ref>{{Cita libro|nome=Pino|cognome=Bertelli|titolo=Tina Modotti: sulla fotografia sovversiva dalla poetica della rivolta all'etica dell'utopia|url=https://books.google.it/books?id=Mn9LAQAAIAAJ&q=tina+modotti&dq=tina+modotti&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwiuw7DS4tXSAhVCPhQKHdo2CmMQ6AEIPzAG|accesso=2017-03-14|data=2008-01-01|editore=NdA Press|lingua=it|ISBN=9788889035313}}</ref> Opere della produzione fotografica della Modotti sono conservate nei più importanti istituti e musei del mondo, fra i quali l'[[International Museum of Photography and Film at George Eastman House]]<ref>{{cita web|url=http://collections.eastman.org/search/Modotti/objects/list?page=1|titolo=Eastman Museum - Modotti|accesso=1° novembre 2016}}</ref> di [[Rochester (New York)]], il più antico museo del mondo dedicato alla fotografia e la [[Biblioteca del Congresso]] (Library of Congress), la biblioteca nazionale degli [[Stati Uniti d'America|Stati Uniti]] a [[Washington]]<ref>{{cita web|url=https://www.loc.gov/pictures/related/?fi=name&q=Modotti%2C%20Tina%2C%201896-1942|titolo=Galleria delle foto di Tina Modotti, conservate alla Library of Congress|accesso=1° novembre 2016}}</ref><ref>{{cita web|url=https://www.loc.gov/rr/print/coll/womphotoj/modottiessay.html|titolo=Tina Modotti (1896-1942) - Introduction & Biographical Essay|accesso=1° novembre 2016}}</ref>.
 
== Biografia ==
=== Infanzia ===
Tina Modotti nacque ad [[Udine]], nel quartiere di Borgo Pracchiuso, il 1716 agosto del [[1896]] (la data è però registrata il 17 agosto)<ref name=":0">{{Cita libro|autore=|nome=Vanna|cognome=Antonioni|titolo=Tina Modotti - Dialoghi di una vita|url=https://books.google.it/books?id=N2VWAwAAQBAJ&printsec=frontcover&hl=it#v=onepage&q&f=false|accesso=2017-03-14|data=2013-07-18|anno=|editore=Aletti Editore|città=|lingua=it|p=|pp=|ISBN=9788859112563}}</ref> da una famiglia operaia, aderente al [[socialismo]] di fine Ottocento. Il padre, Giuseppe Modotti, era un meccanico e carpentiere, mentre la madre, Assunta Mondini, Saltarini è una casalinga e cucitrice.<ref name=":0" /> Viene battezzata il 27 gennaio [[1897]] e suo padrino sarà un [[Anarchia|anarchico]] socialista di professione calzolaio, Demetrio Canal.<ref name=":0" /> La sua casa era un'abitazione fatiscente di due piani in via Pracchiuso numero 113.<ref name=":0" />
 
Tina ha solo due anni quando la sua famiglia, per ragioni economiche, si trova costretta ad emigrare in [[Austria]]. Lì nasceranno gli altri quattro fratelli: Valentina detta Gioconda, Jolanda Luisa, Pasquale Benvenuto ed Ernesto che morirà a soli tre anni di meningite (non verrà più menzionato all'interno della famiglia).<ref name=":0" /> Nel [[1905]], ritornano ad Udine, dove Tina frequenta con profitto le prime classi della scuola elementare. A dodici anni lavora come operaia innella unafabbrica tessile Raiser alla perfieria della filandacittà per contribuire al mantenimento della numerosa famiglia, (seiessendo fratelli)il padre emigrato in [[America]] in cerca di lavoro.<ref name=":0" /> Lo zio paterno Pietro Modotti ha uno studio fotografico <ref>http://www.enciclopediadelledonne.it/biografie/tina-modotti/</ref> e qui Tina apprende, frequentandolo, le sue prime nozioni di fotografia.
 
=== L'emigrazione in America ===
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Più probabilmente, quella notte Tina, dopo aver cenato con amici in casa dell'architetto [[Svizzera|svizzero]] [[Hannes Meyer]]<ref>[[Hannes Meyer]] direttore della the [[Bauhaus]] a [[Dessau]] dal [[1928]] al [[1930]].</ref>, fu colpita da un infarto, e morì nel taxi che la stava riportando a casa. La sua tomba è nel grande [[Panteón de Dolores]] a Città del Messico. Il poeta [[Pablo Neruda]], indignato dalle accuse fatte a [[Vittorio Vidali]], compose il suo epitaffio in cui è indicato anche lo sciacallaggio riferibile a quelle infamie; di questo componimento una parte può essere trovata sulla lapide della Modotti, che include anche un suo ritratto in bassorilievo fatto dall'incisore [[Leopoldo Méndez]]:
 
{{citazione|Tina Modotti, hermanasorella,<br />tu non dormi, no, non dormi:
forse il tuo cuore sente crescere la rosa<br />
no duermes no, no duermes<br />
di ieri, l'ultima rosa di ieri, la nuova rosa.<br />
tal vez tu corazon<br />
oyeRiposa crecerdolcemente, la rosasorella.<br />
de ayer la ultima rosa<br />
de ayer la nueva rosa<br />
descansa dulcemente hermana.<br />
<br />
Puro es tu dulce nombre<br />
pura es tu fragil vida<br />
de abeja sombra fuego<br />
nieve silencio espuma<br />
de acero linea polen<br />
se construyo tu ferrea<br />
tu delgada estructura |Pablo Neruda, epitaffio dedicato a Tina Modotti}}
 
La nuova rosa è tua, la nuova terra è tua:<br />
{{citazione|Tina Modotti, sorella non dormi, no, non dormi: forse il tuo cuore sente crescere la rosa di ieri, l'ultima rosa di ieri, la nuova rosa. Riposa dolcemente sorella. |traduzione}}
ti sei messa una nuova veste di semente profonda<br />
e il tuo soave silenzio si colma di radici.<br />
Non dormirai invano, sorella.<br />
 
Puro è il tuo dolce nome, pura la tua fragile vita:<br />
di ape, ombra, fuoco, neve, silenzio, spuma,<br />
d'acciaio, linea, polline, si è fatta la tua ferrea,<br />
la tua delicata struttura.<br />
 
Lo sciacallo sul gioiello del tuo corpo addormentato<br />
ancora protende la penna e l'anima insanguinata<br />
come se tu potessi, sorella, risollevarti<br />
e sorridere sopra il fango.<br />
 
Nella mia patria ti porto perché non ti tocchino,<br />
nella mia patria di neve perché alla tua purezza<br />
non arrivi l'assassino, né lo sciacallo, né il venduto:<br />
laggiù starai in pace.<br />
 
Lo senti quel passo, un passo pieno di passi, qualcosa<br />
di grandioso che viene dalla steppa, dal Don, dal freddo?<br />
Lo senti quel passo fiero di soldato sulla neve?<br />
Sorella, sono i tuoi passi.<br />
 
Verranno un giorno sulla tua piccola tomba<br />
prima che le rose di ieri si disperdano,<br />
verranno a vedere quelli d'una volta, domani,<br />
là dove sta bruciando il tuo silenzio.<br />
 
Un mondo marcia verso il luogo dove tu andavi, sorella.<br />
Avanzano ogni giorni i canti della tua bocca<br />
nella bocca del popolo glorioso che tu amavi.<br />
Valoroso era il tuo cuore.<br />
 
Nelle vecchie cucine della tua patria, nelle strade<br />
polverose, qualcosa si mormora e passa,<br />
qualcosa torna alla fiamma del tuo adorato popolo,<br />
qualcosa si desta e canta.<br />
 
Sono i tuoi, sorella: quelli che oggi pronunciano il tuo nome,<br />
quelli che da tutte le parti, dall'acqua, dalla terra,<br />
col tuo nome altri nomi tacciamo e diciamo.<br />
Perché il fuoco non muore.|Pablo Neruda 5 gennaio 1942, epitaffio dedicato a Tina Modotti<ref name=":0">{{Cita libro|titolo = Tina|url = https://books.google.it/books?id=tEi_ytjctoIC&printsec=frontcover&hl=it#v=onepage&q&f=false|accesso = 14 marzo 2017|editore = Feltrinelli Editore|ISBN = 9788807940408|autore = Pino Cacucci}}</ref>}}
 
== Fotografa ==