Angiolo Nespoli: differenze tra le versioni

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=== La carriera===
Nespoli conseguì la laurea a Pisa nel maggio del [[1806]]<ref>Bufalini'', Discorso in lode...,'' op. cit., p.35</ref> e nel [[1808]] a Firenze ottenne l'abilitazione alla professione medica<ref>Bufalini'', Discorso in lode...,'' op. cit., p.35</ref>. Nello stesso anno iniziò l'attività di medico nell'I. R. Arcispedale di Santa Maria Nuova<ref>''Bufalini'', ''Discorso in lode''...,'' op. cit.,, p.35''</ref> (attuale [[Ospedale di Santa Maria Nuova]]) dove, oltre a esercitare la professione di medico curante, venne a conoscere le nuove metodologie di cura. Particolare interesse destarono in lui gli studi di [[Giovanni Battista Morgagni]]<ref>Bufalini'', Discorso in lode...,'' op. cit., p.11</ref>, fondatore dell'[[anatomia patologica]], e di [[Albrecht von Haller]]<ref>Bufalini'', Discorso in lode...,'' op. cit., p.10</ref>, che nelle ''Icones anatomicae'' descrisse per primo la circolazione arteriosa nel corpo umano. Dopo otto anni di esercizio, il [[30 dicembre]] [[1819]] fu nominato professore di clinica interna nello stesso ospedale insieme al professore [[Eustachio Polidori]]<ref>''Bufalini'', Discorso in lode''...,'' op. cit.'', p.14</ref>, e quando questi fu trasferito all'[[Università di Pisa]], Nespoli ottenne il pieno incarico delle funzioni di clinico.
 
Rifacendosi al [[metodo scientifico]] di [[Galileo|Galilei]], quello [[metodo induttivo|induttivo]], per valorizzare il dato esperienziale, l'impostazione seguita dal dott. Nespoli era basata sull'individuazione delle terapie attraverso un'analisi attenta dei dati ricavati dall'esperienza. Questo metodo risultava innovativo per l'epoca, poiché le scuole di medicina seguivano uno schema più astratto ed estraneo all'analisi delle specifiche evidenze delle malattie desunte da un attento esame e studio dei sintomi. Inoltre, nella prelezione agli studi di medicina pratica per l'anno scolastico [[1823]], Nespoli affermò di adottare i metodi innovativi di [[René Laennec|Laennec]]<ref>Bufalini'', Discorso in lode...,'' op. cit., p.17</ref>: fu, infatti, uno dei primi medici ad utilizzare lo [[stetoscopio]] in Italia, insieme ad [[Annibale Omodei|Omodei]] e [[Giovanni Strambio|Strambio]].