Trilogia di Berlino: differenze tra le versioni

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[[File:Hauptstrasse 155 ganzhaus.JPG|thumb|upright=1.2|right|155 Hauptstrasse, Schöneberg, il palazzo a Berlino residenza di Bowie e Iggy Pop dal 1976 al 1978.]]
Nella seconda metà del 1976, Bowie si trasferì in [[Svizzera]]. In terra elvetica, egli iniziò ad esplorare altre forme d'arte, a visitare mostre a [[Ginevra]], e ad effettuare frequenti visite al [[Brücke-Museum]] di Berlino, diventando (nelle parole del biografo Christopher Sandford) "un prolifico produttore e collezionista d'arte contemporanea".<ref>Sandford (1997): pp. 154–55</ref> Si interessò anche alla letteratura e alla musica classica, e successivamente, insieme all'amico [[Iggy Pop]], si sarebbe ritirato a [[Berlino]] nel tentativo di disintossicarsi e di sfuggire alle luci della ribalta che il suo status di popstar gli imponeva: {{Citazione|Per molti anni, Berlino fu per me una sorta di rifugio e santuario. È stata una delle poche città in cui ho potuto muovermi in un virtuale anonimato. Stavo andando in rovina; Berlino era economica per vivere. Per qualche motivo, ai berlinesi semplicemente non importava niente di nulla. Beh, certo non di un cantante rock inglese, in ogni caso.<ref>''David Bowie & Tony Visconti On Berlin'', ''[[Uncut]]'', marzo 2001</ref>|David Bowie}} Mentre divideva un appartamento con Pop nel quartiere di [[Schöneberg (quartiere di Berlino)|Schöneberg]], Bowie si interessò alla scena musicale tedesca, inclusi gruppi quali [[Kraftwerk]] e [[Neu!]]. Durante i mesi di convalescenza, ascoltò molto l'album ''[[Discreet Music]]'' (1975) di Brian Eno, del quale apprezzò il minimalismo, e alla fine si incontrò con lui nel 1976<ref>{{cite book |last=Seabrook |first=Thomas Jerome |title=Bowie in Berlin: A New Career in a New Town |publisher=Jawbone Press |year=2008 |isbn=1906002088 |url=https://books.google.com/books?id=xsSHjTf_-F8C |ref=harv}}</ref><ref name="BBC">{{cite web|title=Eno: I would set up sonic scenarios for David Bowie|url=http://www.bbc.com/news/entertainment-arts-36261640|website=[[BBC News]]|accessdate=16 giugno 2016}}</ref><ref name="Bowie: An Illustrated Record" /> e poco dopo nacque una collaborazione con lo stesso Eno e con il produttore [[Tony Visconti]].<ref>Sandford, 1997, pag. 149</ref> Nel 1976, inoltre Bowie coscrisse e produsse il primo album da solista di Iggy Pop, ''[[The Idiot]]'' (1976).<ref>{{cite journal|last=Needs|first=Kris|title=The Passenger|journal=Mojo Classic|date=gennaio 2007|issue=60 Years of Bowie|page=65}}</ref> In quanto iniziato prima di ''Low'' di Bowie, ''The Idiot'' di Pop viene spesso considerato l'inizio non ufficiale del periodo berlinese di David Bowie, sebbene i due dischi furono registrati quasi in contemporanea.<ref name="Wilcken">{{cite book |last=Wilcken |first=Hugo |year=2005 |title=Low |pages=37–58}}</ref>
 
===1976–77: ''Low''===