Statua della Libertà: differenze tra le versioni

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A seguito di tali considerazioni si decise per un'altezza dell'opera pari a 46&nbsp;m, doppia di quella della statua italiana del [[Colosso di San Carlo Borromeo]] (detto anche ''San Carlone'') e del [[Germania|tedesco]] ''[[Hermannsdenkmal]]'' di [[Detmold]], dedicato al condottiero dei [[Cherusci|Germani Cherusci]] [[Arminio]], realizzati con la medesima tecnica.<ref>{{Cita|Harris|p. 26}}</ref>
 
Bartholdi si interessò al progetto in proposito uno dei suoi ex insegnanti, l'architetto francese [[Eugène Viollet-le-Duc]], il quale progettò per la statua un sostegno in mattoni, al quale il rivestimento sarebbe stato ancorato.<ref>{{Cita|Khan|p. 120}}</ref> Tuttavia Le Duc morì subito dopo senza lasciare istruzioni su come connettere sostegno e rivestimento.<ref>{{Cita|Khan|pp. 136-137}}</ref> La realizzazione del sostegno venne quindi affidata a [[Gustave Eiffel]] (il creatore dell'[[Torre Eiffel|omonima torre]]), che abbandonò l'idea della struttura in mattoni, optando per una a [[colonna|colonne]], e [[trave|travi]] a [[struttura reticolare]].
 
Eiffel decise di non utilizzare una connessione rigida del rivestimento in rame alla struttura di sostegno in acciaio, che avrebbe indotto tensioni nel rivestimento, ad effetto delle dilatazioni termiche differenti tra parte esterna, fortemente riscaldata nelle estati, e raffreddata negli inverni, e la parte interna a diversa temperatura ed enormemente più rigida, oltre che per effetto dei differenti coefficienti di dilatazione.
Tali tensioni avrebbero reso problematico qualsiasi vincolo ristretto.
Per consentire alle parti di rivestimento piccoli spostamenti relativi, previde un collegamento più labile, elastico, di tali parti alla struttura, realizzato mediante una serie di nastri metallici [[rivetto|rivettati]], che pur assicurando un buon sostegno del rivestimento mediante le cosiddette "selle", ne permettessero in maniera apprezzabile piccoli spostamenti.