Antimonio: differenze tra le versioni

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L'origine del nome non è chiara; può derivare sia dalle parole [[lingua greca|greche]] ''anti'' e ''monos'' col significato di "opposto alla solitudine" perché si credeva che non esistesse allo stato nativo, che dal greco ''anthos Ammon'', ossia "il fiore di Ammon". Un'altra possibile origine del nome è "anti"-"monaco"; i frati della [[Transilvania]], infatti, vista l'abbondanza di miniere nella regione, usavano cucchiai fatti di una lega di antimonio e ne rimanevano avvelenati{{Citazione necessaria}}. [[Samuel Johnson]], nel suo dizionario di chimica, scrive che il monaco tedesco Basilio Valentino avrebbe provato l'antimonio coi maiali che, dopo un primo forte effetto lassativo, avevano subito iniziato a ingrassare. Basilio aveva quindi ripetuto l'esperimento coi suoi compagni, che però morirono tutti. Da allora la medicina chiamò questa sostanza antimoine, cioè antimonaco <ref>{{Cita libro|autore=John Read|titolo=Humor and Humanism in Chemistry|città=Londra|anno=1947}} Citato in {{Cita libro|titolo=Favole periodiche|autore=Hugh Aldersey-Williams|editore=Rizzoli|pp=478-479|ISBN=978-88-17-04858-3}}</ref>. Ovviamente questa versione deve essere considerata come una [[Paretimologia|etimologia popolare]] in quanto, vedi sopra, il termine ''antimonium'' esiste da prima dell'800 d.C., e quindi almeno 6 secoli prima delle ipotetiche prodezze di Basilio Valentino, che probabilmente non è mai esistito.
 
Nel 1700 l'antimonio fu messo laal bando dalla Facoltà Medica di Parigi. La proibizione cadde quando la guarigione di Luigi XIV dalla febbre tifoide venne attribuita all'antimonio.
 
L'antimonio è stato usato nel trattamento della [[schistosomiasi]]; data la sua affinità con lo [[zolfo]], si lega agli atomi di zolfo contenuti in certi [[enzima|enzimi]] usati sia dal [[Parassitismo|parassita]] che dall'ospite umano. Piccole dosi riescono ad uccidere il parassita senza danneggiare troppo l'organismo del paziente.