Dogo sardo: differenze tra le versioni

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==Storia==
Il dogo sardo è un cane autoctono delle Sardegna adibito a svariate mansioni, tra le più comuni: la guardia del bestiame, della proprietà e degli ovili, gestione dei bovini indomiti, caccia agli ungulati e, in passato, anche come cane da guerra. Svariate sono le ipotesi sulle origini di questi cani. Il gesuita Francesco Cetti intorno al 1700 descrisse i cani sardi come un perfetto connubio tra un [[levriero]] e un grosso cane che gli conferiva diverse apprezzabili peculiarità, mentre la ''Carta de logu'' del [[Giudicato di Arborea]] come un cane dotato di forte temperamento usato per la guardia e la difesa del conduttore.
 
nato in Germania nel 1726, docente di filosofia e matematica c/o l'Archiginnasio di Brera a Milano giunse in Sardegna ove gli fu assegnata la cattedra di geometria e matematica presso l' Università degli studi di Sassari, ruolo che conservo sino alla sua morte.
 
Tra il 1774 e il 1778 in luogo di prime  escursioni nella provincia logudorese (SS), avvallate in seguito da autorizzazione del ministro Bogino che gli garantì di superare resistenze delle autorità locali nonchè il supporto economico con un contributo del real tesoro, raccolse ad ampio raggio osservazioni e studi sulla fauna sarda che riportò nel libro Storia naturale della Sardegna. Descrisse in un breve capitolo il cane che osservò all'epoca in Sardegna. Il medesimo contenuto venne pubblicato anche nel libro intitolato I quadrupedi della Sardegna .
 
Altro documento storico che menziona il cane ( giagaru ) è la ''Carta De Logu'' del [[Giudicato di Arborea]] una raccolta di norme che si compone di 198 capitoli riguardanti il diritto privato, il diritto agrario e il diritto penale emanata nel 1932 .
 
==Note==