Jargon File: differenze tra le versioni

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Nel 1976 [[Mark Crispin]], dopo aver visto un annuncio riguardante “the File” alla SAIL computer, ne inviò una copia al laboratorio di intelligenza artificiale del MIT via [[File Transfer Protocol|FTP]]. Salvò il file nella sua directory come "AI:MRC;SAIL JARGON" (laboratorio computer "AI", directory "MRC", file "SAIL JARGON").
 
Raphael Finkel abbandona la partecipazione e poco dopo [[Don Woods]] diventa il contatto della SAIL per il File.
 
Il testo venne ampliato gradualmente fino al 1983. [[Richard Stallman]] fu uno dei maggiori contribuenti, inserì molti termini riguardanti MIT e ITS.
 
Nel 1981 un [[hacker]] di nome Charles Spurgeon ottenne buona parte del “the File” che fu pubblicato nel ''[[CoEvolution Quarterly]]'' di [[Stewart Brand]] (numero 29, pagine 26–35) con illustrazioni di [[Phil Wadler]] e [[Guy Steele]]. Questa sembra esser stata la prima pubblicazione cartacea del file.
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== Dal 1983 al 1990 ==
Poco dopo la pubblicazione di Steele-1983, non furono più fatte modifiche sostanziose al “the File”. In origine, questo fu dovuto ad un desiderio di congelare il file temporaneamente per facilitare la produzione di Steele-1983, ma le condizioni esterne portarono il blocco "temporaneo" a diventare un blocco permanente.
 
Il AI Lab culture fu colpito duramente alla fine del 1970 dal taglio dei fondi e successivamente dalla decisione amministrativa di utilizzare vendor-supported hardware e [[software proprietario]] associato invece di quello fatto in casa. Nel MIT la maggior parte del lavoro della AI si era rivolto alle macchine [[Lisp]]. Allo stesso tempo, la commercializzazione della tecnologia AI ha attirato alcuni dei laboratori di intelligenza artificiale tra i migliori e più brillanti.
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===Difesa del termine ''hacker''===
Il libro è particolarmente noto per aiutare (o almeno cerca) a preservare la distinzione tra un [[hacker]] (un programmatore buono) e un [[Cracker (informatica)|cracker]] (un [[Crimine informatico|criminale informatico]]). ''Encyclopedia of New Media'' di Steve Jones (2002) ha fatto notare che la difesa del termine hacker è stato un fattore di grande motivazione per entrambe le edizioni stampate di Steele e Raymond:<ref> {{Cita libro|titolo=Encyclopedia of New Media: An Essential Reference to Communication and Technology|nome=Steve|cognome=Jones|data=December 2002|editore=SAGE Publications|isbn=978-1-4522-6528-5|url=https://books.google.com/books?id=YgVzAwAAQBAJ&pg=PA345&lpg=PA345&dq=%22Hacker%27s+Dictionary%22+%22Mondo+2000%22+-amazon&source=bl&ots=iaV45cE4UE&sig=L3akSlyLf4Saj4U24ov9hlXVLso&hl=en&sa=X&ved=0CDQQ6AEwBGoVChMIm7mH6LWKyAIVQzSICh1h_wWx#v=onepage&q=%22Hacker's%20Dictionary%22%20%22Mondo%202000%22%20-amazon&f=false|accesso=23 settembre 2015}}</ref>
 
{{quoteCitazione|''The Hacker's Dictionary'' e ''The New Hacker's Dictionary'' hanno cercato di celebrare la cultura hacker, forniscono un riferimento della storia degli hacker per gli hacker più giovani e quelli futuri, cosa ancora più importante, rappresentano la cultura hacker sotto una luce positiva al pubblico in generale. Nei primi anni del 1990, in particolare, sono emerse molte notizie raffiguranti gli hacker come trasgressori della legge senza alcun rispetto per la privacy e la proprietà di terzi. Raymond ha voluto mostrare alcuni dei valori positivi della cultura hacker, in particolare il senso dell'umorismo hacker. Perché l'amore verso giochi di parole divertenti è un elemento forte della cultura hacker e un dizionario di slang funziona abbastanza bene per tali scopi.}}
 
===Reazioni e recensioni===
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''[[PC Magazine]]'' nel 1984 ha dichiarato che ''The Hacker's Dictionary'' era superiore alla maggior parte degli altri libri riguardanti computer-humor e ha fatto notare la sua autenticità di "hard-core programmers' conversations", in particolare nel gergo del MIT e di Stanford.<ref>{{Cita news|titolo=Hacker Spoken Here |cognome=Langdell |nome=James |pubblicazione=PC Magazine |data=3 aprile 1984 |p=39 |url= https://books.google.com/books?id=e-gI2W-3JwkC&lpg=PA385&pg=PA39#v=onepage&q&f=true |accesso=24 ottobre 2013}}</ref> Le recensioni citate dalla casa editrice includono: [[William Safire]] del ''[[The New York Times|New York Times]]'' che parla del Raymond-1991 ''NHD'' come un "lessico arzillo" e lo consiglia come un regalo nerd per le vacanze<ref>{{Cita news|titolo=On Language |nome=William |cognome=Safire |wkautore=William Safire |data=8 dicembre 1991 |pubblicazione=[[The New York Times]]}}</ref> (questo riapparve nel suo "On Language" a metà ottobre 1992); [[Hugh Kenner]] in ''[[Byte (periodico)|Byte]]'' dice che è stato così coinvolgente da consigliarne almeno una lettura.<ref>{{Cita news|titolo=Print Queue|nome=Hugh|cognome=Kenner|data=January 1992|pubblicazione=[[Byte (periodico)|Byte]]|editore=UBM}}</ref> ''[[Mondo 2000]]'' lo descrive come "divertente elastico con un linguaggio scorrevole", così come "non solo una guida utile di molti termini tecnici non ufficiali e del gergo informatico, ma anche una etnografia, di fatto, dei primi anni della cultura hacker."<ref>{{Cita web|titolo=Reviews: ''The New Hacker's Dictionary'', Third Edition|sito=MITPress.MIT.edu|data=2015|editore=Massachusetts Institute of Technology Press|città=Cambridge, MA|url=https://mitpress.mit.edu/books/new-hackers-dictionary|accesso=22 settembre 2015}}</ref> Le recensioni positive sono state pubblicate anche in accademia e nelle pubblicazioni dell’industria informatica, tra cui ''[[IEEE Spectrum]]'', ''[[New Scientist]]'', ''[[PC Magazine]]'', ''[[PC World]]'', ''[[Science]]'' e (più volte) ''Wired''.
 
L'[[autore di giochi]] statunitense [[Steve Jackson (1953)|Steve Jackson]], scrivendo per la rivista ''[[Boing Boing|bOING bOING]]'', ha descritto il saggio di ''NHD'' "A Portrait of J. Random Hacker" come "una descrizione accurata e meravigliosa delle persone che compongono la cultura hacker ".
 
La terza edizione stampata ha ottenuto molte altre citazioni nei soliti posti come ''Wired'' (agosto 1996), ma anche nella rivista ''[[People (periodico)|People]]'' (21 ottobre 1996).<ref name="JFR">{{Cita web|titolo=The Book on the File |nome=Eric S. |cognome=Raymond |wkautore=Eric S. Raymond |sito=Jargon File Resources |data=27 ottobre 2003 |url= http://www.catb.org/jargon/jargbook.html |accesso=September 23, 2015 <!--Backup source: http://www.pvv.ntnu.no/diverse/jargon/jargbook.html-->}}</ref>
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==Differenze tra ‘slang’,’jargon’ e ‘techspeak’==
 
I linguisti solitamente fanno riferimento ai linguaggi informali come ‘[[slang]]’ e riservano il termine ‘jargon’ per vocabolari tecnici di vari professioni. I file venne chiamato fin dall’inizio ‘Jargon file’, ma va distinto da quello che intendono i linguisti, cioè di vocabolario informale creato da libri, giornali tecnici e manuali.
 
Secondo il Jargon file i vocaboli possono essere divisi in queste tre categorie:
 
*'''Slang''': linguaggio informale derivato dall’inglese comune o dalle sottoculture non tecniche (i biker, i fan del rock, etc.)
 
*'''Jargon''': indica linguaggio informale ‘gergale’ che si usa solamente, o in prevalenza, tra gli hacker.
 
*'''Techspeak''': linguaggio tecnico formale di programmazione, scienza dei computer, elettronica ed altri campi connessi.
 
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==Note==
<references />
{{reflist|30em}}
 
==Altre letture==
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* {{cita web|http://jhanc.altervista.org|Traduzione in italiano dello Jargon File}}
 
{{Portale|Sicurezzasicurezza informatica|Telematicatelematica}}
 
[[Categoria:Terminologia informatica]]